Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto (2012)
Enrico Opocher
Giuseppe Zaccaria
Pensatore dalla forte vocazione filosofica, sempre pervasa da un’alta ispirazione etica che percorre l’intera sua opera e tutta la sua attività, Enrico Opocher fu allievo [...] ultimi sviluppi della filosofia del diritto italiana, «Rivista internazionale di filosofia del diritto», 1951, 1, pp. 40-57.
Positivismologico e scienza giuridica, «Rivista trimestrale di diritto e procedura civile», 1951, 1, pp. 139-46.
Diritto e ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Stato, Chiesa, questione sociale
Michele Ciliberto
Tutti ricordano la famosa battuta di Massimo d’Azeglio: ora che è fatta l’Italia, occorre fare gli italiani. Ma, formatosi lo Stato nazionale, il primo [...] e la curiosità degli specialisti si rivolge, nella sua versione più aggiornata e formalmente attrezzata, al neo-positivismo o positivismologico (Premessa, in Scienza e filosofia nella cultura positivistica, 1982, pp. 9-10).
Sul piano storiografico ...
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ROSSI-LANDI, Ferruccio. –
Roberto Gronda
Nacque a Milano il 1° marzo 1921, figlio di Gino e di Elvina Bünger.
Il padre, senese di origine, si era trasferito a Milano per intraprendere un’attività imprenditoriale. [...] , in una dottrina detta empirismo scientifico, che mira[va] a raccogliere anche elementi degli accennati movimenti europei [positivismologico, Circolo di Vienna e scuola di Cambridge] in una specie di corpus unitario» (Charles Morris, 1953, pp. 13 ...
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verificazione, principio di
Con questo nome viene correntemente indicata l’assunzione congiunta delle due tesi seguenti: (1) un enunciato ha significato se, e solo se, è possibile la sua v.; (2) il significato [...] di rilievo nel quadro teorico del neoempirismo (➔) o positivismologico, e la sua storia si confonde con quella dei solo accennata, e complicata dal fatto che Schlick attribuiva possibilità logica e al fatto descritto dall’enunciato e al processo di v ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Umberto Eco
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Come si è detto nell’introduzione generale al Novecento, è difficile fare (a inizio del [...] a identificarne il momento aurorale nella filosofia britannica del linguaggio ordinario, in Russell, e poi in Wittgenstein, nel positivismologico, sino a tutti i vari aspetti della filosofia americana – vedi per esempio il suo massimo rappresentante ...
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FAGGIANI, Dalberto
Ugo Magrini
Nacque a Tresnuraghes (Oristano) il 1° ott. 1903 da Eugenio e da Teresa Pozzi, in una famiglia piemontese trasferitasi temporaneamente in Sardegna in seguito a un incarico [...] e di epistemologia, settori in cui, dal 1951 in poi, la sua produzione scientifica secondo l'indirizzo del positivismologico ha assunto notevole rilievo. Si ricordano i notevoli contributi in alcune delle più significative pubblicazioni: Sulle ...
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Reichenbach, Hans
Filosofo tedesco, naturalizzato statunitense (Amburgo 1891 - Los Angeles 1953). Insegnò nelle univv. di Berlino (1926-33), Istanbul (1933-38), Los Angeles (1938-53). Nel periodo berlinese [...] al potere lasciò la Germania. Negli Stati Uniti continuò poi a diffondere e a consolidare il neopositivismo o positivismologico, come membro dell’International committee for the unity of science, che promosse negli anni Trenta il progetto della ...
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Vienna, Circolo di (Wiener Kreis)
Vienna, Circolo di
(Wiener Kreis) Associazione di filosofi e scienziati che si riunirono attorno a Schlick, prof. di filosofia della natura presso l’univ. di Vienna, [...] dal 1924 sino al 1938. Il circolo di V. può essere considerato come il contesto storico-ambientale in cui si sviluppò il positivismologico (➔). Nucleo del Circolo di V. furono le riunioni organizzate a partire dal 1907 da Hahn, P. Frank, von Mises e ...
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nominalismo
nominalismo dottrina filosofica secondo cui gli universali o concetti generali non esistono come realtà anteriori e indipendenti né nelle cose né fuori da esse e la forma in cui si presentano [...] , cui attribuisce però dei nomi comuni. Nella filosofia contemporanea, la tendenza nominalistica risulta fortemente accentuata nel positivismologico, che ha elaborato il progetto di ridurre ogni asserto scientifico e ogni termine universale a dati ...
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Mises
Mises Richard von (L’viv, Leopoli, 1883 - Boston, Massachusetts, 1953) matematico e filosofo austriaco naturalizzato statunitense. Dopo essersi laureato in matematica, fisica e ingegneria all’università [...] ; aderì al Circolo di Berlino (strettamente legato a quello di Vienna), e accolse le tesi di fondo del positivismologico. Il contributo più originale di von Mises riguarda la teoria della probabilità, in cui ha introdotto la cosiddetta concezione ...
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positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa assumendo caratteristiche diverse in...
empirismo
s. m. [der. di empirico]. – 1. a. L’essere empirico, privo cioè di validi fondamenti scientifici: l’e. di certi sistemi, di certi metodi. b. Pratica medica di persone non qualificate, che si fonda soltanto sull’esperienza comune...