Favolista latino (sec. 1° d. C.). Poco sappiamo della sua vita. Originario della Macedonia, fu a Roma liberto di Augusto; poi sotto il regno di Tiberio, dopo aver composto i primi due libri di favole, [...] da Seiano, ma ne dovette uscire indenne o quasi perché continuò a scrivere fino al regno di Claudio. Scrisse in senarîgiambici cinque libri di favole, dette da lui stesso esopiche, perché sono, le più, traduzione o rifacimento di quelle greche ...
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Commediografo latino (Sarsina 250 a. C. circa - forse Roma 184 a. C.). Una tradizione vuole che il cognomen originario fosse Plotus, poi urbanizzato in Plautus; il prenome e il nome sono incerti: probabilmente [...] lirici. Nella metrica P. è un maestro; egli foggia, seguendo le necessità della lingua latina, i già noti senarîgiambici e versi quadrati in varietà di forme, peraltro sottomesse a sottili regole (proprio dallo studio della metrica plautina sono ...
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Scrittore svizzero di lingua tedesca (Liestal, Basilea, 1845 - Lucerna 1924). Fu in Russia come precettore (1871-79), quindi insegnante e giornalista, per dedicarsi infine (dal 1892) esclusivamente alle [...] ., 1880-81), il titanismo etico dell'individuo d'eccezione. A oltre venti anni di distanza venne il poema in senarîgiambici, di ricercata eleganza ariostesca, Olympischer Frühling (4 voll., 1900-05). Terzo momento del grande ciclo, il tardo poema ...
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Sentenza (gr. γνώμη), espressione brevemente concettosa di una norma morale, caratteristica della letteratura greca in genere e propria, in particolare, della cosiddetta poesia gnomica, genere di poesia [...] cui la sentenza si chiude in un verso esametro o trimetro giambico o in un distico elegiaco: i primi esempi sono in raccolta di 700 sentenze tratte dai mimi di Publilio Siro in senarigiambici o settenari trocaici. A Catone si deve una raccolta di ...
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("Il soldato millantatore") Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), una delle più antiche da lui composte (205 a.C.), come mostrerebbe la prevalenza, nelle parti recitate, [...] dei settenari trocaici (617), il metro della satura popolare, rispetto ai senarigiambici (412). È una palliata che deriva da una commedia greca, Alazòn (gr. ᾿Αλαζών), di autore ignoto: vi si notano allusioni alla vita di Roma e forse allusioni ...
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Titolo di uno dei più antichi documenti letterari latini (3° sec. a.C.), di cui restano scarsi frammenti in senarigiambici: probabilmente una tragedia di imitazione sofoclea. ...
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Letteratura
In poesia, unità di discorso avente una struttura metrica e un disegno ritmico e delimitata da una pausa virtuale, di solito isolata, nella tradizione grafica occidentale, mediante un a capo [...] e il tetrametro trocaico del dramma greco; ma l’adattamento in latino trasformò questi metri, chiamati rispettivamente senariogiambico e settenario trocaico); in età tardo repubblicana, augustea e imperiale la tendenza fu quella di riprendere i ...
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Poeta inglese (n. forse Diss, Norfolk, 1460 circa - m. Londra 1529). Laureatosi (1493) a Cambridge, fu sino al 1500 precettore del principe Enrico, poi Enrico VIII. Nel 1498 aveva preso gli ordini sacri. [...] linguaggio aulico e in rhyme royal (stanze di sette pentametri giambici). Il suo spirito satirico si espresse in poemetti quali The trovò consona espressione nel metro cosiddetto skeltonico (senarî di varia lunghezza, liberamente rimati), che ebbe ...
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giambico
giàmbico agg. [dal lat. tardo iambĭcus, gr. ἰαμβικός] (pl. m. -ci). – 1. a. Costituito di giambi: ritmo g., serie g.; metro g. o dipodia g., unità di misura dei versi g., costituita di due giambi (⌣–́⌣–́); dimetro, trimetro g. (detto...
senario
senàrio agg. e s. m. [dal lat. senarius «formato da sei», der. di seni «a sei a sei, sei per volta», distributivo di sex «sei»]. – 1. Verso composto di sei sillabe (o, più propriam., di sei «posizioni metriche», se si tiene conto dei...