scevà Nella terminologia della scuola masoretica di Tiberiade, nome (dall’ebraico shĕwā, der. di shaw «niente») di un simbolo grafico ebraico che viene sottoscritto a un grafema consonantico e ha diverse [...] funzioni: lo s. naḥ (o quiescente) denota assenza di vocale dopo la consonante soprascritta; lo s. na‛ (o mobile) denota presenza di vocale neutra di quantità ultrabreve; lo s. composito, associato ai ...
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Scevà (adattamento italiano di Schwa, trascrizione tedesca del termine grammaticale ebraico shĕvā /ʃəˈwa/, che può essere tradotto con «insignificante», «zero» o «nulla») è il nome di un simbolo grafico [...] contestuale (➔ allofoni), di quasi tutte le vocali.
Lo scevà appare invece in diversi dialetti del Centro e del Sud la differenza tra alcune opposizioni, a causa di una riduzione a scevà della vocale finale, si riconosce solo dall’articolo: [rəˈfː ...
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La vocale di appoggio è una vocale che facilita la pronuncia sia di consonanti o di sequenze consonantiche particolarmente difficoltose, perché rare, complesse e dunque marcate dal punto di vista della [...] dall’inventario fonologico del dialetto in questione (ad es., è di solito quello di una vocale centrale o ➔ scevà soprattutto nelle parlate dell’alto Meridione, ove tale fonema fa parte dell’inventario), dalla posizione all’interno della parola ...
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inclusività Termine con cui si designano in senso generale orientamenti e strategie finalizzati a promuovere la coesistenza e la valorizzazione delle differenze attraverso una revisione critica delle categorie [...] dell’uso del maschile plurale nelle lingue flessive, di cui è stata proposta la sostituzione – sebbene ostacolata dall’assenza di corrispondenza fonica – con simboli grafici quali lo scevà, l’asterisco e la chiocciola con funzione di suffisso neutro. ...
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L’epentesi (dal tardo lat. epenthĕsis, a sua volta dal gr. epénthesis «inserzione») è un fenomeno fonetico che consiste nell’inserimento di un suono non etimologico in una parola o una sequenza fonica. [...] detto) è indicato come anaptissi. Molte lingue romanze inseriscono nel parlato un suono vocalico centrale, indistinto e neutro chiamato ➔ scevà (o anche schwa, pepet o, alla francese, e muette «e muta»), indicato dal simbolo fonetico [ə]. Ad es., il ...
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L’epitesi (dal lat. tardo epithĕsis, a sua volta dal gr. epíthesis «sovrapposizione, aggiunta»; il termine originario si basa sul tema di epitíthēmi dal significato di «porre sopra o accanto») consiste [...] nella gran parte dei casi genera il rafforzamento della consonante finale, l’inserimento del suono vocalico centrale [ə] (➔ scevà) e il conseguente spostamento di accento sulla penultima sillaba, formando così una parola piana molto sentita come più ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] , e soprattutto finali, al suono /ə/ (con la parziale eccezione di /-a/ nei centri collinari e ad Ascoli), denominato dai linguisti ➔ scevà e simile alla cosiddetta e muta francese (ad Ascoli [prəməˈrusə] «premurosi», [səˈmarə] «somaro», [pəvəˈretːa ...
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Anatomia
In anatomia comparata, la b. di un organo è la parte con cui esso s’innesta su un altro organo o direttamente sul corpo.
B. del cranio La porzione del cranio situata inferiormente al piano trasversale [...] zero dell’apofonia scompare), pesanti o seṭ (se formate con una vocale lunga, che si alterna al grado zero con una scevà), o più raramente, bisillabiche. Più genericamente, s’intende per b. la forma linguistica all’origine di altra o altre che la ...
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Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] (un’eccezione è il titolo di Tacchia 1990, Che nn’è?). Nel basso Lazio, le difficoltà maggiori si riscontrano nella grafia della ➔ scevà, che a volte viene segnata con una e, come nell’Abruzzo contiguo, altre, ad es. nella zona di Formia e Gaeta ...
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Il saggio programmaticamente intitolato Dialettologia toscana (Giacomelli 1975) inaugura una serie di ricerche che applicano i metodi della dialettologia allo studio delle parlate in un territorio generalmente [...] toscano. Lunigiana, aree apuane e Romagna toscana condividono la caduta di vocali finali o il loro passaggio a [ə] (➔ scevà). In questi territori è dunque presente una opposizione classica lingua ~ dialetto ben diversa da quella prefigurata per il ...
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sceva
scevà s. m. [dall’ebr. shĕwā, der. di shaw «niente»]. – 1. Simbolo grafico ebraico che viene sottoscritto a un grafema consonantico e che denota assenza di vocale dopo la consonante soprascritta. 2. In glottologia, termine (desunto dalla...
vocale2
vocale2 s. f. [dal lat. (littĕra) vocalis, der. di vox vocis, traduz. del gr. (στοιχεῖον o γράμμα) ϕωνῆεν, der. di ϕωνή «voce»]. – 1. Nella grammatica scolastica, e nella fonetica tradizionale, suono del linguaggio articolato caratterizzato...