In linguistica, passaggio di un suono a r; tale il r. di s nel latino antico (feria da fesia, Papirius da Papisius ecc.), in umbro, in laconico (σιόρ da ϑεός ecc.) e quello di n in albanese e in romeno [...] (cărunt dal lat. canutus); ecc.
In fonetica, pronuncia difettosa della erre ...
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Si chiama comunemente genere neutro uno dei valori che la categoria del ➔ genere assume in varie lingue del mondo, segnatamente nelle lingue indoeuropee, antiche e moderne, accanto ai due valori, più stabili [...] dei rispettivi sistemi, a prescindere poi dal fatto che le singole tradizioni grammaticali riconoscano a esse (come avviene per il romeno) oppure no (come perlopiù per l’italiano) lo statuto di genere e il valore di neutro.
Un primo gruppo comprende ...
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Sincope (dal gr. synkopḗ, lett. «atto del tagliuzzare») in ➔ fonetica storica è il fenomeno che consiste nella scomparsa di un suono o di una ➔ sillaba all’interno di una parola (per la caduta in posizione [...] risulta essere già con la vocale sincopata.
Così pulice(m) diventa pulce in italiano ma resta purice in romeno; nebŭla diviene negură in romeno e attraverso un passaggio intermedio di *nebla si arriva a nebbia in italiano. Al contrario, nella forma ...
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I numerali sono considerati l’espressione simbolica dei numeri (ovvero delle entità che si usano per contare, classificare, accumulare, raggruppare) nel linguaggio (Pannain 2000; Gvozdanović 20062: 736). [...] neolatini, invece, se per 11-15 vi è continuità con il modello latino (it. undici; fr. onze; spagn. once; port. onze; romeno unsprezece, letteralmente «uno sopra dieci», ecc.), per 17, 18, 19 si è venuto a creare un tipo nuovo (originatosi nel latino ...
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In linguistica, il fenomeno fonetico del cambiamento di timbro di una vocale per assimilazione a distanza. Il caso più tipico è quello in cui la vocale accentata si assimila più o meno alla vocale o semivocale [...] da -i e -u finali (napoletano porta dal lat. porta, ma puorto, dal latino portu[m]), e inoltre in francese, in portoghese e in romeno (ant. fr. fis, dal lat. feci; port. como ‹kómu› «io mangio», ma come ‹kómë› «mangia»; rom. soare, dal lat. sole[m ...
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La punteggiatura (lat. interpunctio) è un sistema di segni convenzionali impiegato nello scritto per segnalare le relazioni logiche e sintattiche tra le diverse parti della frase, le pause della lettura [...] in norvegese; punktuacija e interpunkcija in russo; interpunktja in polacco; interpunkcija in serbo e sloveno; punctuație in romeno; interpunkce in ceco; punctuacija in bulgaro (Mortara Garavelli 2008b: V-VI).
La rassegna che segue propone una ...
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Settima lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
Nell’alfabeto greco la lettera corrispondente alla G è il Γ (gamma), che occupa il terzo posto, nell’alfabeto latino occupato dalla C. Questa infatti [...] ‹ġ› è rappresentato dalla semplice g davanti ad a, o, u e a consonante, mentre davanti a e e i l’italiano e il romeno usano gh, il francese, il catalano, lo spagnolo, il portoghese usano gu; resta invece in tutti i casi g semplice nella maggior parte ...
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La grammaticalizzazione è il fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore [...] moglie» (Apuleio, Le metamorfosi, X, 23)
che presentano il tipo it. Lorenzo il Magnifico (fr. Iseut la blonde, spagn. Alfonso el sabio, romeno Ion ăl bun). Come nota Renzi (1976), è nel VI secolo, all’epoca di Gregorio di Tours, che l’uso di ipse e ...
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Chimica
Si dice di sostanza che non presenta reazione acida o basica; così, per es., è n. un sale che, sciolto in acqua, produce ioni che, essendo acidi e basi di Brönsted debolissimi, non mostrano tendenza [...] una tensione minima degli organi vocali, come l’e ‘muta’ del francese o l’e finale del napoletano o la ă del romeno.
Matematica
In algebra, si dice n. (o indifferente) rispetto a una data operazione binaria tra elementi A un elemento e tale che ...
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Il monottongo è un’articolazione vocalica stabile caratterizzata da un unico timbro, in opposizione alle articolazioni vocaliche che mostrano un cambiamento qualitativo nel corso della loro produzione [...] del dittongo au: esso è mantenuto nei dialetti dell’Italia meridionale, in alcuni dialetti friulani e trentini, nel romeno, nell’antico provenzale e nella maggior parte delle parlate occitane moderne; viene monottongato in [o] nel portoghese; viene ...
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romeno
romèno (o rumèno) agg. e s. m. (f. -a) [dal romeno român o rumân, che è il lat. Romanus]. – Della Romanìa, stato dell’Europa centro-orientale: il popolo r.; la lingua, la letteratura r.; le tradizioni popolari r.; il territorio r.;...
macedo-romeno
macèdo-romèno (o macèdo-rumèno) agg. e s. m. [il primo componente, macedo, è la forma che assume macedone in composizione con altro aggettivo etnico]. – Denominazione di uno dei quattro gruppi dialettali in cui si articola la...