Filosofo (Napoli 1668 - ivi 1744). Terzultimo degli otto figli di Antonio, modestissimo libraio, e di Candida Masullo, dotato di un carattere che egli stesso definiva "melanconico ed acre", di debole e [...] , e tanto ne fu preso, che Grozio fu da allora da lui considerato come il quarto dei suoi "autori" dopo Platone, Tacito, Bacone. Frattanto condusse a termine i primi abbozzi della Scienza nuova: annotazioni all'opera di Grozio, una prolusione del ...
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La fisionomia storica dell'opera di Aristotele si è nell'ultimo quindicennio venuta notevolmente modificando, grazie ai risultati degli studî diretti a ricostruire il processo della sua formazione spirituale. [...] A., e cioè in quello che, come si è detto, egli trascorse in Asia Minore, ad Asso e a Mitilene, dopo la morte di Platone e il suo abbandono dell'Accademia. E il periodo del primo insegnamento autonomo di A., e ad esso risalgono, in genere, quelle più ...
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PROCLO di Costantinopoli
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Giorgio DIAZ DE SANTILLANA
Pensatore greco del sec. V d. C., ultimo fra i grandi rappresentanti del neoplatonismo e insieme della filosofia [...] di E. Diehl, voll. 3, Lipsia 1903-06), al Parmenide (a cura di G. Stallbaum, in appendice alla sua ediz. del Parmenide platonico, ivi 1839, e, separatamente, ivi 1840; trad. francese di A. E. Chaignet, voll. 3, Parigi 1901-03), al Cratilo (a cura di ...
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Da motivi risalenti a concezioni in parte assai antiche, da cui dipendono la rappresentazione dell'anima ψυχή, psyche) come figura alata e la personificazione dell'amore in figura di fanciullo, pure alato, [...] esegeti e commentatori, che l'interpretarono allegoricamente, fondandosi su motivi principalmente platonici (cfr. Phaedr., 246 b. c.) e neo-platonici. Principalissimo tra costoro Fulgenzio Planciade. Attraverso tali interpreti, il mito pagano ...
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Filosofo, scolaro del pitagoreo Filolao e poi, insieme col suo concittadino Simmia (v.), di Socrate. Accanto a Simmia egli appare nella discussione con Socrate intorno al problema dell'immortalità dell'anima [...] , prova che lo scritto risale a un'età in cui tali dottrine, del resto anche ecletticamente fuse con elementi platonici e aristotelici, potevano darsi come pitagoriche o neopitagoriche; cioè, molto probabilmente, al sec. I d. C. La città raffigurata ...
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METOCHITE, Teodoro (Θεόδορος ὁ Μετοχίτης)
Silvio Giuseppe Mercati
Poligrafo e uomo di stato bizantino, nato a Nicea circa il 1260, morto nel monastero di Chora il 13 marzo 1332. Venuto ventenne a Costantinopoli, [...] fisiologiche e psicologiche di Aristotele è pubblicata solo la versione latina. Con la sua ammirazione per Platone il M. è precursore dei platonici bizantini del sec. XV. È senza dubbio una delle più interessanti figure nella storia della civiltà ...
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Scienza greco-romana. La scienza del cielo nel periodo pretolemaico
Alan C. Bowen
La scienza del cielo nel periodo pretolemaico
I documenti superstiti della scienza del cielo tra il IV sec. a.C. e [...] celeste che si muove in circolo. A sua volta, Aristotele, sempre nel De caelo, cita la tesi presente nel Timeo di Platone secondo cui la Terra si trova al centro del Cosmo e possiede un moto rotatorio assiale: questa tesi è attestata, di conseguenza ...
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La Rivoluzione scientifica: luoghi e forme della conoscenza. Le accademie
Saverio Ricci
Mario Biagioli
Le accademie
Motivi e caratteri ispiratori
di Saverio Ricci
La moderna accademia scientifica [...] Dio di Descartes, o la struttura matematica dell'Universo, comune a quella della mente umana, come era stata platonicamente intesa da Galilei. Tale visione convenzionalistica della scienza si avverte proprio nel campo più tipicamente galileiano dell ...
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metafisica
Termine non utilizzato nella filosofia antica, ed entrato nell’uso in epoca tardo-antica e medievale, dapprima per designare i trattati di Aristotele che seguono quelli di fisica («μετὰ τὰ [...] dell’essere come «potenza» o «possibilità» (δύναμις) esposta nel Sofista (241 d-242 a; 247 d-e). Contrariamente a quanto avviene in Platone, Aristotele riconduce sia il divino sia l’uno all’essere, che già risolve e fonda la sostanza, la causa e i ...
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Filosofo e teologo, detto doctor Universalis (Lauingen, Svevia, forse 1193 o 1200 o 1206 - Colonia 1280). Maestro di Tommaso d'Aquino, si impegnò a far conoscere la filosofia aristotelica con parafrasi [...] nell'interpretazione di Aristotele; quindi la larga utilizzazione così degli scritti di Proclo come di quelli dei platonici arabi, in particolare di Avicenna; significativo anche l'interesse per problemi di carattere scientifico (Teodorico di Vriberg ...
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platonia
platònia s. f. [lat. scient. Platonia, der. del nome gr., Πλάτων, del filosofo Platone]. – Genere di piante guttifere, con due specie, del Brasile: sono grandi alberi con foglie coriacee, fiori vistosi, rosei, solitarî, che danno...
platonico1
platònico1 agg. [dal lat. Platonĭcus, gr. Πλατωνικός] (pl. m. -ci). – 1. a. Appartenente o relativo al filosofo greco Platone (428-348 a. C.), alle sue dottrine, ai suoi principî e alle sue opere (v. platonismo): la filosofia p.;...