Poeta (Buenos Aires 1805 - Montevideo 1851). È considerato il primo e più originale rappresentante del Romanticismo nell'America Latina. Il suo primo lavoro è Elvira o la novia del Plata (1832), poemetto [...] d'imitazione francese (l'E. era stato lungamente in Francia), al quale seguì l'altro poema Lara (1833). Notevole fama gli procurò la raccolta Los consuelos (1834) dopo la quale apparvero le Rimas (1837) ...
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Poeta lettone (n. presso Bauska, Curlandia, 1874 - m. Riga 1940), insegnante elementare e ginnasiale; legato al Romanticismo in gioventù, si avvicinò poi alla Corrente nuova che rappresentava le idee progressiste [...] dell'epoca. La prima raccolta di poesie è del 1895 (Akordi "Accordi"); a essa seguirono Divas pasaules ("Due mondi", 1899), Rekviēm ("Requiem", 1899), Atraitnes dēls ("Il figlio della vedova", 1900), Uz ...
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Poeta e critico tedesco (Castello di Lubowitz, Slesia, 1788 - Neisse 1857). Tipico rappresentante del cd. secondo romanticismo, ha scritto poesie, racconti (Aus dem Leben eines Taugenichts, 1826), novelle [...] e testi per il teatro; la sua fama è legata soprattutto alle liriche (Gedichte, 1837).
Vita e opere
Allevato in ambiente aristocratico e cattolico (discendeva da una antica famiglia patrizia stabilitasi ...
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Scrittore (Ala 1798 - Roma 1862); sacerdote dal 1821, gesuita dal 1828, scrittore della Civiltà Cattolica, tenace avversario del romanticismo, che ai suoi occhi si identificava con l'aborrito liberalismo [...] (Del romanticismo italiano, 1839), scrisse romanzi di carattere storico, tutti editi dalla Civiltà Cattolica (L'ebreo di Verona, Lionello o delle società segrete, Lorenzo e il coscritto, ecc.) indulgendo a un'eloquenza e a un'esteriore ricchezza ...
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Scrittore italiano (Milano 7 marzo 1785 - ivi 22 maggio 1873). Autore tra i massimi della letteratura, con I promessi sposi realizzò, anche per l'uso di una lingua nazionale, un modello fondamentale per [...] ), che vanno ben oltre il problema delle unità pseudo-aristoteliche nel teatro, la lettera al marchese C. d'Azeglio Sul Romanticismo (1823, ma pubbl., e senza il consenso dell'autore, solo nel 1846), formulano con estrema nettezza e rigore logico il ...
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Storico, poeta e uomo politico svedese (Ransäter, Värmland, 1783 - Stoccolma 1847). Fu una delle figure principali del romanticismo svedese, prima di tendenze conservatrici e patriottiche, poi sempre più [...] aperto a idee liberali, come si può vedere nella sua lirica (Vikingen "Il vichingo", 1811; Odalbonden "Il libero contadino", 1811; Den lille kolargossen "Il piccolo carbonaio", 1815), e negli autobiografici ...
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letteratura Tendenza letteraria italiana, corrispondente al naturalismo (➔) francese. Il v. nasce nel secondo Ottocento, quando l’aspetto del romanticismo che tendeva alla parola-musica si era ridotto [...] a generico sentimentalismo; contro di esso il romanticismo stesso reagì puntando sull’altro suo aspetto, che tendeva alla parola-cosa, cioè sul realismo (➔). Varie sono le vie di tale reazione: la poesia ‘maledetta’ degli scapigliati; quella ...
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Scrittore russo (Mosca 1808 - ivi 1856), fratello di Ivan; si dedicò soprattutto, sotto l'influsso delle dottrine del romanticismo nazionalista e dello "slavofilismo", alla raccolta dei canti popolari, [...] pubblicati per la maggior parte solo dopo la sua morte: Pesni sobrannye P. V. Kireevskim ("Canti raccolti da P. V. K.", 1860-74; nuova serie 1911-29) ...
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Critico svedese (Tuna, Kalmar, 1785 - Stoccolma 1827). Studioso dell'idealismo filosofico tedesco fu tra i primi fautori del romanticismo in Svezia, sia collaborando ai periodici di quel movimento come [...] Polyfem e Phosphoros, sia con scritti satirico-letterarî contro il classicismo (Markalls sömnlösa mätter "Le notti insonni di Markall", 1820). Si segnalò anche come storico dell'arte e della letteratura ...
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romanticismo
s. m. [der. di romantico]. – 1. a. Atteggiamento etico-spirituale e movimento letterario, artistico e culturale, sorto in Germania e in Gran Bretagna negli ultimi anni del Settecento e quindi diffusosi in Francia, in Italia e...
classicismo
s. m. [der. di classico]. – 1. Aderenza d’uno scrittore, d’un artista, d’uno stile, al gusto e agli atteggiamenti che furono proprî dell’arte e del mondo classico: il c. del Foscolo, del Canova; il c. dell’architettura palladiana;...