Filosofo greco, nato a Soli (o, secondo una versione meno attendibile, a Tarso) in Cilicia tra il 281 e il 277 a. C., e morto ad Atene tra il 208 e il 204. Fu successore di Cleante nello scolarcato della [...] più matura.
Il problema posto dall'eleatismo, di un'intuizione certa e sicura del mondo, riappare, attraverso la meravigliosa creazione platonico-aristotelica, chiaramente in Crisippo. Ma per gli stoici il mondo ideale iperuranio non esiste; le idee ...
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Pensatore politico (Cercola, Napoli, 1752 - Vico Equense 1788), terzogenito di Cesare F. principe di Arianello; alfiere nell'esercito borbonico (1766-69), lasciò poi il grado per darsi agli studî e, per [...] assennate riforme in materia di procedura penale, combatte la feudalità, auspica un sistema di educazione pubblica d'ispirazione platonico-rousseauiana, pone l'esigenza di una codificazione delle leggi. In economia il F., sotto l'influsso, oltre che ...
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Keplero
Keplero Giovanni nome italianizzato di Johannes Kepler (Weil, Württemberg, 1571 - Ratisbona, Baviera, 1630) astronomo e matematico tedesco. Dal 1589 studiò filosofia, matematica e astronomia [...] nel 1596) in cui espone una cosmografia di carattere mistico che stabilisce correlazioni matematiche, di stampo pitagorico e platonico, tra le sfere planetarie, i cinque poliedri regolari e la successione delle note musicali. Nel 1599 si trasferì ...
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Gerdil, Hyacinthe-Sigismond (al secolo Jean Francois)
Gerdil, Hyacinthe-Sigismond
(al secolo Jean François) Filosofo (Samoens, Savoia, 1718 - Roma 1802). Barnabita, insegnò nei collegi dell’ordine, [...] et l’origine des idées contre l’examen de Mr. Locke, 1748), svolgendo in partic., con forte accentuazione platonico-agostiniana, la dottrina malebranchiana dell’origine delle idee come presentate da Dio all’anima umana, incapace di ricevere alcuna ...
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Filosofo francese (m. tra il 1126 e il 1130), è stato confuso con Bernardo Silvestre (v.) e con Bernardo di Moëlan (v.); è tra i maggiori maestri di Chartres, dove insegnò dal 1114 al 1119; fu poi a Parigi; [...] gli furono discepoli Giovanni di Salisbury, che lo giudicò "il più perfetto fra i platonici", Guglielmo di Conches e Riccardo di Coutances. Nulla resta delle sue opere, ma del suo insegnamento abbiamo interessanti notizie da Giovanni di Salisbury: ...
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Apologeta cristiano (Atene 150 - Cesarea Marittima tra il 211 e il 215); viaggiò in giovinezza, stabilendosi infine ad Alessandria, dove fu (dal 190) presbitero. Durante la persecuzione di Settimio Severo [...] tratti fondamentali della personalità di C.: la larga utilizzazione della filosofia greca (soprattutto nelle tendenze platonico-stoiche dell'età ellenistica) nella elaborazione di una "gnosi cristiana", e insieme l'allegorismo nell'interpretazione ...
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Filologo italiano (Pinerolo 1879 - Firenze 1953), prof. di letteratura greca nell'università di Palermo (1922) e di filologia classica in quella di Firenze (1925-50). Accademico d'Italia. Dopo importanti [...] ), nei quali, proseguendo le ricerche di W. Jaeger, pose in nuova luce il problema dell'origine dell'epicureismo e dei suoi rapporti con la tradizione platonico-aristotelica. Della sua Storia della letteratura latina sono usciti 3 voll. (1942-1950). ...
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imprentare
Vincenzo Valente
Come ‛ imprenta ' (v.), anche i. è usato solo nel Paradiso, con riferimento esclusivo a Dio e ai cieli. Ha come sinonimi ‛ imprimere ', ‛ informare ', ‛ segnare ', e ‛ sigillare [...] i. si esprime inoltre il nesso causale tra Dio e il mondo, un nesso tra mondo ideale e mondo sensibile di tradizione platonico-agostiniana.
Tale rapporto si realizza in D. per il tramite di luce, amore e bene: così la divina bontà che 'l mondo ...
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Teologo, artista, agiografo (n. seconda metà del sec. 8º - m. 845), fu discepolo di Rabano Mauro cui successe (822) nella direzione della scuola di Fulda. Oltre a varî scritti agiografici in prosa e versi, [...] Dio dall'ordine gerarchico degli esseri che richiede al suo vertice un assoluto essere onnipotente: è un adattamento dell'argomento platonico per la dimostrazione della realtà assoluta delle idee. C. - che non va confuso con il sassone Wizo chiamato ...
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Scienza greco-romana. Scienza e forme di sapere in Platone
Luc Brisson
Scienza e forme di sapere in Platone
L'atteggiamento di Platone nei confronti del sapere relativo al mondo sensibile è oggetto [...] anima del mondo comprenderebbe quattro ottave, una quinta e un tono: 2/1×2/1×2/1×2/1×3/2×9/8=17; Platone, tuttavia, si rifiuta esplicitamente di teorizzare quale tipo di musica potrebbero emettere i corpi celesti, il cui moto non produce alcun rumore ...
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platonico1
platònico1 agg. [dal lat. Platonĭcus, gr. Πλατωνικός] (pl. m. -ci). – 1. a. Appartenente o relativo al filosofo greco Platone (428-348 a. C.), alle sue dottrine, ai suoi principî e alle sue opere (v. platonismo): la filosofia p.;...
platonico2
platònico2 agg. e s. m. [dal gr. πλατωνικόν (μέτρον), der. del nome del poeta comico greco Platone (sec. 5°-4° a. C.)] (pl. m. -ci). – Nella metrica greca antica, verso asinarteto, usato dal comico Platone: è formato da un hemiepes...