ah
. Solo in Rime CVI 97 Se vol dire " I' son presa ", ah com poca difesa / mostra segnore a cui servo sormonta!: esprime meraviglia mista a rammarico all'ipotesi che la ragione si lasci signoreggiare [...] dal vizio, suo servo. Anche in If I 4 (ed. del '21), dove il Petrocchi legge Ahi ...
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scudiscio
In Rime CIII 67 S'io avessi le belle trecce prese, / che fatte son per me scudiscio e ferza..., in senso figurato, e in dittologia sinonimica (" non bello ", chiosa il Tommaseo [Dizionario]; [...] ma l'immagine ben s'inserisce e rafforza il crudo realismo della canzone petrosa Così nel mio parlar) ...
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succiso
Per " reciso ", in Rime CIV 21 l'una [delle tre donne, v. 1] ... / 'n su la man si posa / come succisa rosa.
Oltre a confermare l'ascendenza dell'immagine a Virg. Aen. IX 435 " flos succisus [...] arator ", già rilevata dal Carducci, il Contini nota che " succiso è già in Bonagiunta, com'albore succiso (Torraca) e il Boccaccio glossava ancora, con ‛ di sotto tagliate ', il suo succise del Teseida, ...
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incantamento
Vincenzo Valente
In Rime LII 2 fossimo presi per incantamento, vale " incantesimo ", " forza di magia "; e il tema degl'incantesimi rimanda alle narrazioni medievali, specialmente ai romanzi [...] del ciclo brettone ben noti a D.: le Arturi regis ambages pulcerrimae (VE I X 2), con cui si collegano le storie del mago Merlino e della sua barca evocata dai versi del famoso sonetto (v. INCANTATORE). ...
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fatato
Soltanto in Rime LXXIII 1 la mal fatata / moglie di Bicci vocato Forese: " nata con triste fato ", " disgraziata "; cfr. fra Giordano Prediche (Firenze 1739, 99): " non pochi credono che incontanente [...] che l'uomo nasce sia fatato di ciò che gli dee intervenire "; Fazio Dittamondo III XVIII 73 " Poi mira a destra il mal fatato e rio / campo Matronio ".
Bibl.-M. Barbi, La tenzone di D. con Forese, in Problemi ...
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incastrare
Unica occorrenza in Rime LXII 4 ch'altro consiglio / non vi si può già dar: chi vuoi l'incastri. Il verbo è dettato dalla rima (vincastri), anch'essa del tutto isolata; la frase che ne risulta, [...] ‛ i. un consiglio ', vale " fermarlo bene in mente ". Il Contini rapporta i. al provenzale encastrar, col senso metaforico di " ficcare in capo ". Il Barbi ricorda per analogia la frase bene ascolta chi ...
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infreddato
Ricorre in Rime LXXIII 5 nel senso di " raffreddato ", detto della mal fatata / moglie di Bicci vocato Forese (vv. 1-2), che di mezzo agosto... truovi infreddata. Tutto il contesto conferisce [...] al termine un valore equivoco, trattandosi di tosse, freddo e altra mala voglia dovuti a difetto ch'ella sente al nido (vv. 9 e 11), cioè al fatto di essere trascurata dal marito. Cfr. CHI UDISSE TOSSIR ...
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aizzare
Freya Anceschi
. In Rime LXI 1 D. usa il verbo a. (derivato di ‛ izza ', " ira ", " stizza "), in costrutto assoluto, col valore che conserva nell'uso odierno, cioè " provocare ad ira ", " eccitare [...] ", " stimolare " (cacciatori aizzare, sottinteso: i cani). È variante di copisti fiorentini (del gruppo vaticano) in If XXVII 21 t'aizzo in luogo di t'adizzo, di tradizione più diffusa. V. anche ADIZZARE ...
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scalpare
Ricorre solo in Rime dubbie VII 5 Non credi tu, perch'io aspre vie scalpi, / ch'io mi ricordi di tua vita fella...?; scalpi, come palpi per " palpiti " del verso precedente, per necessità di [...] rima, significa " calchi ". Per la costruzione, si confronti con If XIV 34 scalpitar lo suolo.
Bibl. - M. Barbi, Studi sul canzoniere di D., Firenze 1915, 453-509 ...
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suggere
In Rime CV 7, seguito da ‛ di ': chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno, del cui tosco sugge, dove sembra si alluda a papa Clemente V, che dopo aver ucciso la giustizia trova [...] rifugio presso Filippo il Bello (il gran tiranno) di cui " succhia " il veleno, cioè la cupidigia, vizio contrario alla giustizia (cfr.Mn I XI 11) ...
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rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza l’una dall’altra nel discorso, e in...
sestina
s. f. [dim. di sesto1, sostantivato al femm.]. – 1. a. Forma particolare della canzone, come composizione poetica, formata nel suo schema tipico di sei stanze di sei endecasillabi ciascuna, con un congedo di tre endecasillabi; ogni...