Forma di governo cittadino autonomo, apparsa nell’Europa occidentale dopo l’anno 1000, come risultato di un’associazione volontaria, temporanea e confermata da giuramento, fra cittadini o gruppi di essi.
Nell’ordinamento [...] in Italia dall’imperatore). Molteplici fattori hanno contribuito alla formazione del c.: il permanere di istituti municipali romani, l’incremento demografico, il sorgere di ‘città nuove’, il frazionamento del potere feudale, il successivo formarsi di ...
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Scrittore latino (n. Rieti 116 a. C. - m. 27 a. C.), detto dal luogo di nascita V. Reatino (Reatinus); erudito, poligrafo, uno degli autori più fecondi e importanti del mondo antico. L'importanza di V. [...] l'animavano. Assai ammirato dai contemporanei, da lui attinsero poi tutti gli eruditi e in genere la cultura romana (e anche greco-romana) dei secoli successivi. Nella filologia e nell'antiquaria egli raggiunse il massimo livello nel mondo romano, e ...
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Giurista romano (sec. 3º d. C.). Si conoscono di P. ottantasei opere (in 319 libri), oltre le note a opere altrui. Fra le maggiori sono i commenti ad Edictum e ad Sabinum. Grande fu la fama che godette [...] Alessandro Severo. È uno dei più fecondi giuristi romani. Benché più volte raccogliesse materiali tratti da altri i cinque libri sententiarum pervenutici in estratto attraverso la Lex romana Wisigothorum, ma si tratta in realtà di una tarda ...
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. Caput, testa, indica originariamente l'individuo, e capitis deminutio doveva indicare in antico la perdita, da parte di un gruppo, di uno dei suoi membri: sia che tale diminuzione venga subita dal populus, [...] a indicare la posizione dell'individuo di fronte al diritto, posizione che dipende da tre elementi, detti dai Romani status, e cioè lo status libertatis, lo status civitatis, lo status familiae, libertà, cittadinanza, situazione rispetto al gruppo ...
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LOCAZIONE
Roberto MONTESSORI
Giuseppe TASSINARI
Emilio ALBERTARIO
. Diritto romano. - Già nel diritto romano la locatio conductio presenta tre tipi fondamentali: locatio rei, locatio operis faciendi, [...] che si obbliga alla mercede e assume gli altrui servigi.
Recentemente V. Arangio Ruiz ha sostenuto la tesi che i Romani non distinguessero tre tipi di contratti diversi, uniti dall'analogia della funzione economica, ma un contratto unico in cui "una ...
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VITELLIO, Aulo
Vincenzo ARANGIO-RUIZ
Giurista romano, probabilmente dell'età di Augusto. Non solo non ci rimane di lui nessun passo, ma neppure se ne citano le opinioni: solo ci rimangono brani di commentarî [...] di Vitellio era una collezione di responsi, relativi alla sola materia testamentaria.
Bibl.: C. Ferrini, Saggi intorno ad alcuni giureconsulti romani, 1ª ed., 1885, e in Opere, II, Milano 1929, p. 36 seg.; O. Lenel, Palingenesia iuris civilis, Lipsia ...
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PANCIROLI, Guido
Giovanni Rossi
PANCIROLI (Panzirolus), Guido. – Nacque a Reggio Emilia il 17 aprile 1523, figlio di Alberto, giurista rinomato nella sua città (come attestato dallo stesso Guido nel [...] Venezia nel 1610 (apud Ioannem Guerilium) a cura dell’altro nipote Ercole e accolti poi nel secondo tomo della Jurisprudentia Romana et Attica, per cura di Heineccius (Johann Gottlieb) (Lugduni Batavorum 1739). Si tratta di un lavoro che si pone nel ...
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manomorta
Nell’ordinamento feudale, la m. era il diritto del signore di succedere al vassallo morto senza eredi maschi. Poi il termine indicò quei beni che, in quanto appartenenti a enti perpetui, sfuggivano [...] si consolidò con l’estensione ai beni delle chiese delle norme relative all’inalienabilità delle res sacrae e religiosae dei romani. Nell’età barbarica ebbe incremento con le disposizioni a favore dell’anima e con il divieto delle permute dei beni ...
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Giureconsulto e letterato (Roggiano, Cosenza, 1664 - Roma 1718). Convinto assertore dei principi del cartesianesimo, nella sua opera è attestato quel gusto della chiarezza e della ragionevolezza che caratterizza [...] , il futuro Metastasio; lo adottò, gli diede una solida educazione letteraria, e lo lasciò erede dei suoi beni romani e della sua ricca biblioteca. Difese il cartesianesimo, combatté la morale gesuitica e la casistica, propugnò la necessità per ...
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Diritto
Diritto costituzionale
Diritto di voto In linea di massima, per diritto di v. si intende il diritto di partecipare a votazioni di tipo pubblicistico, siano esse di tipo deliberativo o elettivo [...] maggior parte dei casi questa è sottintesa ed è la salvezza. Il v. può essere privato o pubblico. La religione romana conosce anche v. pubblici periodici che impegnano lo Stato nel caso che il successivo lustro, decennio o ventennio trascorra in ...
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romaniano
s. m. Chi fa riferimento a Paolo Romani, deputato di Forza Italia. ◆ a colpire «politicamente» è che sulla strada del rimpasto [della Giunta comunale di Milano] si incontrino romaniani e formigoniani. Per una volta tanto d’accordo:...
romana1
romana1 s. f. [forse abbrev. di bilancia romana]. – Nell’industria tessile, tipo di bilancia che misura direttamente il titolo di filato. R. per pettinaccia, bilancia a due bracci che indica direttamente le percentuali di pettinacce...