Dischi di metallo o d'altra materia, spesso artisticamente lavorati, largamente usati presso gli antichi per assicurare e ornare le bardature dei cavalli. Le falere erano spesso donate ad amici e a guerrieri valorosi; e in Roma divennero presto decorazioni, che si concedevano al tempo di Polibio al cavaliere che avesse riportato le spoglie d'un nemico ucciso. La fiala (ϕιάλη), piccolo scudo che si ...
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Ufficiale subalterno dell'esercito romano che comandava di solito una delle 60 centurie della legione. Sotto la repubblica, venivano scelti, fra gli uomini di una certa anzianità dei tre ordini degli astati, principi e triarî (detti anche pili), venti per ogni ordine e in due riprese. I primi scelti (priores) comandavano la centuria di destra del manipolo, che era il posto di maggior responsabilità, ...
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Fu console con Gneo Scipione Asina nel 260 a. C., in cui Roma si accinse a disputare a Cartagine il dominio del mare con la nuova flotta di 100 quinqueremi e 20 triremi. D. ebbe dapprima in Sicilia il comando di due legioni, alla testa delle quali egli liberò Segesta assediata da Amilcare e nel ritorno prese Macella. Quando nella prima azione navale a Lipari una squadra romana di 17 navi, col console ...
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Cataphracta è la corazza e cataphracti (anche cataphractari) i cavalieri, forniti, come i loro cavalli, di corazza (Servio, Ad Aen., XI, 770). L'uso di corazzare uomini e cavalli proviene da alcune popolazioni dell'Asia centrale, e si riscontra per la prima volta fra i Persiani. Appaiono quindi negli eserciti dei Seleucidi e di altri re orientali e più tardi negli eserciti dei Parti e specialmente ...
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TARPEA (Tarpeia)
PlinioFraccaro
Secondo la tradizione più antica (Fabio Pitto e in Dionigi d'Alicarnasso, II, 38-40), T., figlia di Spurio Tarpeo, custode della rocca capitolina al tempo dell'assedio [...] posto a Roma dai Sabini di Tito Tazio, s'invaghì delle armille e degli anelli d'oro che i Sabini portavano al braccio sinistro. Chiamato perciò Tazio a un abboccamento, gli offrì di aprirgli la porta della ...
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Nome di vari capi di orde galliche, che invasero territorî d'Italia, della Penisola Balcanica e dell'Asia Minore. L'opinione, un tempo assai diffusa, che Brenno non sia un nome proprio, ma significhi in lingua celtica "re" o "principe", è linguisticamente inaccettabile (cfr. Holder, Altkeltischer Sprachschatz, I, Lipsia 1885, p. 517)
1. - Alla testa di un'orda gallica, invase nel 280 la Peonia e la ...
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PORSENNA
PlinioFraccaro
. La tradizione vulgata romana narrava che Tarquinio il Superbo, detronizzato, persuase Lars Porsenna, re di Chiusi, a rimetterlo sul trono con le armi. Il re etrusco venne [...] con un esercito, pose il campo sul Gianicolo e assediò la città. Ma i Romani si difesero compiendo atti di valore tali (Orazio Coclite, Muzio Scevola, ecc.) che P., ammirato, offrì loro la pace e li lasciò ...
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. Su una nave da guerra greca, accanto ai rematori (ἐπικωποι) e ai ναῦται, marinai specializzati, c'erano gli ἐπιβαται, soldati di marina. Nei primi tempi della marineria greca da guerra, le navi servivano come pontoni per portare gli ἐπιβάται, che si lanciavano all'arrembaggio delle navi nemiche: essi erano quindi numerosi (40 per ogni nave dei Chioti a Lade nel 496 a. C.). Quando più tardi i Greci ...
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La storia della vergine Camilla è raccontata da Diana nell'Eneide (XI, 532 segg.). Suo padre era Metabo, re della volsca Privernum, che, costretto a fuggire dalla città, si prese in collo la figlioletta. Giunto alla sponda dell'Amaseno e temendo di passarlo a nuoto con la bimba, la legò, chiusa in una corteccia di sughero, alla sua grande asta, la consacrò a Diana (e di qui gli antichi spiegavano il ...
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Corpo di truppa dell'esercito di Alessandro e dei suoi successori, così detto dagli scudi ricoperti d'argento (ἄργυρος "argento" e ἀσπίς "scudo"). Per alcuni non sarebbero diversi dagli ipaspisti (ὑπαστπισταί), fanteria leggiera scelta (H. Droysen, Untersuch. ü. Alexander des Grossen Heerwesen, Friburgo 1885, p. 59). Curzio Rufo (IV, 13, 27) e Diodoro li ricordano già alla battaglia di Gaugamela; erano ...
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