Qualsiasi indagine sulla c. deve preliminarmente accertare (1) come conosciamo e (2) cosa possiamo conoscere. Rispetto al primo punto, le risposte tradizionalmente offerte dalla filosofia sono che conosciamo [...] le funzioni o categorie dell’intelletto ipostatizzate, cioè trasformate in sostanze autonome. Procedendo sulla stessa strada il positivismologico (➔) del Circolo di Vienna (per es., Carnap) ha potuto dimostrare agevolmente la mancanza di significato ...
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Forma di conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione, l’uso e la pratica, di una determinata sfera della realtà. In questo senso si definisce comunemente esperto colui che ha acquisito [...] essere riportato all’e. empirica diretta influenzò direttamente i neopositivisti del Circolo di Vienna (➔ positivismologico). Analizzando il significato degli enunciati scientifici, i neoempiristi elaborarono un criterio di verificabilità in base ...
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Neurath, Otto
Filosofo e sociologo austriaco (Vienna 1882 - Oxford 1945). Studiò scienze economiche e sociali, laureandosi nel 1906 a Berlino. Fu tra i maggiori esponenti del positivismologico (➔) e [...] 1934). Si impegnò in un’intensa attività di divulgatore, sia collaborando regolarmente alla rivista Erkenntnis, organo ufficiale del positivismologico, sia organizzando una serie di congressi tra il 1929 e il 1939, che favorirono la diffusione delle ...
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Insieme delle teorie etiche che nel corso del Novecento, soprattutto in ambito anglosassone, hanno proposto di rendere conto dei giudizi morali in termini di emozioni e di sentimenti. Il tratto che accomuna [...] sentimento attivo. L’emergere di etiche emotivistiche nella filosofia contemporanea è legato piuttosto all’affermazione del positivismologico (➔), al cui criterio di verificabilità si sono ispirati gli autori che hanno considerato i giudizi morali ...
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LINGUISTICA (XXI, p. 207; App. II, ii, p. 210)
Aldo G. Gargani
Alberto M. Mioni
Luigi Rosiello
Paolo Ramat
Filosofia. - Nel Novecento il linguaggio è divenuto un tema centrale della ricerca filosofica, [...] 1946 (trad. it., Milano 1949); G. Ryle, The concept of mind, Londra 1949 (trad. it., Torino 1955); F. Barone, Il neo-positivismologico, Torino 1953; W. v. O. Quine, From a logical point of view, Cambrige (Mass.), 1953 (trad. it., Torino 1967); A. G ...
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Intenzionalità
Giuseppe Mininni
Il concetto di intenzionalità può essere compreso secondo molteplici percorsi (Lyons 1995), accomunati, però, da uno spostamento di senso che va dal concreto all'astratto [...] umana ai vincoli troppo restrittivi posti dal positivismo. Husserl dà alla caratteristica intenzionale dei vederla all'opera soprattutto nel linguaggio. Da un punto di vista logico, però, il linguaggio funziona (cioè ci consente di agire da uomini ...
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La Rivoluzione scientifica: luoghi e forme della conoscenza. Arsenali, miniere e botteghe
Pamela O. Long
Arsenali, miniere e botteghe
Nei secc. XVI e XVII le città e i territori di tutta Europa contavano [...] al graduale progresso della scienza. Queste tesi risentivano di una visione idealizzata della scienza moderna influenzata dal positivismologico e dal marxismo. Zilsel aveva idealizzato la figura dell'artigiano, secondo una visione largamente diffusa ...
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Psicologia genetica
Jean Piaget
di Jean Piaget
Psicologia genetica
sommario: 1. Introduzione. 2. Gli stadi dello sviluppo. 3. Il ruolo dell'azione nella formazione del pensiero. a) Classificazione proposta [...] semplicemente deduttiva, senza più richiedere un controllo sperimentale.
1. É stato spesso sostenuto - e la scuola anglosassone del positivismologico ancora lo sostiene - che solo le conoscenze fisiche derivano dall'esperienza, mentre le strutture ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Teorie della politica
Carlo Altini
Nonostante le prospettive teoriche che si occupano di politica in Italia diventino, nella seconda metà del Novecento, sempre più specializzate a livello accademico [...] dinamiche culturali europee del Novecento – dall’esistenzialismo alla fenomenologia, dal personalismo al positivismologico, dal giusnaturalismo al positivismo giuridico, dalla filosofia analitica al cattolicesimo sociale –, nelle sue ricerche di ...
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riviste
Le r. filosofiche nacquero sul modello delle prime r. scientifiche, che vennero fondate nella seconda metà del Seicento, secolo in cui si diffuse la stampa quotidiana e periodica, che nel Settecento [...] . Un destino simile ebbe la r. Erkenntnis (Lipsia, L’Aja, Chicago, 1930-1940), fondata da due dei maggiori esponenti del positivismologico, R. Carnap e H. Reichenbach; essa subentrò alle Annalen der Philosophie, edite da H. Vaihinger, R. Schmidt e J ...
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positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa assumendo caratteristiche diverse in...
empirismo
s. m. [der. di empirico]. – 1. a. L’essere empirico, privo cioè di validi fondamenti scientifici: l’e. di certi sistemi, di certi metodi. b. Pratica medica di persone non qualificate, che si fonda soltanto sull’esperienza comune...