RECIDIVA
Giovanni NOVELLI
Emilio ALBERTARIO
. Diritto. - Storia. - Nelle fonti del diritto romano tra le circostanze aggravanti del reato è spesso ricordata la recidiva: se anche non costantemente, [...] elaborazione del codice, e più specialmente nel testo definitivo, chiarì bene che il suo concetto era ben diverso da quello positivistico. Nell'art. 108, infatti, e nella relazione che lo illustra, è esaurientemente detto che si tratta di una figura ...
Leggi Tutto
Circostanza aggravante che comporta, ai sensi dell’art. 99 c.p., un aumento della pena per chi, dopo essere stato condannato per un reato non colposo, ne commette un altro parimenti non colposo. L’esigenza di affrontare il problema della recidiva è sorto nel 1800 per porre rimedio alla crescita del ... ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Giovanni Gentile
Biagio de Giovanni
Giovanni Gentile, filosofo fra i massimi del Novecento europeo, unì all’elaborazione costante del suo pensiero una vocazione di riformatore politico-religioso, e [...] sensibilità che si apriva. Ernst Mach, Richard Avenarius, Jules-Henri Poincaré ruppero il vecchio determinismo positivistico, stimolando un ripensamento dei fondamenti della scienza. Immanuel Kant, Arthur Schopenhauer, Friedrich Nietzsche, Sören A ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto (2012)
Tendenze della civilistica postunitaria
Stefano Solimano
I civilisti italiani e la formazione del codice civile del 1865
Tra il 1860 e il 1865 la formula codice civile assume un significato di un’alta [...] sono molteplici. È stato finemente notato che
l’elogio del codice non nasce da una netta scelta di stampo positivistico, non è esaltazione della nuda volontà del legislatore ma racchiude qualcosa di diverso. Quello che più rileva nei commentari ...
Leggi Tutto
COLAJANNI, Napoleone
Massimo Ganci
Nacque a Castrogiovanni (oggi Enna) il 28 apr. 1847 da Luigi, piccolo industriale dello zolfo, e da Concetta Falautano, proprietaria di solfatare, in una famiglia [...] Bissolati, C. Prampolini e F. Turati carteggiarono col C., che divenne uno dei maggiori esponenti italiani del socialismo positivistico ed evoluzionistico, di ispirazione darwiniana, con l'opera Il socialismo, pubblicato a Catania nel 1884, una delle ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto (2012)
Francesco Calasso fu un innovatore e un grande organizzatore di cultura. Di lui e della sua opera molto è stato scritto sia durante la sua vita, sia dopo la morte prematura «turbato ordine mortalitatis» [...] di nuovo, e con grande chiarezza, con la storiografia giuridica italiana e di contestare a fondo la tradizione positivistica che la ispirava.
Incidentalmente, è il caso di ricordare, nella prima recensione ad Astuti, certe sue considerazioni contro ...
Leggi Tutto
Dahrendorf, Ralf. - Nasce nel maggio del 1929 ad Amburgo. Cresciuto sotto il nazismo, ma educato da un padre convinto socialdemocratico, ha tempo di svolgere la sua parte nella resistenza. Consegue la [...] delle scienze naturali e delle scienze sociali esatte». E va da sé - precisa Dahrendorf, Ralf - che «chiunque definisca positivistico questo approccio o non lo ha compreso, oppure intende sminuirlo come una questione equivoca».
L’altra grande idea di ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze (2013)
Federigo Enriques
Giorgio Israel
La figura di Federigo Enriques occupa una posizione centrale nella storia della cultura italiana tra la fine dell’Ottocento e la Seconda guerra mondiale. Egli fu uno [...] nella formazione del pensiero scientifico restituisce una funzione alla metafisica, troppo affrettatamente proscritta dal pensiero positivistico: essa fornisce rappresentazioni soggettive che giocano il ruolo di ‘modelli’ degli oggetti reali e così ...
Leggi Tutto
RENIER, Rodolfo
Guido Lucchini
RENIER, Rodolfo. – Nacque a Treviso l’11 agosto 1857 da Luigi, nobiluomo, e da Fanny Venturi.
Il padre era magistrato e cambiò spesso sede per la sua professione. Il giovane [...] , invece, trae spunto dalla morte della madre dello scrittore per interpretarne l’opera alla luce di un topos positivistico, l’eredità patologica. Più interessanti appaiono i saggi di germanistica, che si occupano di autori affatto ignoti in ...
Leggi Tutto
FERRAI, Eugenio
Piero Treves
Nacque ad Arezzo il 22 febbr. 1832 da Pompeo e da Giulia Rosellini.
In questa famiglia di modesti possidenti la madre portò l'abito e la luce del suo domestico "umanesimo": [...] ch'era poco "filologo" e mostrava scarso apprezzamento della Germania, filologica e non, ch'essi sola conoscevano. In ambiente positivistico, o prepositivistico (ma il F., cordialmente amico di Fr. Bonatelli, tace di R. Ardigò) poco anche poteva ...
Leggi Tutto
CAETANI, Leone
Francesco Gabrieli
Nato a Roma il 12 sett. 1869, primogenito di Onorato, principe di Teano, poi duca di Sermoneta, e di Ada Bootle Wilbraham, crebbe nell'avito palazzo delle Botteghe [...] , come abbiam detto, attorno al 1915. Può dirsi piuttosto che la raccolta e cernita dei fatti secondo il metodo positivistico fossero in lui animate da un acuto e talora eccessivo spirito critico, scettico e fantastico insieme, che lo portò talora ...
Leggi Tutto
positivistico
poṡitivìstico agg. (pl. m. -ci). – Relativo al positivismo, ai positivisti: concezione, teoria p.; orientamento, atteggiamento p.; corrente positivistica. ◆ Avv. poṡitivisticaménte, non com., secondo i principî e i metodi del...
mito
s. m. [dal gr. μῦϑος «parola, discorso, racconto, favola, leggenda»]. – 1. Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati...