In teologia, virtù e. o in grado eroico: stato di perfezione, per cui l’uomo, sotto l’influsso dei doni dello Spirito Santo e in modo permanente, compie atti virtuosi in grado superiore. È propria dei [...] Dio. La conoscenza di questi consente al papa di pronunciare un giudizio sul movente degli atti in questione e quindi sulla realtà delle virtù e. del canonizzando.
L’ atto e. può essere compiuto solo superando difficoltà morali fuori del comune, come ...
Leggi Tutto
Filosofo e storico italiano della filosofia (Roma 1904 - ivi 1986); prof. nelle univ. di Firenze (1931-34), Pisa (1934-1950), Roma (dal 1950); socio nazionale dei Lincei (1971). Fu avversario del fascismo [...] ogni astratto logicismo e gnoseologismo, risolve l'atto gentiliano in prassi morale. L'io, considerato nella sua realtà e concretezza si esplica, più che come attività conoscitiva, come volontà consapevole e riconoscimento della "presenza" degli ...
Leggi Tutto
ZUBIRI APALATEGUI, José Xavier
Marco M. Olivetti
Filosofo, nato a San Sebastián il 12 aprile 1898; dal 1918 al 1921 compì studi di filosofia e teologia nelle università di Madrid, Lovanio, Gregoriana [...] "realismo", ma solo in quanto la maggior preoccupazione di Z. è quella di riconquistare l'ancoraggio con la realtà, perduto dal pensiero moderno. Il pensiero predicativo smarrisce l'apertura realistica alle cose, considerando queste come sostanze cui ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Niccolò Machiavelli
Giulio Ferroni
Il pensiero di Machiavelli scaturisce dal seno stesso dell’orizzonte pubblico fiorentino, dai principi istituzionali e morali e dai modelli di comportamento in esso [...] verifica della sfasatura tra il dire pubblico e il fare, tra i modi in cui le cose vengono nominate e la realtà dei comportamenti: una cosa che può apparire addirittura banale, ma che costituisce forse la ragione più semplice e più resistente della ...
Leggi Tutto
GREGORIO da Rimini
Roberto Lambertini
A. Tabarroni
Alessandro Conti
Le informazioni relative alla provenienza familiare di G., nato probabilmente a Rimini agli inizi del Trecento, sono pressoché inesistenti: [...] la coppia di determinazioni opposte vero-falso. Risultando in definitiva i significati totali delle proposizioni dei meri possibili la cui realtà è però indipendente da quella degli enunciati che li esprimono (In I Sent., prol., q. 1, a. 1), essi non ...
Leggi Tutto
Conoscenza
Carlo Sini
Il termine indica l'atto del conoscere e, in particolare, il possesso o la presenza nella mente di un sapere già acquisito; è dal latino tardo cognoscentia, derivato di cognoscere, [...] .W.F. Hegel, recuperò al conoscere anche la cosa in sé: la conoscenza è un processo storico-metafisico in cui la realtà stessa è coinvolta, è interna al movimento spirituale del conoscere, non esterna a esso. In tal modo i tradizionali dualismi anima ...
Leggi Tutto
fenomeno
Paolo Casini
Ciò che appare e che deve essere spiegato
Una cosa che appare o si manifesta è detta fenomeno, dal greco phainòmenon, "ciò che appare", ma nel linguaggio corrente la parola ha [...] corrisponda qualcosa di oggettivo. Già gli antichi Greci distinguevano ciò che gli occhi vedono dalle possibili cause o dalla realtà che nasconde. Questa distinzione è stata il punto di partenza di ricerche, esperimenti e teorie scientifiche e ha ...
Leggi Tutto
DE GRAZIA, Vincenzo
Roberto Grita
Nacque a Mesoraca (prov. di Catanzaro) il 19 febbr. 1785, da Marco e Laura Brondolillo. A cinque anni fu mandato a Napoli a studiare nel collegio reale di S. Carlo [...] "evidenza".
Il D. morì a Napoli, dove da poco si era trasferito, il 20 nov. del 1856.
Opere principali: Saggio su la realtà della scienza umana, I-V, Napoli 1839-49; Discorsi su la logica di Hegel e su la filosofia speculativa, Napoli 1850; Prospetto ...
Leggi Tutto
spazio Sostantivo polisenso che designa in generale un’estensione compresa tra due o più punti di riferimento. Può essere variamente interpretato a seconda che lo si consideri dal punto di vista filosofico, [...] senso esterno: lo s. rappresenta la condizione necessaria per intuire gli oggetti come esterni a noi, ma nulla può dirci circa la realtà dei rapporti tra gli oggetti nel momento i cui essi siano considerati in sé.
Il concetto di s. dall’Ottocento a ...
Leggi Tutto
Filosofo francese (Rochefort-sur-Mer 1908 - Parigi 1961), professore all'univ. di Lione (1945-49) e al Collège de France (1952). Discepolo e amico di J.-P. Sartre, con questo fondatore nel 1945 della rivista [...] è al centro della riflessione di M.-P., il quale rivendica tuttavia contro Husserl l'esistenza di una realtà che trascende la coscienza (reinterpretando quindi la nozione di riduzione fenomenologica e sottolineando il "primato della percezione"). In ...
Leggi Tutto
realta2
realtà2 s. f. [dal lat. realĭtas, der. di realis «reale2»]. – 1. In senso astratto, la qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente: a. Nell’uso comune: la r. di un fatto, di...
soaltà s. f. In letteratura, ideale poetico consistente nella fusione e sintesi armonica di sogno e realtà. ♦ Scrive l’autore nella RAP-PRESENTAZIONE, sorta di manifesto personale: «La Soaltà è terra vergine che molto promette al suo poeta-contadino....