Scevà (adattamento italiano di Schwa, trascrizione tedesca del termine grammaticale ebraico shĕvā /ʃəˈwa/, che può essere tradotto con «insignificante», «zero» o «nulla») è il nome di un simbolo grafico [...] (meglio, di un segno paragrafematico) ebraico costituito da due puntini [:] posti sotto un grafema normalmente consonantico, per finali o intermedie.
Loporcaro, Michele (2009), Profilo linguistico dei dialetti italiani, Roma - Bari, Laterza.
...
Leggi Tutto
Nacque a La Spezia il 14 luglio 1938 da Michele e da Elvira Masini. Studiò musica elettronica con P. Grossi al conservatorio L. Cherubini di Firenze, dove si trasferì definitivamente nel 1956, quando sposò [...] del 1965 (Faggi, p. 109). Le sperimentazioni linguistiche furono oggetto anche di numerose performances che l'artista presentò sull'azzeramento dell'immagine, corrosa dalla parola e dal segno (Autoritratto dell'artista del 1972-73, Filiberto Menna e ...
Leggi Tutto
Filosofo statunitense (Denver, Colorado, 1901 - Gainesville, Florida, 1979); ha recato sul terreno del pragmatismo e del behaviorismo americani le istanze più vive delle indagini neopositivistiche europee [...] sull'analisi del linguaggio e sul carattere linguistico dei problemi filosofici, elaborando una scienza generale dei segnilinguistici, o semiotica. Egli l’ha costruita da un punto di vista biologico-behavioristico, esaminando la funzione assolta dal ...
Leggi Tutto
Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte [...] i nuovi contatti politico-economici e culturali, e quindi linguistici, che i Latini avevano con popoli preindoeuropei e indoeuropei dell di questa crisi si pone la rinascita carolingia, che segnò l’inizio di un’altra grande stagione della latinità, ...
Leggi Tutto
Linguista (Ginevra 1857 - Vufflens 1913). Nipote di Nicolas-Théodore, pronipote di Horace-Benedict, in un ambiente di fine e antica cultura S. sviluppò un'intelligenza precoce, spesso applicata a fatti [...] nel 1957 le Sources manuscrites du Cours de linquistique générale. L'opera ha segnato una svolta profonda nella conoscenza del pensiero linguistico saussuriano. Altri decisi progressi si sono avuti grazie al pluriennale lavoro del filologo di ...
Leggi Tutto
Filologo e scrittore tedesco (Hanau, Assia, 1785 - Berlino 1863), fondatore della germanistica. Studiò diritto all'università di Marburg, apprendendo ben presto, anche a seguito dell'ammaestramento impartitogli [...] (2 voll.). L'opera fra tutte più monumentale, che segnò la rinuncia a ogni altra iniziativa, fu il Deutsches Wörterbuch dedicò con un impegno totale, in esso è il lessico di tutto il patrimonio linguistico tedesco a partire dalla metà del 15° secolo. ...
Leggi Tutto
Scrittore russo (Mosca 1890 - Peredelkino, Mosca, 1960). Vicino ai futuristi, esordì con le poesie Bliznec v tučach ("Il gemello nelle nuvole", 1914), imponendosi presto come il più interessante lirico [...] corsi di H. Cohen a Marburgo) si avvicinò al gruppo futurista "Centrifuga", esordendo come poeta sotto il segno dello sperimentalismo linguistico nella già citata raccolta Bliznec v tučach. Dopo la raccolta Poverch bar′erov ("Oltre le barriere", 1917 ...
Leggi Tutto
RELIGIONI
Nelle varie tradizioni religiose, luogo che ha acquistato carattere sacro per la manifestazione o la presenza in esso della divinità, o perché connesso a eventi e fenomeni considerati soprannaturali; [...] e della tipologia delle forme cultuali, ma l’uso linguistico con il quale si esprime rivela nei parlanti la come pure l’immagine divina o idolo) derivi proprio da questi primitivi segni della sacralità del luogo, come del resto è opinione diffusa che ...
Leggi Tutto
stenografia Scrittura manuale più breve della grafia alfabetica, realizzata con segni particolari e opportune norme abbreviative della parola e della frase, allo scopo di consentire una trascrizione più [...] riga di base, rappresentazione delle vocali con ‘filetti’ opportuni insieme a segni speciali (forme circolari) per le vocali. Dal punto di vista linguistico, Taylor segna le consonanti, Pitman precisa la posizione delle vocali, Gabelsberger usa l ...
Leggi Tutto
Scrittore francese (Clermont-Ferrand 1925 - Sèvres 1997). Musicista, giornalista, saggista (Monteverdi, 1960), disegnatore, fece parte del gruppo di Tel quel. Influenzata dalle esperienze del nouveau roman, [...] ma anche da Rabelais e Villon, e condotta sotto il segno di un forte sperimentalismo visivo (collages, calligrammi, variazioni tipografiche, ecc.) e linguistico, la sua opera fu dominata dai temi dell'erranza, dell'assenza, della morte. Dopo la ...
Leggi Tutto
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...
registro
s. m. [lat. tardo regesta -orum, neutro pl.; v. regesto]. – 1. Libro, quaderno, fascicolo o volume formato da un certo numero di fogli (per lo più numerati progressivamente, contrassegnati e forniti di suddivisioni e indicazioni varie),...