I verbi sintagmatici sono verbi polirematici (cioè composti da più elementi; ➔ polirematiche, parole) come andare giù, tirare su, venire fuori, mettere sotto, ecc., che hanno la struttura verbo + particella. [...] es., Jansen 2004) vede così il fenomeno come una re-integrazione nell’italiano standard di tratti tipici del parlato, per , che intacca tra l’altro il sistema di prefissazione verbale latino. Tale sistema, cioè l’aggiunta di prefissi locativi al verbo ...
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La regione Veneto, con una superficie di 18.380 km2, quasi cinque milioni di abitanti e sette province (il capoluogo Venezia, Belluno, Treviso, Verona, Vicenza, Padova, Rovigo), costituisce la parte più [...] ri] «voi ascolterete», che contrastano con il veneziano [ti skoltaˈra], [voˈjaltri skoltaˈre]; [te vɛ] «vai», [te dɛ] «dai», [te stɛ] «stai» si caricaturale del campagnolo rozzo e astuto (➔ latino macaronico). Il trevigiano emerge, sempre nel ...
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Tutte le storie della lingua latina portano una sezione, un capitolo, se non altro un cenno, all’influenza esercitata dal cristianesimo (assai sinteticamente Meillet 19333: 276; più estesamente Devoto [...] che abbiamo esaminato nel § 1, a conferma del fatto che questo latino è un riflesso del volgare, di un parlato che traspare anche per cioè la coccinella), e in quelle astronomiche popolari (i Tre Re o Magi, le stelle della cintura di Orione; o la ...
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Con il termine ispanismi si intendono le parole, i costrutti o le espressioni che dallo spagnolo (cioè dal castigliano) sono penetrati, più o meno durevolmente, in altre lingue, nel nostro caso in italiano. [...] (in navigazione, superare un punto di riferimento), maiolica (da Maiorica, nome latino dell’isola di Maiorca), meschita e moschea, infante (titolo nobiliare che spettava ai figli del re escluso il primogenito), nord o etnici come basco e catalano. Il ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] mai in rima farmi), la conservazione dei prefissi de- e re- (destrutto, depigne, refugio, refulse). Attraversano i Fragmenta ➔ , una nutrita serie di ➔ hapax, un consistente comparto di latinismi gravi e rari, talvolta nuovi, come delibo, bibo, folce, ...
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I numerali sono considerati l’espressione simbolica dei numeri (ovvero delle entità che si usano per contare, classificare, accumulare, raggruppare) nel linguaggio (Pannain 2000; Gvozdanović 20062: 736). [...] ecc.); ma si pospongono, invece:
(a) con nomi di re, papi, sovrani e analoghi (e in questo caso sono di spagn. un, una, ecc.).
Riguardo a due, i due generi del latino (maschile duo, femminile duae) non si sono invece conservati, ma erano largamente ...
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Le frasi finali devono il nome al loro uso più qualificante: l’espressione del fine (o scopo). Tuttavia, la relazione tra frasi finali e fine non è biunivoca: da un lato, il fine è una relazione concettuale [...] et questa causa si pone in iudicio […] acciò ch’elli iudichino tra lle parti quale àe iustizia (Brunetto Latini, La Rettorica XXII)
(47) il re […] lasciò in aguato di fuori da Messina due capitani […], a ffine che […] venissono loro adosso (Giovanni ...
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Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668, in una famiglia di modeste condizioni (il padre era libraio). Intrapresi gli studi di filosofia come esterno presso il collegio dei gesuiti di Napoli [...] 1735, l’incarico di storiografo regio (attribuitogli dal re Carlo III di Borbone), la cui retribuzione alleviò le stadi.
In una prima fase, fino al 1712, prevale il latino, utilizzato, secondo la prassi accademica del tempo, nelle opere di maggior ...
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La coerenza è la proprietà che definisce il testo come unità fondamentale della comunicazione linguistica (➔ testo, struttura del). Si tratta di una caratteristica che riguarda l’organizzazione del significato [...] caso di non gli pareva che tutto fosse lì, credersi un re quando montava a cavallo.
(d) Entro la dimensione composizionale, all’Italia un’unità linguistica. Forse perché lì il latino si era sovrapposto all’etrusco, lingua geneticamente molto diversa ...
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Le lingue delle arti sono collocabili entro il confine delle lingue speciali o settoriali (cfr. Bellucci 1997 per l’architettura; ➔ linguaggi settoriali). Tradizionalmente, soprattutto in Italia, le arti [...] le arti meccaniche è più facile per Alberti elevare l’architettura ad arte maggiore, componendo il trattato De re aedificatoria, scritto in latino perché rivolto ai dotti, e con lo scopo di inserire anche linguisticamente la materia in un contesto ...
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re-
〈ré〉 [dal lat. re-]. – Prefisso presente in verbi italiani, e nei loro derivati, con valore equivalente a ri- (v.), in quanto esprime per lo più il ripetersi di un’azione nello stesso senso o in senso contrario (reagire, reazione; reiterare,...
re1
re1 〈rè〉 s. m. [prima sillaba di resonare con cui ha inizio il 2° emistichio dell’inno di s. Giovanni Battista; v. nota, n. 2 a, e ut]. – Nome dato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (sec. 11°) in poi, alla seconda nota...