Noir
Fabio Giovannini
Il noir più che un vero e proprio genere costituisce una tendenza dell'immaginario, uno stile. Rispetto all'indeterminatezza della classificazione in letteratura, l'esistenza del [...] (1981; Il postino suona sempre due volte) di Bob Rafelson, sia attraverso operazioni nostalgiche anticipate da Chinatown (1974) di Roman Polanski, e riproposte dal seguito The two jakes (1990; Il grande inganno) di Jack Nicholson, e poi continuate da ...
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Horror
Federico Chiacchiari
Il film horror affonda le sue radici nella letteratura di fine Settecento e Ottocento, in particolare nel romanzo gotico (il cui capostipite è The castle of Otranto, 1764, [...] living dead (La notte dei morti viventi) di Romero e Rosemary's baby (Rosemary's baby ‒ Nastro rosso a New York) di Roman Polanski. Nel film di Romero, realizzato in bianco e nero con un bassissimo budget e ispiratore di una nuova era per il genere ...
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Cinema
Luigi Chiarini
di Luigi Chiarini
Cinema
sommario: 1. Il cinema come industria culturale. 2. Il film come fatto artistico: polemiche e discussioni. □ Bibliografia.
1. Il cinema come industria [...] (relazione che pure esiste, come è dimostrato anche dal motivato interesse per il cinema di autori e teorici del nouveau-roman come A. Robbe-Grillet e M. Butor). Infatti, non si può dimenticare che procedimenti di questo genere hanno origine in ...
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Televisione
Giuseppe Cereda
Il rapporto tra televisione e cinema
Già negli anni Sessanta, Roberto Rossellini sosteneva, subordinando a questa sua convinzione una lunga e consistente attività televisiva, [...] di nuovo sembrava suggerire l'Est europeo (Andrzej Wajda, Krzysztof Zanussi, Andrej Tarkovskij, Juraj Jakubisko, Jiří Menzel, Roman Polański ecc.).
Era implicito che l'intervento finanziario delle reti televisive a favore del cinema fosse dettato più ...
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Gran Bretagna
Francesca Vatteroni
Cinematografia
In contrasto dialettico tra ipotesi di realismo e invenzione fantastica, il cinema britannico ha coltivato, accanto a una produzione con profonde esigenze [...] cinema in G. B. continuava a perdere pubblico, si registrò una massiccia presenza di registi stranieri: i polacchi Roman Polanski e Jerzy Skolimowski, lo svizzero Alain Tanner, ma soprattutto gli statunitensi Stanley Kubrick, Richard Lester e Joseph ...
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Divismo
Samuel Thomas
Il fenomeno del d. è direttamente legato alla cultura di massa del Novecento e, in origine, al medium per eccellenza di questa cultura, il cinema. Nel 19° sec. erano già emerse [...] progressivamente in quello della giovane compagna innamorata, incarnato per es. da Audrey Hepburn, la giovane principessa di Roman holiday (1953; Vacanze romane) di William Wyler. A sua volta, la vamp si trasformò in good-bad-girl, una figura ibrida ...
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Fantastico, cinema
Alessandro Cappabianca
Tra i generi cinematografici, il fantastico appare forse il meno facilmente definibile, presentando numerose tangenze con l'horror, l'avventura, la fantascienza, [...] , esordì con Night of the living dead (1968; La notte dei morti viventi), mentre Rosemary's baby (1968) di Roman Polanski può essere considerato un classico esempio, in campo cinematografico, delle teorie di Todorov sul fantastico: le ossessioni di ...
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Sceneggiatore
Giuliana Muscio
Lo sceneggiatore è colui che scrive la sceneggiatura di un film, o alcune sue parti, da solo o in collaborazione. Nel cinema statunitense di solito viene scelto dal produttore, [...] 1974, Gang; e Nashville, 1975) o la riformulazione del noir di P. Schrader (Taxi driver), Robert Towne (Chinatown, 1974, di Roman Polanski) e James Toback (The gambler, 1974, 40.000 dollari per non morire, di Karel Reisz).Nel cinema americano di fine ...
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Filmologia
Giorgio De Vincenti
Orientamento degli studi cinematografici che anticipò per diversi aspetti la semiologia del cinema degli anni Sessanta e Settanta ed ebbe origine con la fondazione nel [...] spazio nella "Revue" fin dal secondo numero, grazie al saggio Le temps, l'espace et le sentiment de réalité firmato da Roman Ingarden, professore all'università di Cracovia, e grazie agli studi del belga A. Michotte van der Berck, ricordati più tardi ...
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Ambiguità
Alessandro Cappabianca
Nel suo studio sull'a. nel linguaggio poetico (Seven types of ambiguity), la cui prima edizione risale al 1930, W. Empson riconosceva che l'operare dell'a. è alla radice [...] ), su sceneggiatura di Alain Robbe-Grillet, in cui l'apporto dello scrittore, il più noto esponente del Nouveau roman, si fonde con lo sguardo avvolgente della macchina da presa, a caratterizzare un universo senza tempo, 'ambiguamente' sospeso ...
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romaniano
s. m. Chi fa riferimento a Paolo Romani, deputato di Forza Italia. ◆ a colpire «politicamente» è che sulla strada del rimpasto [della Giunta comunale di Milano] si incontrino romaniani e formigoniani. Per una volta tanto d’accordo:...
romana1
romana1 s. f. [forse abbrev. di bilancia romana]. – Nell’industria tessile, tipo di bilancia che misura direttamente il titolo di filato. R. per pettinaccia, bilancia a due bracci che indica direttamente le percentuali di pettinacce...