FATTORI, Giovanni
Dario Durbè
Nacque a Livorno il 6 sett. 1825 (non il 25 di quel mese, come l'artista ebbe una volta a dichiarare, o nel 1828, come egli stesso ripeté due volte, anche se esitante). [...] Sue.
Un tale clima, un tale genere di relazioni consentono di apprezzare nel suo giusto significato la vivace soldati. E a poco a poco in quel periodo il lavoro dei campi, i costumi dei contadini Questo effetto di luminosità nettamente definita ed ...
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Pittore (Livorno 1825 - Firenze 1908). Dopo un primo apprendistato presso il pittore livornese Giuseppe Baldini, alla fine del 1846 giunse a Firenze iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti, che frequentò con discontinuità. Tuttavia le lezioni all’Accademia e le amicizie al caffè Michelangelo lo avvicinarono ... ...
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Pittore italiano (Livorno 1825 - Firenze 1908); uno dei maggiori pittori italiani del sec. 19º. Condusse una vita modesta, tenendosi in disparte anche dalle polemiche dei macchiaioli di cui è considerato il massimo esponente. Dopo aver studiato a Livorno con G. Baldini e a Firenze con G. Bezzuoli, si ... ...
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Pittore, nato a Livorno il 6 settembre 1825, morto a Firenze il 30 agosto 1908. Allievo di Giuseppe Baldini, che ben poco poté insegnargli, entrò poi (1846) all'accademia di Firenze, studiando nella scuola di pittura di G. Bezzuoli e in quella libera del nudo; finché i moti del '48-'49 lo tolsero all'arte. ... ...
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GIORDANO, Luca
Maria Giovanna Sarti
Nacque a Napoli il 18 ott. 1634 da Antonio e da Isabella Imparato.
Antonio, mercante di quadri di origine pugliese ma anche modesto pittore, dovette avviare il figlio [...] avrebbe potuto fare a Roma, dove, ancora secondo la Relazione, il G. si sarebbe recato, questa volta solo, intorno di Madrid.
Dopo un periodo di abbandono, il e presentata ai Napoletani. Nell'abbagliante luminosità della volta, il G. riprese la ...
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LIPPI, Filippo
Luca Bortolotti
Nacque intorno al 1406 a Firenze, figlio di Tommaso di Lippo, di professione macellaio, e di Antonia di ser Bindo Sernigi.
Secondo le indicazioni di Vasari (1568, p. 612), [...] testimonia in modo spettacolare la luminosità e la brillantezza coloristica ormai nell'evidenziare le analogie e l'ideale relazione fra i due santi, facendo procedere il venivano licenziati con il suo imprimatur.
Al periodo tra il 1463 e il 1465 risale ...
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CATTANEO, Danese
Silvia Macchioni
Giuseppe Gangemi
Figlio di Michele, mercante, e di Gentile degli Alberti, originari di Colonnata nelle Alpi Apuane, il luogo di nascita è incerto: il Vasari lo dice [...] del taglio e la pacata luminosità delle superfici. Recentemente l Salò.
Il sesto decennio è, per lo scultore, un periodo di intensa attività nei maggiori centri del Veneto: a Padova è stata giustamente posta in relazione dal Pope-Hennessy (1963) con ...
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CERESA (de' Ceresi), Carlo
Mina Gregori
Nacque il 20 genn. 1609 a San Giovanni Bianco, contrada Grabbia in Val Brembana (Bergamo) da Ambrogio e Caterina, benestanti, ivi trasferitisi dalla Valsassina [...] opera del C. è in corso. Il periodo più oscuro resta tuttora il decennio 1630-40 più a ovest, con Tanzio da Varallo. Le relazioni con il Turchi più austero e con Pasquale Ottino dell'immagine e la trasparente luminosità trascrivono visivamente, come in ...
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ALGARDI, Alessandro
Antonia Nava Cellini
Nacque da famiglia "non ignobile frà l'altre di Bologna" (Bellori) in questa città il 27 nove 1595; il padre Giuseppe era mercante di seta. Avviato allo studio [...] d'argento e di bronzo. Fu questo un periodo proficuo per l'arricchimento e l'aflinamento della cultura particolari, una chiara luminosità di origine emiliana d'Urbino, giustamente dal Wittkower posta in relazione con le opere tarde. Nel 1650 ebbe la ...
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CISERI, Antonio
Ettore Spalletti
Nacque a Ronco sopra Ascona, in Canton Ticino, il 25 ottobre del 1821, da Giovanni Francesco e da Caterina Materni. Nel 1833 egli si trasferì a Firenze, condottovi dal [...] inoltre, gli consentì di stringere relazioni prestigiose con personaggi di primo piano assoluta nelle opere di questo periodo di commissioni religiose, con una ricerche raggiungono sensibilissimi effetti di luminosità e di trasparenze che hanno ...
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CARUCCI, Iacopo, detto il Pontormo
Silvia Meloni Trkulja
Nacque a Pontorme (donde il soprannome), sobborgo di Empoli, il 24 maggio 1494 da Bartolomeo, pittore allievo di Domenico Ghirlandaio, e da Alessandra [...] ormai scopertamente manieristici, forse in relazione con gli esordi del Rosso Fiorentino e vivido nell'abbagliante luminosità estiva. La decorazione della alla morte di Leone X, e a questo periodo va assegnata la lunetta; il Pontormo riprese poi ...
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DIZIANI, Gaspare
Sergio Claut
Figlio di Giustina e Giuseppe "De Ciano", nacque a Belluno il 24 genn. 1689; fu allievo in patria di Antonio Lazzarini, ultimo interprete provinciale, ma non spregevole, [...] (Garas, 1963, p. 81) è forse in relazione con il già citato disegno di analogo soggetto nel Museo con opere di questo primo periodo di attività che si imposta S. Pietro ai Volti a Cividale. Luminosità diafane, assenza di contrasti chiaroscurali, ...
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AMBROSI, Melozzo degli, detto Melozzo da Forlì
Emma Zocca
Nacque nel 1438 in Forlì, dove la sua famiglia ("de Ambrosiis" o "de Ambroxiis") risiedeva da almeno quattro generazioni. È ignota la professione [...] Melozzo dovesse porsi in relazione col conterraneo Ansuino, corporee e nella chiara luminosità diffusa, profondamente diversa è risulta ch'egli si trovasse presente. A questo periodo romano si attribuisce il mosaico della volta della cappella ...
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lettura
s. f. [dal lat. tardo lectura, der. di legĕre «leggere», part. pass. lectus]. – 1. a. L’azione di leggere, di decifrare cioè un testo scritto o stampato: la l. di un manoscritto, di un’iscrizione; calligrafia, parola, passo, codice...
spettrale
agg. [der. di spettro]. – 1. Che ha le caratteristiche, l’apparenza di uno spettro, che è simile a uno spettro: a un tratto un rumor di passi, l’apparizione d’una figura disfatta, spettrale (De Roberto); avere un aspetto s., essere...