In biologia, unità genetica funzionale, che presiede alla formazione di determinate molecole proteiche. Il termine fu introdotto da S. Benzer (1955). È un tratto definito di DNA, comprendente molti siti [...] che possono andare incontro a fenomeni di mutazione e ricombinazione. Fanno parte dello stesso c. le mutazioni che, saggiate in organismi diploidi doppio eterozigoti, in disposizione trans daranno luogo ...
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In virologia, l’involucro della particella virale (virione), costituito da un numero fisso di molecole proteiche ordinate. Può essere tubolare, quando le molecole sono disposte a elica intorno al cromosoma [...] virale, o poliedrico, quando le molecole sono raggruppate in unità dette capsomeri. Il c. poliedrico possiede una geometria che può essere ricondotta a quella solida elementare; le unità base sono triangoli ...
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Chinesina
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Proteina che promuove lo spostamento di proteine e di organelli membranosi lungo i microtubuli. All’interno delle cellule eucariotiche, vescicole e particelle proteiche vengono frequentemente [...] trasportate per parecchi micron verso particolari regioni cellulari. Nelle cellule nervose, per es., si verifica il trasporto di proteine organizzate in vescicole membranose od organelli dal corpo cellulare ...
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motori molecolari
Mauro Cappelli
Dispositivi biologici che trasformano energia chimica in energia meccanica e rappresentano agenti fondamentali per il movimento negli organismi viventi. Molti di essi [...] dell’ATP per vari scopi cinetici, come la divisione cellulare e il movimento di cellule e organelli. I principali motori proteici sono la miosina e la chinesina, mentre possono considerarsi motori molecolari anche la RNA e la DNA polimerasi. Da un ...
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modificazione post-traduzionale
Nicoletta Landsberger
Charlotte Kilstrup-Nielsen
Modificazione chimica di una proteina in seguito alla sua traduzione. Si tratta di modificazioni covalenti di varia [...] influenzare in maniera significativa le proprietà e le attività proteiche. Tra le più studiate ricordiamo l’aggiunta di zuccheri l’ubiquitinazione, che può comportare l’aggiunta allo scheletro proteico di una catena laterale di residui di ubiquitina ( ...
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citosol
Ester De Stefano
Componente fluida del citoplasma di una cellula eucariotica di consistenza gelatinosa, contenente composti utilizzati dalla cellula per la crescita e la riproduzione. Nel citoplasma [...] eucariotiche si trovano anche numerosi organelli specializzati nello svolgimento di funzioni specifiche e una fitta rete di fibre proteiche costituenti il citoscheletro, che ha il compito di garantire la forma e il movimento cellulare, di ancorare i ...
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fuso mitotico
Apparato cellulare che permette la segregazione dei cromosomi nel corso della mitosi e della meiosi. La segregazione si verifica a causa della bipolarità del fuso, costituito da due gruppi [...] sono attaccati tramite i cinetocori ai microtubuli e, in questo modo, ognuno di essi può essere trasportato da queste strutture proteiche, che agiscono come funi in grado di guidarlo sino al polo verso il quale è rivolto e da cui si originerà ...
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Origine ed elaborazione delle informazioni biologiche
Peter Schuster
(Institut fur Theoretische Chemie und Strahlenchemie, Universitat Wien Vienna, Austria)
In biologia, l'informazione è conservata ed [...] chiamata codone, corrisponde univocamente a un residuo amminoacidico o a un segnale di stop che blocca la sintesi proteica. L'inizio della sintesi proteica è determinato da sequenze speciali e da un codone che codifica una metionina o una valina. Il ...
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In biologia e in medicina, qualsiasi struttura capace di reagire a sollecitazioni specifiche, sviluppando una reazione caratteristica. In immunologia, struttura di membrana in grado di reagire con l’antigene [...] sempre per mezzo di r. situati sulla superficie della cellula o nel citoplasma.
I r. sono proteine o complessi proteici capaci di riconoscere e legare la sostanza segnale in modo altamente specifico, esternamente alla cellula, e dare inizio a una ...
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adenovirus
Ester De Stefano
Gruppo di virus aventi in comune la forma, la grandezza e un antigene solubile fissante il complemento: il nome deriva dal loro casuale isolamento (1953) effettuato durante [...] si è visto al microscopio elettronico che ciascuna particella virale è costituita da un aggregato regolare di 252 subunità proteiche (dette capsomeri), disposte intorno a un nucleo centrale di acido desossiribonucleico. Gli adenovirus sono divisi in ...
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proteico
protèico agg. [der. di prote(ina)] (pl. m. -ci). – Relativo alle proteine o che contiene proteine: contenuto p.; alimento p.; metabolismo p., ecc. Fibra p., termine generico per indicare le fibre tessili, naturali (lana, seta) o artificiali...
aptene
aptène s. m. [dal ted. Hapten, der. del gr. ἅπτομαι «attaccarsi, unirsi»]. – In medicina, ogni sostanza che, pur essendo originariamente incapace di formare anticorpi, perché di natura non proteica, può acquistare tale capacità unendosi...