Scrittore ecclesiastico (Concordia, presso Aquileia, 345 circa - Messina 410). Monaco ad Aquileia, in Egitto, in Palestina, poi ancora in Italia (Aquileia e infine Messina); amico e condiscepolo di s. [...] Girolamo, venne con lui in polemica violentissima intorno all'ortodossia di Origene, decisamente affermata da R., che aveva fatto una traduzione del De principiis. L'opera di scrittore di R. consta quasi ...
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Presso i Greci la parola έκκλησία "assemblea" significava l'adunanza generale del popolo nella pubblica piazza allo scopo di prendere deliberazioni politiche (così anche in Atti, XIX, 32,39 segg.); quindi [...] da Evagrio scolastico, Giovanni di Efeso ecc. In Occidente, la Storia di Eusebio fu tradotta in latino e continuata da Rufinod'Aquileia, l'avversario di S. Girolamo, che a sua volta tradusse e continuò la Cronaca; da Socrate, Sozomeno e Teodoreto ...
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Vescovo di Cesarea (di Palestina), dove forse era nato, tra il 260 e il 265. Durante molti anni visse in stretta relazione con Panfilo che, diventato presbitero della Chiesa, aveva fondato in Cesarea un [...] scrisse in collaborazione con Panfilo i primi cinque libri (il I tradotto in latino da Rufinod'Aquileia) e da solo il VI; E. combatteva Metodio d'Olimpo e narrava diffusamente i contrasti di Origene col suo vescovo Demetrio. Di Origene, E. raccolse ...
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CACCIARI, Pietro Tommaso (al secolo Petronio Cesare)
Giuseppe Pignatelli
Nato a Bologna da Stefano e da Francesca Franzoni il 5 ott. 1693, entrò nel convento di S. Maria delle Grazie, vestendo l'abito [...] messa a confronto con la storia ecclesiastica di Rufinod'Aquileia (Ecclesiasticae historiae Eusebii Pamphili libri novem, Ruffino Ruffini translatione…, Romae 1741), in cui sosteneva che Rufino aveva tradotto con fedeltà la Storia di Eusebio, senza ...
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PAOLINO di Bordeaux, vescovo di Nola, santo (Meropius Pontius Paulinus)
Mario Niccoli
Nato a Bordeaux verso il 353-354 da nobilissima famiglia della Gallia romana, studiò ivi sotto il retore Ausonio [...] Le lettere XLVI e XLVII, dirette a Rufinod'Aquileia, sono probabilmente apocrife. Le lettere appartengono Annales du Midi, XX (1908); id., P. de N. et Priscillen, in Revue d'histoire et de littérature religieuse, I (1920), pp. 37 segg., 252 segg.; U ...
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GIULIANO di Eclano
Alberto Vaccari
Così chiamato dalla città di cui fu vescovo, presso l'odierna Mirabella Eclano (Avellino), nacque nella provincia romana di Apulia, e fiorì tra gli anni 385-450. Di [...] dei Cantici. A G. sono stati rivendicati commenti già pubblicati sotto altri nomi: ai Profeti minori tra le opere di Rufinod'Aquileia, a Giobbe col nome di Filippo, ai Salmi, anonimo; altri ancora sembrano perduti.
Bibl.: A. Bruckner, Julian von ...
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La leggenda della vera croce e la sua iconografia (VIII-XV secolo)
La disseminazione dei cicli figurativi in prospettiva europea
Barbara Baert
Deve esserci stato un tempo in cui il legno della croce [...] citata invece da Paolino di Nola nel 402 e da Rufinod’Aquileia nel 403, i quali la dicono, rispettivamente, aiutata per disegni dal ciclo della Vera Croce di Agnolo Gaddi a Firenze, in Rivista d’arte, 41 (1989), pp. 153-158, in partic. 155: «E piu ...
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FLORIO, Francesco
Guido Fagioli Vercellone
Nacque a Udine l'8 genn. 1705 dal conte Sebastiano e da Lavinia Antonini dei conti di Saciletto. Compiuti i primi studi nelle scuole dei barnabiti di Udine [...] Alessandrino, Eusebio di Cesarea, Tertulliano, s. Cipriano, s. Ambrogio e Rufinod'Aquileia, portando contemporaneamente avanti ricerche e studi sulle antichità d'Aquileia e del suo patriarcato. Ma furono proprio questioni pratiche relative a questo ...
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NICOLA DA BARI
EEdoardo D'Angelo
Il nome di N., quale scrittore d'età sveva, ci è noto da un testo contenuto nel manoscritto 642 della Biblioteca Universitaria di Erlangen (sec. XV, cc. 233-236): si [...] oltre appunto alle Scritture, vanno annoverati scrittori cristiani di età tardoantica come Cipriano (Testimonia) e Rufinod'Aquileia (De benedectione patrum).
Il panegirico di Federico (un dictamenprosaicumepistolare, più che una "predica"), oltre a ...
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Qualsiasi cosa (segno, gesto, oggetto, animale, persona), la cui percezione susciti un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile. L’originaria funzione pratica, prevalente ma non esclusiva, è sostituita [...] rilievo come, a differenza dell’allegoria, il s. fosse qualcosa d’immediato, che avesse un rapporto motivato con l’oggetto. Non è da Marcello di Ancira (340 ca.) e in latino da Rufino di Aquileia (404 ca.). Si suddivide in tre sezioni, relative alle ...
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