Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare [...] di ‘verificarsi’ maggiormente, rispetto ai propri fini e scopi di ricerca, soltanto come più avvertito e permeabile nei confronti di realtà ed evidenze che la scienza non è abitualmente in grado di accogliere e trattare, e che in tal modo verrebbero ...
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Filosofo italiano (Foiano della Chiana 1886 - Firenze 1969); prof. e preside nei licei, poi prof. di pedagogia e vicedirettore della Scuola normale superiore di Pisa (1933-38) e infine (dal 1938) prof. [...] . Il suo pensiero è un ripensamento originale delle filosofie di G. Gentile e di C. Michelstaedter (di cui curò l'ed. delle Opere, 1958). Tra i suoi scritti: Illusione e realtà (1932); Saggio sulla natura dell'uomo (1936); La ragione poetica (1947). ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa [...] c. vera e valida dalla pseudoconoscenza e nel contempo ammettere una serie di gradi dell’attività conoscitiva a seconda del grado di realtà degli oggetti che essa coglie: vera c. è quella delle idee; essa si rivolge all’essere e nella sua forma più ...
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Moralista (Parigi 1645 - Versailles 1696). Avvocato, poi tesoriere della circoscr. di Caen; dal 1684 precettore, poi gentiluomo del duca di Borbone. Nel 1688 pubblicò, anonima, la sua grande opera Les [...] ou les moeurs de ce siècle, il cui titolo, che farebbe pensare a poco più che una traduzione di Teofrasto, in realtà preso solo a modello, sembra quasi volerne nascondere o attenuare l'assoluta originalità. Il libro ebbe un grande successo e otto ...
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Nella logica kantiana, il giudizio che, insieme a quello apodittico e a quello problematico, costituisce la categoria della modalità; consiste in un’affermazione o negazione (A è B; A non è B), senza alcuna [...] idea di necessità o di possibilità, ossia esprime una semplice verità di fatto (mentre la verità di diritto è espressa dal giudizio apodittico), e viene perciò detto anche ‘giudizio di realtà’. ...
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La seconda rivoluzione scientifica: introduzione. Filosofia e pratica matematica
Umberto Bottazzini
Filosofia e pratica matematica
Quando si parla di 'seconda rivoluzione' scientifica si pensa di solito [...] più profondi che in poco più di mezzo secolo hanno caratterizzato l'evoluzione di questa scienza ci si rende conto in realtà di una duplice 'rivoluzione', da un lato nella 'filosofia' e nei metodi adottati da questa scienza; dall'altro nell'ontologia ...
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Umanista, filosofo e pedagogista (Valencia 1492 - Bruges 1540), prof. alle univ. di Lovanio e di Oxford (1523); caduto in disgrazia presso la corte inglese, passò a Bruges (1529). Tra i maggiori rappresentanti [...] contro l'aristotelismo, accusato di promuovere una cultura non solo dogmatica, ma vuota perché fatta di parole prive di riferimento alla realtà. Di qui il richiamo di V. al significato dell'esperienza che è una via alla verità se guidata dalla retta ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Teorie della politica
Carlo Altini
Nonostante le prospettive teoriche che si occupano di politica in Italia diventino, nella seconda metà del Novecento, sempre più specializzate a livello accademico [...] generale del diritto, Torino 1955.
G. Sartori, Democrazia e definizioni, Bologna 1957, 19692.
G. Maranini, Miti e realtà della democrazia, Milano 1958.
N. Bobbio, Teoria dell’ordinamento giuridico, Torino 1960.
A. Passerin d’Entrèves, La dottrina ...
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GRAZIADIO da Ascoli
Sonia Gentili
Visse nella prima metà del sec. XIV; il suo luogo di provenienza è concordemente individuato in Ascoli Piceno, con l'unica eccezione del Pignon, che lo dice "lombardus". [...] , è risolto da G. attraverso la tesi per cui l'infinito non nega i concetti che costituiscono i modi d'essere della realtà (per esempio il concetto di estensione, cui vanno riportate tutte le cose in quanto grandezze), ma solo il loro darsi in forma ...
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Filosofo (Elizavetgrad, od. Kirovograd, 1837 - Ginevra 1890). Visse dal 1867 in Germania, dove studiò a Lipsia e a Heidelberg, e dal 1882 in Svizzera, dove scrisse le sue principali opere in tedesco e [...] al mondo della norma. Norma ritrovata nel principio, sintetico a priori, d'identità logica, cui si commisura ogni realtà vera, nella sua immutabilità, incondizionatezza e, conseguentemente, libertà. Il principio acquista così in Š. un significato ...
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realta2
realtà2 s. f. [dal lat. realĭtas, der. di realis «reale2»]. – 1. In senso astratto, la qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente: a. Nell’uso comune: la r. di un fatto, di...
soaltà s. f. In letteratura, ideale poetico consistente nella fusione e sintesi armonica di sogno e realtà. ♦ Scrive l’autore nella RAP-PRESENTAZIONE, sorta di manifesto personale: «La Soaltà è terra vergine che molto promette al suo poeta-contadino....