CALDERARI, Ottone Maria
Franco Barbieri
Nato a Vicenza l'8 sett. 1730 da Casimiro, di nobile ma non ricca famiglia - la madre era la veronese Vittoria Serenelli -, soltanto a 25 anni (Diedo, 1811; Magrini) [...] contorni ormai stereotipati della figura del C., inteso quale restauratore della sana architettura dopo le nefandezze del barocco e del rococò: un cliché rimasto vivo sino allo spirare del sec. XIX. Solo la moderna valutazione dell'illuminismo e del ...
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ALFIERI, Benedetto
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Architetto, nato a Roma nel 1699, dal conte Alessandro Niccolò Alfieri Bianco, del ramo cadetto degli Alfieri di Asti, detto di Cortemiglia. Secondo il Paroletti ebbe a padrino [...] , con facciata che si richiama a quella del Castellamonte. Negli interni, lo stile dell'A., ovviamente ispirato al rococò francese, si distingue tra l'altro per l'originale uso dei grandi specchi, per l'intelligente inserzione della decorazione ...
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DUPRÀ, Giuseppe
Alberto Cottino
Fratello minore di Domenico, nacque a Torino nel 1703. Giovanissimo, dovette recarsi a Roma per studiare sotto Marco Benefial (G. Bottari-S. Ticozzi, Raccolta di lettere, [...] Rossetti Brezzi (1980): la tipologia di questo grande ritratto di famiglia (cm 273 × 258), in cui la cultura rococò va trascolorando in un precoce neoclassicismo, non coincide con la maniera "zuccherina" di Domenico, e soprattutto mostra di indulgere ...
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BIZZACHERI (Bizzacari, Bizzocheri, Bizacarri)
Manfredo Tafuri
Mancano notizie biografiche di questo architetto, attivo in Roma negli ultimi decenni del sec. XVII e nei primi del XVIII. Tradizionalmente [...] potesse essere verificata - testimonierebbe una sua presa di posizione estremamente decisa a favore di un barocchetto tendente al rococò, di considerevole maniera e vigore: in specie nel grande finestrone centrale, che con la sua concavità definisce ...
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MAGGI, Giacomo
Lucia Casellato
Poco o nulla si conosce della vita di questo artista, forse originario di Ravenna, la cui presenza è attestata a Torino dal 1690. Risale a questa data, infatti, la commissione [...] l'unica testimonianza della presenza del M. nella villa.
Tutto il parato decorativo è di un gusto tipicamente rococò, dove la sfarzosità scenografica delle finte architetture è solo parzialmente attenuata dalla grazia affettata delle figure e dall ...
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FONTANA, Riccardo
Alfonso Garuti
Nacque probabilmente a Carpi (Modena) nel 1712 circa, da famiglia originaria di Fabbrico (Reggio Emilia), figlio di Giovanni e di Antonia Riccardi. Il Cabassi (1784, [...] architettoniche delle singole cappelle. L'esecuzione dei bassorilievi richiama elementi classici interpretati con grazia rococò di ascendenza borrominiana. Una spiccata ricerca naturalistica si evidenzia negli estradossi degli archi definiti ...
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CALEGARI (Callegari), Giovanni
Silla Zamboni
Architetto ornatista bolognese, nato intorno al 1753 e morto nel 1812, come riferisce G. Bianconi; la sua presenza documentata come studente di architettura [...] l'apparato nell'oratorio del Baraccano.
L'opera del C. segue l'evolversi della cultura artistica bolognese dal rococò al neoclassico. Significativa in questo senso è la testimonianza di alcune invenzioni di architettura decorativa tuttora esistenti ...
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APPIANI, Giuseppe
Roswitha Hespe
Nato presumibilmente nel 1701 a Porto presso Milano, fu notevole affrescatore. Si recò dalla Lombardia in Germania nella prima metà del sec. XVIII, fu a Monaco e in [...] forza di espressione. Mentre le sue opere principali (Arlesheim e Vierzehnheiligen) appartengono ancora completamente allo stile rococò, nelle pitture più tarde (Wiirzburg, chiesa di S. Michele) si percepisce un irrigidimento presago di classicismo ...
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EMELIANI, Emiliano
Maria Giuseppina Marotta
Nacque a Faenza (od. prov. Ravenna) il 21 febbr. 1682 da Francesco e da Anna Rossi, entrambi di antica famiglia. Si hanno scarse notizie della sua breve esistenza [...] , come nel sonetto "Morte, ahi che festi?", in cui torna il logoro concetto della morte vinta ed uccisa. Né mancano compiacimenti rococò, come nel sonetto "Ecco il campo, ecco l'armi, ecco le schiere", in cui il gioco degli scacchi è descritto come ...
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CADIOLI, Giovanni
Chiara Tellini Perina
Nato nel 1710 a Mantova, fu una delle personalità promotrici della cultura mantovana settecentesca, nel clima di iniziative favorite dal riformismo asburgico. [...] prosastico, sempre aderente all'assunto illustrativo, piegato a una sobria misura accademica, ravvivata talora da qualche inflessione rococò.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, Fondo Gonzaga, buste 3170, 3368; Magistrato Camerale Antico, busta ...
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rococo
rococò (ant. o raro roccocò) s. m. [dal fr. rococo, alterazione scherz., avvenuta nel gergo degli artisti, di rocaille (v.)]. – Stile architettonico e decorativo affermatosi in Francia, e diffusosi nel resto d’Europa, nella prima metà...
stile
s. m. [lat. stĭlus «stilo»: v. stilo]. – 1. Lo stesso, ma meno frequente, che stilo, in varî sign.: a. Piccola asta d’osso o di metallo, appuntita a un’estremità e piatta dall’altra, usata dagli antichi per scrivere sulle tavolette cerate...