Filosofo e sociologo (Berlino 1898 - Starnberg, Baviera, 1979); insieme a Horkheimer e Adorno fu uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta teoria critica della società elaborata dalla Scuola di [...] cultura non oppone più all'esistenza valori trascendenti e alternativi, ma si presenta come conferma e convalida della realtà. La classe operaia stessa, che nello schema di Marx doveva rappresentare l'alternativa suprema, appare inglobata e integrata ...
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Titolo con cui sono note due opere scientifiche.
Ars compendiosa inveniendi veritatem Trattato (1277 circa) del filosofo, teologo, mistico e missionario catalano R. Lullo (1233/1235-1315), che svolge uno [...] grado, scoperto dall’allievo e collaboratore di Cardano, Lodovico Ferrari.
Il sistema di soluzione delle equazioni cubiche risaliva in realtà a Scipione Dal Ferro, ma Cardano lo aveva appreso, nel 1539, da Nicolò Tartaglia, al quale aveva promesso ...
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Ateniese (metà del 5º sec. a. C.), contemporaneo dell'oratore omonimo con cui fu spesso confuso. Scrisse opere di carattere morale (Sulla verità, in polemica con Protagora; Sulla concordia; Sull'interpretazione [...] , nell'applicare a un procedimento infinito le conclusioni valide per un procedimento finito, come fu ben rilevato da Aristotele. In realtà, il procedimento di A., debitamente precisato, diventerà un procedimento rigoroso di tipo infinitesimale. ...
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FICINO, Marsilio (Marsilius Feghinensis)
Cesare Vasoli
La data di nascita del F. non è attestata da alcuna fonte documentata, ma si fonda sulla testimonianza contenuta in una sua lettera a Martiri Preninger [...] impliciti ad Apuleio e a Macrobio da indurre il Marcel (Ficin, p. 217) a suggerire il suo spostamento al '62. Ma, in realtà, i testi di Platone qui usati sono soprattutto il Timeo, il Fedro ed il Fedone, questi ultimi nella versione del Bruni, mentre ...
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Il Rinascimento. Il metodo e l'ordine del sapere
Cesare Vasoli
Il metodo e l'ordine del sapere
Prodromi di un dibattito
La ricostruzione del lungo dibattito cinquecentesco sui criteri fondamentali [...] non pretendesse di presentarsi come l'unica scienza della Natura; e, persino, una teologia capace di comprendere la nuova realtà economica e sociale e di rispondere alle esigenze di una profonda inquietudine religiosa, alla vigilia della grande crisi ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini
Emma Giammattei
A quale titolo si possano comprendere tra i filosofi del Novecento personalità intellettuali versatili ed elusive come Giovanni Papini e Giuseppe [...] , rispondono, sia pure in maniera differente, a una esigenza comune: quella di produrre idee-forza capaci di determinare la realtà.
«Pensiero in azione», «filosofia in azione» e «agire sul pubblico»: queste saranno, per Croce come per Prezzolini, le ...
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Empatia
Lucio Pinkus
Gianni Carchia
In psicologia per empatia (termine derivato dal greco ἐν, "in", e -πάθεια, dalla radice παθ- del verbo πάσχω, "soffro", sul calco del tedesco Einfühlung), si intende [...] questa corrente teorica, i cui principali esponenti sono F.T. Vischer, suo figlio Robert, T. Lipps e J. Volkelt, la realtà del bello va riportata alla dimensione della coscienza e alle sue attribuzioni di senso. La trattazione più ampia e destinata a ...
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EMO CAPODILISTA, Andrea
Maria Virginia Geremia
Nacque a Battaglia (Padova) il 14 ott. 1901 da Angelo, di nobile famiglia veneziana, e da Emilia dei baroni Barracco, discendente da una altrettanto nobile [...] passato e presente viene risolto in quello tra "memoria e atto" come coscienza di sé: il divenire non può essere ridotto a realtà obiettiva, esistente al di fuori della coscienza. Infatti, l'E. ritiene che "… il tempo sia un unico atto" che vive in ...
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Nelle religioni monoteistiche, essere supremo, concepito e spesso adorato universalmente come eterno, creatore e ordinatore dell’Universo. Nelle religioni politeistiche, ciascuno degli esseri venerati [...] . Rispetto al primo, dal punto di vista del pensiero razionale, D. può essere concepito ontologicamente come principio supremo della realtà (e quindi o come puro essere o come causa trascendente del mondo o come causa prima e insieme finale dell ...
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Filosofo (Dysert, Irlanda, 1685 - Oxford 1753). Studiò a Dublino presso il Trinity College, dove fu anche lettore (dal 1707 al 1724), insegnando di volta in volta greco, ebraico e teologia. Ministro della [...] idee generali o astratte, la più tipica tra le quali era quella di materia. B. riduceva così l'esistenza di realtà o qualità alla loro percezione (esse est percipi) e affermava che le idee sono tutte particolari, potendo solo indirettamente divenire ...
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realta2
realtà2 s. f. [dal lat. realĭtas, der. di realis «reale2»]. – 1. In senso astratto, la qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente: a. Nell’uso comune: la r. di un fatto, di...
soaltà s. f. In letteratura, ideale poetico consistente nella fusione e sintesi armonica di sogno e realtà. ♦ Scrive l’autore nella RAP-PRESENTAZIONE, sorta di manifesto personale: «La Soaltà è terra vergine che molto promette al suo poeta-contadino....