Indianista francese (Parigi 1863 - ivi 1935), prof. al Collège de France dal 1894. Fu studioso versatile e fecondo e spaziò nei campi più diversi dell'indologia, dalla ricerca linguistica (sanscrito, tocario) [...] all'edizione e traduzione dei testi, agli studî sulla filosofia e le religioni (specialmente sul buddismo), a opere di insieme come Le Népal (1905-08) e sulla letteratura indiana, tra cui Le théâtre indien ...
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Scienza del linguaggio. Secondo F. de Saussure i compiti primari della l. sono: a) descrivere il maggior numero possibile di lingue storico-naturali e famiglie di lingue sia nella loro funzionalità in [...] costitutivi (radice e suffissi) di nomi e soprattutto di verbi, pone su basi solide il riconoscimento della parentela fra il sanscrito, le lingue classiche e le germaniche e fonda la glottologia indoeuropea, e da J. Grimm, che indica lo sviluppo ...
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RĀMĀYAṆA
Ambrogio Ballini
. Poema epico indiano, nel quale sono esaltate le gesta (ayana propr. "viaggio") di Rāma (v.), l'eroe nazionale dell'India. Consta di 24.000 strofe, composte in purissimo sanscrito, [...] annotationes criticas adjecit Aug. Guil. a Schlegel, Bonn 1829-1838 (edizione incompleta); Ramayana poema indiano di Valmici. Testo sanscrito secondo i manoscritti della Scuola Gaudana per G. Gorresio, I-X, Parigi 1843-1858; XI, Uttarakanda, ivi 1867 ...
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Glottologo nato a Putbus nell'isola di Rügen il 26 luglio 1842, morto a Jena il 3 gennaio 1922. Professore di glottologia indoeuropea e di sanscrito nell'università di Jena, dal 1870 al 1912, può dirsi [...] il fondatore degli studî di sintassi comparativa delle lingue indoeuropee. Allievo dal 1859 al 1861 a Halle del Pott, dal 1861 al 1863 a Berlino del Bopp, del sanscritista Weber, dello psicologo Steinthal, ...
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L'Europa tardoantica e medievale. I popoli delle migrazioni nelle regioni occidentali: I barbari
Alessandra Melucco Vaccaro
I barbari
Il termine deriva dal greco βάρβαρος (“straniero”); analogamente al [...] sanscrito barbaràé (“balbuziente”), a cui si fa risalire, evidenzia la diversità come fatto linguistico: il non greco è pertanto colui che usa la lingua in modo improprio o balbettando. L’origine del concetto è quindi legata alla sfera politico- ...
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TEOTOKIS, Costantino (κωνσταντῖνος Θεοτόκης)
Silvio Giuseppe Mercati
Letterato neogreco, nato a Corfù nel 1872, morto nel 1923. Perfezionò la sua istruzione a Parigi, dedicandosi allo studio delle lettere [...] ) e tradusse dall'inglese (Re Lear, Macbeth, Otello e Tempesta di Shakespeare), dal latino (Georgiche di Virgilio) e dal sanscrito.
Bibl.: Hesseling-Pernot, Histoire de la littérature grecque moderne, Parigi 1924, p. 146 seg.; G. Spatalas, L'opera di ...
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(o più che perfetto) Nella coniugazione verbale, il passato del perfetto, derivato dal tema di questo per mezzo delle desinenze secondarie e, dove esista, dell’aumento. Mentre in greco e in sanscrito [...] esso proietta semplicemente nel passato lo stato di cose indicato dal perfetto, in latino, grazie allo sviluppo della categoria di relatività temporale, indica cosa avvenuta prima di altra passata ed espressa ...
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Scrittore francese (Boulzicourt, Ardenne, 1908 - Parigi 1944). Animatore del gruppo Le grand jeu e dell'omonima rivista (1928-30), fu per qualche tempo vicino ai surrealisti. Si dedicò allo studio del [...] sanscrito e delle filosofie orientali, seguendo l'insegnamento di A. de Salzmann, a sua volta allievo di G. I. Gurdjieff. In vita pubblicò poesie (Le contre-ciel, 1936), saggi, traduzioni e un racconto (La grande beuverie, 1938; trad. it. 1970), che ...
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PAOLINO da S. Bartolomeo (al secolo Johannes Philipp Wesdin)
Ambrogio BALLINI
Carmelitano scalzo, nato a Hof am Leihagebirge presso Mannensdorf (Austria settentrionale) nel 1748. Missionario nel Malabar [...] in proposito dai varî missionarî che l'avevano preceduto, ma pur severamente criticandole, quando, per mancanza di conoscenza del sanscrito da parte dei rispettivi autori, egli ne avvertiva le lacune e le inesattezze, P. espose in un'opera, mirabile ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
La medicina indiana
Donatella Rossi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La medicina indiana è nota come Ayurveda, che in sanscrito significa [...] sono tre: sattva (essere, esistenza, realtà), rajas (spazio, aria), e tamas (oscurità). Queste tre tendenze, note in sanscrito come guïa (lett. corda, filo, ma anche specie o qualità), sono rispettivamente associate a creazione, conservazione e ...
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sanscrito
sànscrito agg. e s. m. [dal sanscr. saṃskṛta- propr. «perfetto, elaborato (grammaticalmente)», cfr. saṃskāra-, «sistemazione, regola (grammaticale)», comp. di sam- «con» e kar- «fare»]. – Denominazione di una lingua indoaria che...
vedico
vèdico agg. [der. di veda] (pl. m. -ci). – Del veda, proprio del veda; che concerne il veda o ne è costituito ed espresso: la letteratura v., i testi v., il «corpus» v.; la lingua v., o, come s. m., il vedico, la lingua in cui è redatto...