Scrittore tedesco (Oberholzheim, Svevia, 1733 - Ossmannstädt, Weimar, 1813). Inizialmente attratto dall'Illuminismo, fu il maggior esponente del rococò letterario tedesco. Tra le sue opere spiccano i romanzi [...] collocazione di W. a contatto con le espressioni letterarie europee più avanzate e più compiute, anzitutto (ma non solamente) a contatto col rococò francese, da cui derivò una lezione di stile che ne fece l'esponente più qualificato d'un autonomo ...
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NEMI, Orsola
Pseudonimo della scrittrice Flora Vezzani, nata a Firenze l'11 giugno 1905.
Nei suoi romanzi e racconti (Rococò, Milano 1940; Anime disabitate, Roma 1945; Maddalena della palude, Milano [...] 1949; Rotta a Nord, Firenze 1955; I gioielli rubati, Milano 1958; Il sarto stregato, ivi 1960), una leggiadra inventiva tende a trasfigurare favolosamente una realtà osservata, o rievocata, con acuta sensibilità. ...
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Poeta danese (Gummerup, Fyn, 1705 - Ribe 1758). Coltivò varie forme di poesia (canzoni conviviali, epigrammi, confessioni religiose, salmi), sempre nei modi aggraziati del rococò. Gran parte della sua [...] produzione estemporanea è stata raccolta e pubblicata dopo la sua morte (a partire da Arier og andre poetiske forg "Arie e altri tentativi poetici", 1771, a cura di T. S. Heilberg) ...
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Poeta e giurista polacco (n. 1748 - m. Varsavia 1801). Ciambellano del re Stanislao Augusto, ha lasciato una celebre traduzione (1778) del Temple de Cnide di Montesquieu e importanti trattati (Listy o [...] guście czyli smaku "Lettere sul gusto", 1779), per i quali è considerato il principale teorico del rococò letterario in Polonia. ...
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Scrittore tedesco (Francoforte sul Meno 1862 - Berlino 1939). Sotto l'influsso del nascente naturalismo scrisse varî lavori teatrali (fra cui Die Aufrichtigen, 1883; Unter vier Augen, 1886; Das Recht der [...] Frau, 1888; Die wilde Jagd, 1893). Si evolveva intanto verso una più congeniale trasvalutazione in spirito quasi rococò, affermandosi in specie col dramma favolistico Der Talisman (1893), con altre commedie raccolte in Sieben Einakter (1909) e col ...
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Poeta polacco (n. presso Sandomierz 1739 circa - m. Tul´čin, Vinnica, 1812). Fece parte della cerchia di re Stanislao Augusto; dopo la sua abdicazione si avvicinò ai Czartoryski e quindi ai Potocki, il [...] cui sontuoso parco di Tul´čin descrisse in Sofiówka (1806). Poeta di grande perizia formale, fu influenzato dal classicismo e dal gusto rococò, pur senza condividere gli intenti didascalici tipici della poesia coeva. ...
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Scrittore tedesco (Jena 1735 - Weimar 1787). Sul modello del Don Chisciotte, in opposizione al romanzo sentimentale di origine inglese, scrisse il romanzo epistolare Grandison der Zweite (3 voll., 1760-62), [...] 1782-86), che rielaborano temi favolistici e leggendarî della tradizione tedesca e francese, senza concessioni al genere popolaresco ma piuttosto in compiaciuto abbandono al gusto rococò. Sulla stessa linea anche i racconti di Straussfedern (1787). ...
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Poeta (Stoccolma 1740 - ivi 1795). Cresciuto in ambiente borghese e pietista, ma venuto presto in contatto, grazie al suo ingegno, con i circoli aristocratici, con artisti quali J. T. Sergel ed E. Martin [...] delle settecentesche società segrete, idillî, lettere rimate: dove, tra gli svolazzi mitologici alla moda e la grazia incipriata del rococò, s'accampa tutta una folla di figure ritratte dal vero. Dopo un decennio d'intensa attività creatrice (1760-70 ...
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(ted. Göttingen) Città della Germania (121.513 ab. nel 2007) nella Bassa Sassonia, capitale dell’omonimo distretto. È famosa per la sua università.
Ricordata nel 953 con il nome Villa Gutingi, ottenne [...] , in specie quale autore di poesie a sfondo patriottico; ferocemente avversato fu invece C.M. Wieland, campione del rococò letterario tedesco. L’associazione ebbe breve durata, ma la sua azione per il rinnovamento della lirica tedesca fu rilevante ...
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rococo
rococò (ant. o raro roccocò) s. m. [dal fr. rococo, alterazione scherz., avvenuta nel gergo degli artisti, di rocaille (v.)]. – Stile architettonico e decorativo affermatosi in Francia, e diffusosi nel resto d’Europa, nella prima metà...
stile
s. m. [lat. stĭlus «stilo»: v. stilo]. – 1. Lo stesso, ma meno frequente, che stilo, in varî sign.: a. Piccola asta d’osso o di metallo, appuntita a un’estremità e piatta dall’altra, usata dagli antichi per scrivere sulle tavolette cerate...