L’imperfetto è un tempo passato del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che indica principalmente simultaneità rispetto a un momento passato (Bertinetto 1986; Vanelli 1991). Dal punto di [...] e appare nei modi finiti sia dell’indicativo sia del congiuntivo.
La forma all’indicativo ha la seguente struttura morfologica: radice del verbo (per es., gioc-, legg-, part-) + vocale tematica (-a-, -e-, -i-) + marca del passato (nel caso specifico ...
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Antroponimo è il nome proprio di persona e antroponimia (settore dell’onomastica) è l’insieme dei nomi propri di persona (ma anche dei ➔ cognomi), come pure lo studio di questi.
Rispetto al comune termine [...] come Ambry da Ambra.
Altri aspetti relativi ai personali (considerati da Thornton 2004: 604-606) riguardano la conversione di radici per formare femminili da maschili e viceversa: Angelo e Angela, Luigi e Luigia, mentre per la conversione dei nomi ...
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Linguista francese (Aleppo 1902 - Versailles 1976); allievo di A. Meillet, professore nel Collège de France (1937), membro dell'Institut de France (1960). Socio straniero dei Lincei (1965). Si è dedicato [...] en indo-europeen, 1936; Noms d'agent et noms d'action en indo-européen, 1948), delineando una nuova teoria della radice indoeuropea. Si è occupato anche di slavo, celtico, germanico, lingue dell'Asia Minore, ecc. e di varî dominî extra-indoeuropei ...
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PASSATO REMOTO, INDICATIVO
Il passato remoto (o perfetto semplice) è un tempo verbale dell’indicativo e si usa per indicare un fatto avvenuto nel passato, concluso e senza legami di nessun tipo con il [...] greco sigma (che corrisponde alla nostra s), perché il passato remoto di questi verbi si forma aggiungendo una -s- tra la ➔radice e la ➔desinenza.
Il passato remoto del verbo essere è completamente irregolare
essere ▶io fui, tu fosti, lui / lei fu ...
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Caso grammaticale caratterizzato nelle lingue indoeuropee dalla massima uniformità desinenziale, dall’elevata frequenza, da notevole stabilità diacronica. La sintassi scolastica moderna distingue diversi [...] «quanto a, relativamente a, per quanto riguarda» e simili; b) a. dell’oggetto interno, rappresentato da una parola della stessa radice del verbo, che è di solito intransitivo, o di significato affine a quello del verbo; c) doppio a., con i verbi ...
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Il termine paretimologia fu coniato dal linguista italiano Vittore Pisani (19672) con l’intenzione di rimpiazzare la più antica denominazione etimologia popolare (traduzione italiana del ted. Volksetymologie [...] , era morta di crepacuore (Gasca Queirazza et al. 20062: 280); altro esempio è l’oronimo Monviso, risalente probabilmente a una radice celtica *ves- «monte», il quale sin dall’epoca latina (ad. es. in Plinio Mons Vesulus) è sottoposto a motivazioni ...
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Botanica
Pianta perenne legnosa, con fusto diritto, colonnare, che solo a qualche metro d’altezza porta rami o un ciuffo di grandi foglie. Il fusto dell’a. è chiamato tronco; mentre la chioma è l’insieme [...] arbusti e alle erbe, la grande statura e quindi la notevole distanza (anche decine di m) tra l’apparato assorbente (radici) e quello disperdente (foglie), e la maggiore esposizione di queste alle correnti aeree, rendono la forma arborea più esigente ...
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La morfologia è il settore della linguistica che studia la struttura interna delle parole e le relazioni fra i cambiamenti di forma e i cambiamenti di senso delle parole. Ad es., la parola italiano può [...] nelle caratteristiche qui di seguito elencate (cfr. Iacobini 2006; ➔ latino e italiano):
(a) i lessemi sono di norma formati da una radice e da almeno un affisso flessivo, usato per indicare i rapporti fra parole (in primo luogo l’➔ accordo);
(b) gli ...
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Un paradigma è l’insieme delle forme di una parola (tecnicamente, un lessema). Sono esempi di paradigma le forme che prende un verbo nella coniugazione, un pronome, un aggettivo e un nome nella declinazione.
I [...] esempi di coniugazione irregolare disposti lungo un continuum che va da modifiche fonologiche parziali al suppletivismo della radice. Possiamo notare che, benché le alterazioni delle forme flesse rispetto ai modelli regolari dipendano da fenomeni di ...
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INTERFISSO
L’interfisso (o antisuffisso) è un elemento che, nelle parole alterate e derivate, si pone tra la base e il ➔suffisso.
Gli interfissi -c-, -ic-, -icc- e -ol- si usano nella formazione dei [...] di uso moderno con il suffisso -aro
rock ▶ rock-ett-aro
punk ▶ punk-ett-aro
L’interfisso -isc- inserito tra la ➔radice e la ➔desinenza si usa in alcuni modi (indicativo e congiuntivo presente, imperativo) e in alcune persone (le tre persone ...
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radice
s. f. [lat. radix -īcis]. – 1. a. In botanica, uno dei tre organi caratteristici delle cormofite, che manca in generale di clorofilla e, a differenza del fusto, non porta le foglie: si forma nell’embrione dove prende il nome di radichetta,...
radica
ràdica s. f. [lat. *ràdica, estratto da *radicla (class. radicŭla), dim. di radix «radice»]. – Forma region. per radice, in senso proprio, usata, spec. a Roma, soprattutto nella denominazione di alcuni ortaggi: r. gialla, la carota,...