Muto e sonoro
Alberto Boschi
Il mito del muto
Nel 1975 François Truffaut intitolava Le grand secret la sezione di Les films de ma vie "consacrata a registi che hanno cominciato la loro carriera con [...] criticando i primi tentativi di sincronizzare il proiettore con il fonografo, sostiene che la presenza . Il futuro del sonoro. Dichiarazione, in S.M. Ejzenštejn, La forma cinematografica, Torino 1986).
B. Balázs, Der Geist des Films, Halle 1930 (trad ...
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Il digitale nel cinema: nuove frontiere
Paolo Marocco
Francesco Zippel
La forma cinematografica nell’era digitale
Se alla fine degli anni Ottanta del 20° sec. l’uso del digitale nel cinema era essenzialmente [...] . Nel 3D degli scorsi decenni, rispetto al 2D occorrevano stampe diverse, proiettori diversi, ma anche differenti tecnologie per la riproduzione dell’immagine nel circuito cinematografico e in quello televisivo. Nella versione attuale del 3D, la ...
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Tecnica
Paolo Bertetto
Procedimenti tecnici e sviluppi tecnologici
Come grande esperienza della modernità il cinema è insieme una macchina tecnologica e industriale e un'arte di tipo assolutamente nuovo. [...] nell'evoluzione della messa in scena e del linguaggio cinematografico, che perfezionò la scala dei piani, le dinamiche dei da un grande specchio spesso rotondo, collocato dietro il proiettore stesso. In Europa si mescolavano invece fonti naturali e ...
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Digitale, cinema
Paolo Marocco
Digitale indica, in generale, una rappresentazione dell'informazione di tipo discreto o numerico, risultato di un processo algoritmico effettuato da un computer, la cui [...] della stampa su pellicola, trasporto telematico, proiettori digitali). Da questa piattaforma tecnologica integrale potrebbe nascere un ponte tra l'attuale circuito televisivo e quello cinematografico, oppure, più direttamente, potrebbe attuarsi una ...
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Dispositivo cinematografico
Lucilla Albano
Per 'dispositivo cinematografico' si intende una delle forme simboliche in cui si è organizzata la rappresentazione del mondo tramite la visione (e l'ascolto) [...] a me" scrive Wallon (1953).
Dal momento in cui nella sala cinematografica si spengono le luci e inizia il film, lo spettatore si trova nella fruizione del film, dove i differenti elementi ‒ proiettore, sala buia e schermo ‒ pongono lo spettatore in ...
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Formato
Dario Tomasi
Nel lessico cinematografico, il termine formato designa da un lato la larghezza della pellicola, indicata in millimetri e in maniera ellittica, dall'altro, in modo estensivo, le [...] a 9,5 mm, con relative macchina da presa e proiettore: si trattava del cosiddetto Pathé-Baby, "le cinéma chez anni Cinquanta, quando l'avvento della televisione spinse l'industria cinematografica a potenziare la natura spettacolare del mezzo. Ma a ...
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Vertov, Dziga
Pietro Montani
Nome d'arte di Denis Arkadevič Kaufman, regista e teorico del cinema, di famiglia ebrea, nato a Białystok (od. Polonia) il 2 gennaio 1896 e morto a Mosca il 12 febbraio [...] : l'immagine di un rullo che viene inserito nel proiettore). La Kinopravda ebbe tuttavia per V. una funzione propedeutica, un compromesso con le forme usuali della cronaca cinematografica. Con il progetto intitolato Kinoglaz egli si spinse invece ...
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Pathé Frères
Gaia Marotta
Società cinematografica di produzione, distribuzione ed esercizio francese, fondata a Parigi nel 1896 da Charles Pathé con i fratelli Théophile, Jacques ed Émile.Charles (1863-1957), [...] primo passo fu quello di aprire una straordinaria sala cinematografica, la Omnia Pathé, il 1° dicembre 1906, nel avanti realizzando film nel formato 9,5 mm e commercializzando il proiettore specifico, detto Pathé-Baby. Due anni più tardi nacque la ...
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Persona
Ettore Rocca
(Svezia 1965, 1966, bianco e nero, 85m); regia: Ingmar Bergman; produzione: Lars-Owe Carlberg per Svensk Filmindustri; sceneggiatura: Ingmar Bergman; fotografia: Sven Nykvist; montaggio: [...] come rappresentato nella cornice metanarrativa dell'arco voltaico del proiettore.
E tuttavia c'è la seconda cornice narrativa: film sul cinema, che l'enigma investa lo stesso mezzo cinematografico e il suo linguaggio, è solo un passo ulteriore. Il ...
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Peeping Tom
Emanuela Martini
(GB 1960, L'occhio che uccide, colore, 109m); regia: Michael Powell; produzione: Michael Powell per Anglo-Amalgamated; sceneggiatura: Leo Marks; fotografia: Otto Heller; [...] incuriosita dal film di Mark, una sera accende casualmente il proiettore e vede l'omicidio di Vivian. Mark ritorna a casa in anni Quaranta.
Vero campionario di auto-riflessione cinematografica, inesauribile e tortuoso come un labirinto di specchi ...
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proiettore
proiettóre s. m. [der. del lat. proiectus; v. proietto e proiettare]. – 1. Apparecchio che impiega una sorgente luminosa e un sistema di lenti o specchi per proiettare un fascio di luce intenso e ristretto e illuminare oggetti anche...
cineproiettore
cineproiettóre s. m. [comp. di cine e proiettore]. – Termine usato talvolta nel linguaggio com. per indicare il proiettore cinematografico, in partic. quelli per la proiezione di pellicole a passo ridotto.