I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento [...] (nominativo e accusativo-obliquo o, meglio, un caso soggetto e un caso retto). Paradigmi a due casi sono presenti nel romeno e sono attestati nelle fasi antiche del francese e del provenzale, ma tracce di sistemi casuali ridotti si trovano anche nel ...
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Sebbene con italiano si alluda qui alla lingua, non a chi la parla, la diffusione della lingua italiana fuori d’Italia può spesso essere desunta solo dal contatto con la civiltà italiana. Questa considerazione [...] italianismi verso est: il neogreco alle altre lingue balcaniche e al turco, il serbocroato all’ungherese, al bulgaro e anche al romeno. Per lo stesso marinaro, venez. mariner, si ritrova la prima forma in albanese marinar, gr. marnáros, turco marinar ...
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I numerali sono considerati l’espressione simbolica dei numeri (ovvero delle entità che si usano per contare, classificare, accumulare, raggruppare) nel linguaggio (Pannain 2000; Gvozdanović 20062: 736). [...] neolatini, invece, se per 11-15 vi è continuità con il modello latino (it. undici; fr. onze; spagn. once; port. onze; romeno unsprezece, letteralmente «uno sopra dieci», ecc.), per 17, 18, 19 si è venuto a creare un tipo nuovo (originatosi nel latino ...
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In linguistica, il fenomeno fonetico del cambiamento di timbro di una vocale per assimilazione a distanza. Il caso più tipico è quello in cui la vocale accentata si assimila più o meno alla vocale o semivocale [...] da -i e -u finali (napoletano porta dal lat. porta, ma puorto, dal latino portu[m]), e inoltre in francese, in portoghese e in romeno (ant. fr. fis, dal lat. feci; port. como ‹kómu› «io mangio», ma come ‹kómë› «mangia»; rom. soare, dal lat. sole[m ...
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Per minoranze linguistiche si intendono gruppi di popolazione che parlano una lingua materna diversa da quella di una maggioranza: quest’ultima si identifica normalmente coi parlanti che hanno come lingua [...] ad es., anche l’insieme dei parlanti abruzzese (o un singolo dialetto abruzzese), o degli immigrati che parlano il romeno (Telmon 1992).
Diversamente da quanto avviene in altri paesi occidentali, però, il concetto di minoranza linguistica ha assunto ...
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La punteggiatura (lat. interpunctio) è un sistema di segni convenzionali impiegato nello scritto per segnalare le relazioni logiche e sintattiche tra le diverse parti della frase, le pause della lettura [...] in norvegese; punktuacija e interpunkcija in russo; interpunktja in polacco; interpunkcija in serbo e sloveno; punctuație in romeno; interpunkce in ceco; punctuacija in bulgaro (Mortara Garavelli 2008b: V-VI).
La rassegna che segue propone una ...
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Terza lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
La sua forma deriva dal gamma dell’alfabeto greco occidentale (calcidese) che fu modello di quello romano. Qui inizialmente la C rappresentò sia la velare [...] rappresentato generalmente dalla semplice c davanti ad a, o, u e a consonante, mentre davanti a e e i l’italiano e il romeno usano ch, le altre lingue ricorrono a segni o digrammi diversi. Gli altri valori della c sono diversi da lingua a lingua. L ...
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Settima lettera dell’alfabeto latino.
Linguistica
Nell’alfabeto greco la lettera corrispondente alla G è il Γ (gamma), che occupa il terzo posto, nell’alfabeto latino occupato dalla C. Questa infatti [...] ‹ġ› è rappresentato dalla semplice g davanti ad a, o, u e a consonante, mentre davanti a e e i l’italiano e il romeno usano gh, il francese, il catalano, lo spagnolo, il portoghese usano gu; resta invece in tutti i casi g semplice nella maggior parte ...
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Il termine parasintetico si riferisce a parole formate col simultaneo combinarsi a una base di un prefisso e di un suffisso (o di un processo di ➔ conversione), ove non esiste una parola contenente o solo [...] per l’impiego produttivo del processo di formazione parasintetico verbale (port. endurecer «indurire», spagn. engrasar «ingrassare», romeno a agrava «aggravare», fr. adoucir «addolcire»: cfr. Reinheimer Rîpeanu 1974).
Il processo formativo è ...
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La grammaticalizzazione è il fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore [...] moglie» (Apuleio, Le metamorfosi, X, 23)
che presentano il tipo it. Lorenzo il Magnifico (fr. Iseut la blonde, spagn. Alfonso el sabio, romeno Ion ăl bun). Come nota Renzi (1976), è nel VI secolo, all’epoca di Gregorio di Tours, che l’uso di ipse e ...
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romeno
romèno (o rumèno) agg. e s. m. (f. -a) [dal romeno român o rumân, che è il lat. Romanus]. – Della Romanìa, stato dell’Europa centro-orientale: il popolo r.; la lingua, la letteratura r.; le tradizioni popolari r.; il territorio r.;...
macedo-romeno
macèdo-romèno (o macèdo-rumèno) agg. e s. m. [il primo componente, macedo, è la forma che assume macedone in composizione con altro aggettivo etnico]. – Denominazione di uno dei quattro gruppi dialettali in cui si articola la...