Storico della filosofia italiano (Carrara 1902 - Pisa 1990). Dal 1950 ha insegnato negli Stati Uniti, alla Columbia University di New York (1950-60), poi alla University of California di Berkeley, fino [...] frammenti giovanili, degli scritti del periodo jenense. Altre opere: La metafisica di B. Varisco (1929), La crisi del positivismo nella filosofia dell'immanenza (1929) e, di particolare rilievo, La teologia di Lutero: rivelazione e dialettica (1967). ...
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Rivista di cultura fondata a Firenze nel 1908 da G. Prezzolini (➔); pubblicata dapprima con periodicità settimanale, poi (1914) quindicinale, fu diretta dallo stesso Prezzolini (eccettuato un breve periodo, [...] del rinnovamento culturale promosso all’inizio del Novecento da B. Croce, la V. prese posizione contro il tardo positivismo, bersaglio anche del crocianesimo e dell’idealismo in genere; con le correnti idealiste e con quelle di uno spiritualismo ...
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Castigo inflitto a chi ha commesso una trasgressione o dimostrato cattiva condotta, allo scopo di correggerlo.
Il ricorso a p. fisiche o morali, diffuso soprattutto nella pratica educativa antica e medievale, [...] e alieno dalla violenza. Un’impostazione innovativa al problema fu data da H. Spencer e dalla pedagogia del positivismo, nella consapevolezza della non responsabilità morale dei bambini che si comportano in modi considerati scorretti dagli adulti. La ...
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Poeta e letterato portoghese. Nato a Ponta Delgada (nell'isola di Madera) il 24 febbraio del 1843, si laureò in diritto nel 1868 ed ebbe nel 1872 la cattedra di letterature moderne nell'università di Lisbona, [...] lavoratore ma il valore critico di tutte quelle pagine è scarso. A parte il danno derivante dal pregiudizio del positivismo applicato alla critica, la storia letteraria del B. ha un carattere prevalentemente biobibliografico, e invano vi si cerca un ...
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Termine, entrato nell’uso filosofico nel 18° sec., che indica in generale la negazione di ogni determinazione del volere da parte di motivi esterni a esso (➔ determinismo). Mentre la concezione deterministica [...] determinato o da un destino razionale (per es., stoicismo) od occulto o dal meccanismo delle leggi naturali (positivismo e materialismo); indeterministica è di conseguenza la concezione che nega tale necessità, o semplicemente mostrando come essa non ...
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Procedimento tecnico pittorico elaborato in Francia nell’ambito delle ricerche postimpressioniste e il movimento artistico, più esattamente denominato neoimpressionismo (➔), che si fece assertore di tale [...] ). Figure centrali del movimento furono G. Seurat, P. Signac e il critico F. Fénéon.
Collegato alla cultura del positivismo, in Italia il d. si sviluppò in maniera autonoma, accogliendo istanze simboliste e di idealizzato impegno sociale e politico ...
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IDEALISMO
Guido Calogero
. Di "idealismo" e di "idealisti" (e anche, rispettivamente, di "ideismo" e di "ideisti") cominciarono i filosofi a parlare propriamente tra la fine del Sei e il principio del [...] 'inversione della dottrina, che da essa generò il "materialismo" (o, in forma più tenue e cauta, il "positivismo"): giacché dalla sinistra hegeliana muovevano quei pensatori che, come Marx, Engels e Lassalle, tradussero il dialettismo genetico dell ...
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Filosofo, nato a Palermo il 18 gennaio 1881. Nel 1905 libero docente in psicologia sperimentale; dal 1919 ordinario di filosofia all'Università di Napoli.
Di fronte all'idealismo di B. Croce e di G. Gentile, [...] la necessità di un metodo critico, che proponendosi il superamento delle complementari esigenze dell'esistenzialismo e del positivismo austriaco, nell'esperimento storico identifica lo strumento di ricerca atto a determinare il grado di verità di ...
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VOSSLER, Karl
Vittorio Santoli
Filologo, nato a Hohenheim presso Stoccarda il 6 settembre 1872, professore nelle università di Heidelberg (1902), Würzburg (1909), Monaco di Baviera (1911).
Accogliendo [...] chiamiamo stilistica lo studio di quel che "v'ha d'incondizionato e di originale nelle forme del linguaggio" (Positivismo e idealismo nella scienza del linguaggio, trad. Gnoli, Bari 1908, p. 147), essa precederà idealmente le forme della grammatica ...
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Sociologo e filosofo russo (Melechovo 1823 - Parigi 1900). Dal 1870 svolse un'intensa attività di studioso e rivoluzionario all'estero, dirigendo (1873-76) la rivista socialista Vperëd! ("Avanti!"), in [...] organo, Vestnik narodnoj voli ("Il giornale della volontà del popolo", 1883-86). Nel suo pensiero imbevuto di positivismo, egli delinea un sistema di sociologia soggettiva (da lui definito antropologismo), che fa dell'uomo il fattore determinante ...
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positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa assumendo caratteristiche diverse in...
positivista
poṡitivista agg. e s. m. e f. [der. di positivismo] (pl. m. -i). – 1. Che, o chi, segue il positivismo, come dottrina filosofica e come orientamento metodologico: un filosofo p.; i p. francesi, inglesi. Come agg., con il sign....