Certe mie rime a te mandar vogliendo
. Sonetto di G. Cavalcanti, che nei codici Chigiano LVIII 305
e Vaticano 3214 si trova attiguo a sonetti di corrispondenza con Dante. Tuttavia l'ipotesi che anch'esso [...] sia indirizzato all'autore della Commedia non ha alcun saldo fondamento (cfr. P. Ercole, G. Cavalcanti e le sue rime, Livorno 1885, 349; v. anche Contini, Poeti II 543). ...
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Francesco Petrarca: Rime, Trionfi e Poesie Latine - Introduzione
Natalino Sapegno
I Rerum vulgarium fragmenta del Petrarca si presentano al lettore moderno con un duplice aspetto e consentono, per così [...] 'ordine raggiunto e nel titolo stesso del libro; che è, o vuoi essere, appunto un libro, ma pur risulta di fragmenta, di «rime sparse»; ed è una storia, un'effigie ideale, che comporta persino un fine morale e didattico, ma nello stesso tempo è anche ...
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Le dolci rime d'amor ch'i' solia
Vincenzo Pernicone
. Questa canzone (Rime LXXXII) è stata commentata da D. nel trattato IV del Convivio. È costituita di 7 stanze di 20 versi endecasillabi (13) e settenari [...] .
Bibl.-C. De Lollis, Quel di Lemosì, in Scritti vari di filologia in onore di E. Monaci, Roma 1901, 353-372; D.A., Le Rime, a c. di D. Mattalia, Torino 1943, 147; B. Nardi, D. e la cultura medievale, Bari 1949², 59; S. Santangelo, D. e i trovatori ...
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sonetto, sonetto doppio
Ignazio Baldelli
1. Nei s. danteschi, la forma arcaica a rime alterne negli otto versi della fronte, è di gran lunga meno usata, come del resto in Cavalcanti e in Cino. Dai conteggi [...] II XIII 7.
5. Dei tre s. doppi (o rinterzati) di D. (due della Vita Nuova, VII e VIII 8-11, e uno delle Rime, XLVIII), che inseriscono cioè 6 settenari, dopo il primo e il terzo endecasillabo delle quartine e dopo il secondo delle terzine, O voi che ...
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fare
Carlo Delcorno
. Dal latino facĕre, da cui già nel sec. VI deriva la forma contratta fare per analogia con dare. Usatissimo in D., copre pressoché tutta l'area semantica che il vocabolo domina [...] , XIII 3 (due volte), II II 1, X 5 (due volte), XIV 20, III Amor che ne la mente 47, III 13, VI 7, XIII 7, XV 11, IV Le dolci rime 55 (ripreso in X 12), V 18, XII 20, XIII 11, XVII 6, XXV 9, XXVII 17; If III 74, IV 27, VII 66 e 89, IX 72, X 87 e 136 ...
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avere
Riccardo Ambrosini
1. Le forme del verbo a. (per l'uso sostantivale, v. § 13) occorrono 1500 volte circa (735 circa nella Commedia, 415 circa nel Convivio e, in numero quasi eguale di casi, 173 [...] l'uno de li piedi avesse nel sepulcro; Pg XVIII 121 ha già l'un piè dentro la fossa); posta (Pg XXIX 70); sembianza (If IV 84); tempo (Rime C 39, CII 51 increscati di me, c'ho sì mal tempo); udir, -e (Cv II VI 1, Pd XXI 61 hai l'udir mortai sl come ...
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ghiaccio
Bruno Basile
Ricorre in Rime dubbie V 27 Ben avrà questa donna cor di ghiaccio, ove il termine è chiamato, con analogia tipica della lirica cortese, a esprimere " il gelo ", " la freddezza [...] LIX 6 e LXVI 22), può far ricordare, sia pure in tono assai tenue, certo vocabolario da rime petrose (specialmente il freddo di Rime CII 8 e 30, e il mi ghiaccia del v. 32 dello stesso componimento). Un'occorrenza anche in Fiore XXXIV 7, in contesto ...
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micidiale
Aggettivo raro, esclusivo delle Rime; ricorre nel senso etimologico di " omicida " (da ‛ omicidiale ', per aferesi: cfr. il latino tardo homicidialis), con valore figurato: scherana micidiale [...] e latra è la bella petra per cui il poeta ‛ corre ' alla morte (CIII 58; cfr. i vv. 2 e 56); anche in Rime dubbie XVII 12 m., come predicativo, è detto di una donna, mentre in Rime LXVII 49 è riferito agli occhi dell'amata. ...
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vena
Alessandro Niccoli
Ricorre nelle Rime, nella Commedia e nel Fiore, quasi sempre per indicare un vaso sanguigno in genere.
Alla funzione delle v. di servire da condotto per la circolazione sanguigna [...] di violenza patita.
Estensivamente v. indica i canali naturali entro cui scorre l'acqua sotterranea prima di sgorgare alla superficie della terra: Rime C 53 Versan le vene le fummifere acque / per li vapor che la terra ha nel ventre; Pg XXVIII 121 L ...
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rima
Ignazio Baldelli
1. Nel De vulg. Eloq., D. rimanda la trattazione sistematica sulla r. al quarto libro dell'opera, non più portata a termine. Tuttavia alcune cose afferma nella parte che tratta [...] si ha in Quell'uno e due e tre che sempre vive / e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno, Pd XIV 28-29. Si vedano Rime LXXXIII 43-44, e Servo non di Signor, ma di vil servo, CVI 43; perdoniamo a ciascuno, e tu perdona, Pg XI 17; ancora, parlare in r ...
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rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza l’una dall’altra nel discorso, e in...
sestina
s. f. [dim. di sesto1, sostantivato al femm.]. – 1. a. Forma particolare della canzone, come composizione poetica, formata nel suo schema tipico di sei stanze di sei endecasillabi ciascuna, con un congedo di tre endecasillabi; ogni...