GIUSTINI, Lorenzo (Lorenzo da Castello)
Marcello Simonetta
Figlio di Amodeo e di Cecilia di Ulisse Cambi, nacque a Città di Castello intorno al 1430.
Amodeo, nato nel 1403 da famiglia plebea, fu ambasciatore [...] di Città di Castello nel 1435, podestà di Foligno nel 1442 e quindi governatore di Todi; nel 1448 divenne senatore di Roma. Fu legista reputato e compose un manuale di procedura civile e penale, il De ...
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Uomo politico e giureconsulto romano (m. 243 a. C.). Console nel 280, difese Eraclea contro Pirro dopo la sconfitta che il collega P. Valerio Levino vi aveva subito. Pontefice massimo nel 254 circa, il [...] primo di stirpe plebea, diede pubblicità e accessibilità, con i suoi responsi a libere consultazioni, alla giurisprudenza romana, compiendone la liberazione dal monopolio pontificale iniziata da Appio Claudio Cieco. ...
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Nome degli appartenenti a una gente romana, derivato dal sabino Clausus; accanto alla forma regolare Claudius è la variante Clodius adottata da alcuni personaggi alla fine della repubblica. Vi furono di [...] tale nome una famiglia patrizia e una plebea: alla prima appartennero fra gli altri i Pulcri, alla seconda i Marcelli. I C. si ritenevano di origine sabina e immigrati o al tempo di Romolo o all'inizio della repubblica sotto la guida di un certo Atto ...
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Claudi
Nome degli appartenenti a una gente romana, derivato dal sabino Clausus. Accanto alla forma regolare Claudius è la variante Clodius, adottata da alcuni personaggi alla fine della Repubblica. Vi [...] furono di tale nome una famiglia patrizia e una plebea: alla prima appartennero fra gli altri i Pulcri, alla seconda i Marcelli. I C. si ritenevano di origine sabina e immigrati al tempo di Romolo o all’inizio della Repubblica, sotto la guida di un ...
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SCIPIONE Africano, Publio Cornelio (P. Cornelius P. f. L. n. Scipio Africanus)
Gaetano De Sanctis.
Generale romano. Nacque nel 235 a. C. di nobilissima famiglia patrizia. Il padre fu Publio Scipione, [...] console nel 218 (v.), la madre una plebea, Pomponia, sorella, è da credere, dei Pomponî, consoli nel 233 e 231. A parte alcuni particolari di valore dubbio sull'inizio della sua carriera militare, sappiamo che fu nominato edile curule nel 213. Sulla ...
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bruttare
Luigi Peirone
. Il vocabolo è usato da D. una sola volta, col valore di " insozzare ", " lordare ", in Pg XVI 129 Dì oggimai che la Chiesa di Roma, per confondere in sé due reggimenti, / cade [...] nel fango, e sé brutta e la soma. L'espressione, tipica dello stile comico ', è volutamente plebea e conclude coerentemente il discorso di Marco Lombardo sull'umana corruzione e sulla responsabilità che ricade sulle spalle del papa. ...
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KLÈBER, Jean-Baptiste
Pompilio Schiarini
Generale francese, nato a Strasburgo nel 1753. Figlio di un muratore, studiò architettura a Parigi, ma poi si diede alla carriera delle armi. Servì per alcuni [...] anni in Baviera dove divenne ufficiale, ma vedendosi preclusa la carriera agli alti gradi a cagione della sua origine plebea, rientrò nella vita civile e fu ispettore dei fabbricati a Belfort, dirigendovi importanti lavori. La Rivoluzione lo rifece ...
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Poeta greco di Coo (sec. 3º a. C.), contemporaneo di Callimaco e di Teocrito (da Ateneo chiamato ‛Ηρώνδας; it. Eronda), noto specialmente dal 1891 per la scoperta in un papiro dei suoi otto Mimiambi, poesie [...] in stile vario, felicemente popolaresco, letterario e parodistico. Il metro è il coliambo che, usato prima per poesia plebea, fu dagli Alessandrini ripreso per narrazioni, sermoni, dispute letterarie. E. stesso si vanta di avere adattato il coliambo ...
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Scrittore (Napoli 1921 - ivi 1994). Si mise in luce con alcune raccolte di racconti (Spaccanapoli, 1947; Gesù, fate luce, 1950; Quel che vide Cummeo, 1955) ispirate agli aspetti più umili e quotidiani [...] (Corriere della sera, Il mattino, ecc.), autore di romanzi (Ritratto di maggio, 1953; Una vampata di rossore, 1959; Ninfa plebea, 1992) e di testi teatrali (Le formicole rosse, 1948; Re Mida, 1979), continuò comunque a offrire i risultati migliori ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Introduzione alle arti visive di Roma
Giuseppe Pucci
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Esiste un’arte romana?
“Perché oggi non esiste [...] espressione delle élite patrizie e sostanziata di forme greche, non è l’arte popolare, ma quella che egli definisce “plebea”. Popolare è a suo giudizio un termine ambiguo in questo contesto, perché con populus nel diritto romano si intendevano tutti ...
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plebeo
plebèo (ant. raro plebèio) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. plebeius, der. di plebs plebis «plebe»]. – 1. Della plebe, appartenente alla plebe dell’antica Roma: le magistrature p.; i consoli p.; persona di origine p.; come sost.: le lotte...
smaccato
agg. [etimo incerto; non sembra possa considerarsi un part. pass. di smaccare]. – Esagerato, eccessivo, quasi esclusivam. nell’espressione dolce s., stucchevole, e per estens., assol.: un vino s., troppo dolce. Più com. in senso fig.:...