Criminologia
Jean Pinatel
Introduzione
Origini e sviluppo
Un lungo periodo prescientifico precede la nascita della criminologia e la sua organizzazione in quanto disciplina a sé stante. Anche se la [...] clinico dev'essere distinto dal regime penale e penitenziario, il cui fallimento era già stato denunciato dalla criminologia positivista. "Io penso - ha scritto - che nessun sistema penale, passato o presente, abbia mai utilizzato e valutato in modo ...
Leggi Tutto
Legalità, principio di
Pier Paolo Portinaro
Introduzione
Principio di legalità è un'espressione tecnica del linguaggio giuridico, in base alla quale si designa la subordinazione dei poteri pubblici [...] si fa riferimento non è la stessa della formula opposta rex facit legem, che è alla base di quella concezione del positivismo giuridico cui Hobbes darà dignità teorica in epoca moderna. Qui, infatti, non vi può essere dubbio sul fatto che da un ...
Leggi Tutto
Giusnaturalismo e giuspositivismo
Norberto Bobbio
Origine della distinzione fra diritto naturale e diritto positivo
La storia del pensiero giuridico occidentale, dai Greci sino a oggi, è dominata dalla [...] secondo il fatto sia in qualche modo corroborata da una legittimazione secondo il valore. Dall'altra parte, dalla parte dei positivisti, si controbatte sostenendo che una cosa è il giudizio morale, altra cosa il giudizio di stretto diritto, e che, se ...
Leggi Tutto
Statistica applicata alle scienze sociali
Italo Scardovi
La statistica e l'immanenza della variabilità
Statistica è parola dai tanti, forse troppi, significati. Essi riflettono, nella loro varietà, [...] scienze naturali e scienze sociali all'ombra di un medesimo paradigma resta una tentazione seducente e ricorrente: dalla filosofia positivista di Comte a quella neopositivista del Wiener Kreis, e ad altro ancora. Si tramanda, di autore in autore, da ...
Leggi Tutto
ROMANICO
C. Tosco
Il termine R. (franc. Roman; ingl. Romanesque; ted. Romanik) venne riferito per la prima volta all'arte medievale nel decennio 1810-1820, per indicare una fase storica priva, fino [...] 1802-1885) per un sentimento religioso radicato nel passato medievale, ma secondo un orientamento che già guardava verso il positivismo e il rigore scientifico. Il R., ormai promosso nella sua cittadinanza tra le arti, era un mondo ancora sconosciuto ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Galileo Galilei
Mariano Giaquinta
Galileo Galilei è una delle figure fondamentali della rivoluzione scientifica del 17° secolo. I suoi contributi in matematica, fisica e astronomia, la sua opera in [...] della ‘scienza’, in frontale opposizione alla Chiesa romana, mirante, anche sotto l’influsso dell’idea positivista del progresso delle scienze, a una riorganizzazione del sistema scolastico (istruzione elementare obbligatoria, potenziamento degli ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze (2013)
Darwin in Italia
Barbara Continenza
Traduzioni e conferenze popolari
Con il titolo Sull’origine delle specie per elezione naturale, ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l’esistenza [...] l’esistenza e distingue le forme caduche dalle costanti, riconosce l’eterno» (cit. in Pancaldi 1977, p. 177).
Hegelismo e positivismo non si escludono dunque a vicenda dal momento che entrambi concernono l’uomo e quindi la storia, ma «l’assimilazione ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
L’economia civile (1750-1850)
Pier Luigi Porta
Il periodo che intercorre tra la metà del Settecento e la metà dell’Ottocento presenta caratteri di unitarietà di particolare interesse per quanto concerne [...] Adam Smith’s politics. An essay on historiographic revision, Cambridge 1978.
P. Redondi, Cultura e scienza dall’illuminismo al positivismo, in Storia d’Italia, Annali 3, Scienza e tecnica nella cultura e della società dal Rinascimento a oggi, a cura ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Tecnica (2013)
L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità industriale
Enrico Morteo
L’anteguerra e una modernità incompleta
Nel 1940, lo scoppio della Seconda guerra mondiale fotografava un’Italia ambiguamente [...] individuale.
Le trasgressioni delle avanguardie non facevano che segnalare la messa in crisi di quel paradigma modernista e positivista che aveva guidato gli anni felici del dopoguerra. La contestazione giovanile e la ribellione operaia mostravano i ...
Leggi Tutto
Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini
Emma Giammattei
A quale titolo si possano comprendere tra i filosofi del Novecento personalità intellettuali versatili ed elusive come Giovanni Papini e Giuseppe [...] vivere ma non è una forma di vita. Prima di tutto i filosofi d’oggi son prudenti. […] La loro viltà la chiamano positivismo, la loro impotenza sentimentale, obiettivismo. […] Gli è che i filosofi non son più giovini e hanno perduto tutto l’orgoglio e ...
Leggi Tutto
positivista
poṡitivista agg. e s. m. e f. [der. di positivismo] (pl. m. -i). – 1. Che, o chi, segue il positivismo, come dottrina filosofica e come orientamento metodologico: un filosofo p.; i p. francesi, inglesi. Come agg., con il sign....
positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa assumendo caratteristiche diverse in...