In un paese come l’Italia, per lunghi secoli senza unità politica e ancora oggi vivacemente policentrico e multilingue, le accademie, in particolare quelle sorte tra Cinquecento e Seicento, hanno avuto [...] delle trasformazioni culturali che investono tutti i settori della convivenza civile e interessano in particolar modo la scuola e l’università, le grandi accademie sembrano rappresentare punti di riferimento essenziali per chiunque voglia orientarsi ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] 93-137.
Petrucci, Armando (a cura di) (1993a), Pratiche di scrittura e pratiche di lettura nell’Europa moderna, «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia» 23, 2, pp. 375-823.
Petrucci, Armando (1993b), Introduzione ...
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Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...] (una lista di 227 parole latine considerate errate precedute dalla loro forma ‘corretta’, compilata presumibilmente da un maestro di scuola del IV secolo d.C., e così chiamata perché rinvenuta in coda a un codice contenente scritti grammaticali di ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] censurati dai grammatici ufficiali di taglio bembiano, e fino a oggi considerati tra gli errori più comuni commessi a scuola nei primi anni di apprendimento delle regole grammaticali. Un esempio significativo è la prima persona plurale del passato ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] nuovissima della lingua italiana di Leopoldo Rodinò, del 1856-1857: cfr. Marazzini 1997: 24; Fornara 2005: 95-96), nelle scuole (in particolare dopo l’Unità d’Italia) le regole vennero anche impartite sulla base di «testi abborracciati, scritti da ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] di fonetica sperimentale (AIA) (Pisa, 18-20 dicembre 1997), a cura di P.M. Bertinetto & L. Cioni, Pisa, Scuola Normale Superiore, pp. 101-113.
Rohlfs, Gerhard (1968), Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] 139-227.
Marotta, Giovanna (1987), Dittongo e iato in italiano: analisi fonetico-fonologica per una difficile discriminazione, «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa» s. 3a, 17, pp. 847-887.
Marotta, Giovanna (1993), Selezione dell’articolo e ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] e senza conseguenze. All’oblio, poi, contribuì anche, una volta tornato in città, l’eccitazione dell’ingresso a scuola (Moravia 1981: 29).
Il participio passato è facilmente rianalizzato (➔ rianalisi) come aggettivo:
(58) Era quello l’unico luogo ...
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La coesione di un testo è la proprietà che si manifesta precipuamente nella forma di un sistema di reti di collegamenti linguistici tra le frasi, che indicano dipendenze e sintonie interpretative di particolari [...]
Manzotti, Emilio (1994), Insegnare italiano. Principi, metodi, esempi, a cura di E. Manzotti & A. Ferrari, Brescia, La Scuola, pp. 75-121.
Mortara Garavelli, Bice (1979), Il filo del discorso. Corso di linguistica applicata. Anno accademico 1978 ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] «volgar uso tetro» che Ariosto aveva stigmatizzato nell’ultimo canto del poema.
Il Furioso insomma fece scuola, contribuendo col suo modello linguistico all’accettazione della dottrina bembesca del toscano letterario: un caso certamente emblematico ...
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scuola
scuòla (pop. o poet. scòla) s. f. [lat. schŏla, dal gr. σχολή, che in origine significava (come otium per i Latini) libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico,...
scuola-azienda
(scuola azienda), loc. s.le f. Sistema scolastico improntato a un modello di efficienza aziendale. ◆ «Oltre a parecchi coordinamenti autorganizzati – afferma il portavoce nazionale dei Cobas scuola, Piero Bernocchi – hanno preso...