Attrice italiana (Parabiago 1929 - Milano 2013). Figlia d'arte, debuttò giovanissima nella compagnia girovaga del padre. Passata alla rivista nel 1948, incontrò D. Fo, divenuto poi suo marito, nello spettacolo [...] numerose commedie scritte da Fo. Si è imposta con una recitazione estrosa ed aggressiva, passando con disinvoltura dalla satira spregiudicata di La signora è da buttare (1967) ai toni sarcastici del Fabulazzo osceno (1981), alla didattica semiseria ...
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sermon joyeux Nella Francia del 15° sec., monologo burlesco, inizialmente recitato da giullari in chiesa, in occasione della fête des fous, sorta di carnevalata; ben presto, dato il tono parodico e irriverente, [...] furono proibite dalle autorità religiose e passarono nei teatri, dove assunsero rapidamente la forma di genere drammatico in versi. Il s. più celebre è l’anonimo Franc archer de Bagnolet (1468), satira della nuova milizia istituita da Carlo VII. ...
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INGHILTERRA (XIX, p. 231; App. I, p. 728; II, 11, p. 36)
Marcello DELL'OMODARME
Ornella FRANCISCI OSTI
Fernando FERRARA
Per notizie geografiche, statistiche ed economiche, v. gran bretagna, in questa [...] il primo affronta sul piano della tragedia, o talvolta addirittura del romanzo poliziesco, e il secondo sul piano della farsa o della satira. Né evoluzioni degne di nota si sono manifestate nell'opera di Ch. Morgan o di H. Green, ambedue rivolti a ...
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LUCIANO di Samosata (Λουκιανός, Lucianus)
Nicola Festa
Scrittore greco del II sec. d. Cristo. Di carattere a preferenza umoristico e satirico; non senza pretesa di rispecchiare l'opinione pubblica e [...] comico, egli stesso nota con una certa soddisfazione l'uso promiscuo della prosa e del verso, che allaccia l'opera sua alla satira menippea. Ma anche in questo caso, egli non si sente troppo vincolato dal suo modello: fa un uso assai parco di quella ...
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BRACA, Vincenzo
Enrico Malato
Nacque, probabilmente a Salerno, nel 1566. Il suo nome fu in certo modo riscoperto, nella seconda metà del secolo scorso, allorché vennero successivamente alla luce le [...] nome del B. come quello dell'autore più vigoroso e più notevole di quel particolare genere letterario.
Un passo di "una satira rarissima" di Giambattista del Pino, l'autore del poemetto sul Trionfo di Carlo V, messo in rilievo dal Torraca (Studi, pp ...
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Letterato italiano (San Donà di Piave 1862 - Procaria, Ceres, 1951); prof. di letteratura italiana, dal 1896 al 1934, nelle univ. di Messina, Pisa, Pavia, e Torino; direttore (1918-37) del Giornale storico [...] -29), senatore del regno (1929). Fra i suoi studî di critica e storia letteraria, notevoli specialmente: Un decennio della vita di m. P. Bembo, 1521-1531 (1885); La satira italiana (2a ed., 2 voll., 1945); l'ediz. commentata del Cortegiano (1894). ...
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Scrittore tedesco (Gelnhausen, Assia, 1621 circa - Renchen, Offenburg, 1676). Narratore dallo stile personale e dalla vena rigogliosa, estraneo al mondo galante e alle sue forme e quindi tanto più legato [...] ., in 6 libri, 1669), prototipo del genere tipicamente tedesco dell'Entwicklungsroman, in cui narrò con i toni della satira morale le traversie picaresche di un giovane sullo sfondo della guerra dei Trent'anni. I cosiddetti Simplizianische Schriften ...
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Celebre romanzo in cinque libri di F. Rabelais, pubblicato tra il 1532 e il 1564. Narra la storia del gigante Gargantua, che la madre Gargamelle partorì da un orecchio e venne poi educato a Parigi, e di [...] suo figlio Pantagruel, che conquistò il regno dei Dipsodi e girovagò per le più singolari terre del mondo. Le prodezze dei due giganti e dei loro compagni costituiscono una brillante satira della società francese del tempo. ...
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Scrittore tedesco (Amburgo 1916 - Poschiavo 1991). Dopo aver studiato in patria e in Inghilterra, emigrò nel 1933 in Palestina ove rimase fino al 1936. Diplomatosi sceneggiatore a Salisburgo nel 1937, [...] sua attività di scrittore, e già i suoi primi racconti, Lieblose Legenden (1952), ne denunciano la tendenza verso la satira e il grottesco. Ha scritto, sulla stessa traccia, alcuni romanzi, Paradies der falschen Vögel (1953), e, più fortunati, Tynset ...
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Drammaturgo inglese, nato a Londra circa il 1570, noto come "il Dickens elisabettiano", per il fine umorismo, il sentimento e la cordiale simpatia umana con cui seppe delineare tutta una serie di tipi [...] letteraria tra Marston e Ben Jonson, prendendo le parti del primo. Al Jonson che l'aveva deriso nel Poetaster, rispose con fine satira e con misura nel Satiromastix (1602). Non si hanno più sue notizie dopo il 1637. Pare morisse nel 1641.
Il D. è ...
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satira
sàtira s. f. [dal lat. satŭra, femm. dell’agg. satur «pieno, sazio» e per estens. «vario, misto» (anche, con valore negativo, «confuso»), secondo antiche interpretazioni connesso con la lanx satura, il piatto di primizie offerto ritualmente...
satirico1
satìrico1 agg. [dal lat. satirĭcus, der. di satĭra «satira»] (pl. m. -ci). – 1. a. Di satira, che appartiene alla satira: poema s.; poesia s.; il genere letterario s.; versi s.; che ha carattere di satira, che costituisce o contiene...