Pittore e incisore (Ulfen 1745 - Francoforte sul Meno 1798). Prima di dedicarsi alla pittura lavorò in una fabbrica di ceramiche; nel 1777 entrò all'accademia di Kassel e dal 1785 si stabilì a Francoforte, [...] dove fu noto pittore digenere e trattò in particolare i cavalli. ...
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Pittore (Alkmaar 1617 - Amsterdam 1692); colorista originale e potente, fino alla metà del secolo dipinse quadri digenere e scene allegoriche nel gusto del tempo; si volse poi alla pittura architettonica, [...] principalmente interni di chiese con figure, con grande sensibilità per gli effetti di luce. ...
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Pittore (Monza 1857 - Bordighera 1927). Nipote di M. Bianchi, allievo di G. Pagliano, coltivò soprattutto la pitturadi paesaggio (Casolari rustici, 1891, Milano, Galleria d'arte moderna), in particolare [...] di marine, e più tardi un genere mondano, superficiale e brillante. ...
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Pittore italiano (Bologna 1837 - ivi 1884), professore dell'accademia bolognese. Trattò la pittura storica, religiosa e digenere; abile frescante, decorò alcune sale del Palazzo municipale di Bologna [...] e con L. Sarnoggia una sala del teatro comunale (1866) ...
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Pittore (Torino 1858 - ivi 1936), allievo di A. Gamba e di A. Gastaldi all'Accademia Albertina; trattò la pitturadi paesaggio, digenere, il ritratto, e si specializzò nei temi orientali. Opere nel Museo [...] Civico di Torino. ...
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Pittore e illustratore (Varsavia 1831 - ivi 1901). Eseguì vedute e scene digenere, fu illustratore di riviste, dipinse quadri storici e paesaggi. Tradusse il trattato della pitturadi Leonardo. ...
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Leonardo Da Vinci - «Se la pittura è scienzia»
Edoardo Villata
La vita
Leonardo nacque probabilmente a Vinci (anche se non nell’edificio rurale che la tradizione addita come luogo natale) il 15 aprile [...] Porta ottomana a Firenze e giustiziato il 29 dicembre 1479: probabilmente il Vinci sperava nell’incarico di una pittura infamante, genere che già in passato aveva conosciuto interpreti prestigiosi (da Andrea del Castagno a Botticelli). Non risulta ...
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GIOVANNI BATTISTA di Iacopo, detto il Rosso Fiorentino
Roberto Ciardi
Nacque a Firenze, nel "popolo" di S. Michele Visdomini, l'8 marzo 1494.
Dall'atto del battesimo, celebrato il giorno seguente, non [...] . 272), ciò che comportava la preliminare rimozione della pitturadi Giovanni Battista.
La decisione non ebbe effetto (probabilmente Andrea in genere consentiva l'accordo tra tematica sacra e profana; Vasari parla della tela come di una "storia di ...
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Giotto: la nascita del linguaggio figurativo moderno dell’Occidente
Angelo Tartuferi
La formazione: Firenze, Roma, Assisi
Il luogo di nascita del fondatore della visione moderna occidentale in pittura [...] –, il giovane genio toscano sarà stato incantato dall’incomparabile sedimentazione più che millenaria di culture, di formule e di modelli rappresentativi riscontrabile nelle tre arti maggiori, che nel campo specifico della pittura si manifestava nei ...
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BUONARROTI, Michelangelo
Luitpold Dussler
Enzo Noè Girardi
Nacque il 6 marzo 1475 a Caprese (od. Caprese Michelangelo) da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni e da Francesca di Neri di Miniato del [...] che furono scritte dal B. per lo più per disimpegnarsi da richieste o proposte di vario genere (il Varchi gli proponeva il quesito della superiorità della scultura o della pittura, "dispute", risponde il B., che è meglio "lasciare", perché "vi va più ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
genio1
gènio1 s. m. [dal lat. Genius, nome proprio della divinità tutelare, e fig. (come nome comune, genius) «inclinazione, disposizione»]. – 1. a. Nella mitologia pagana, lo spirito, buono o cattivo, che presiedeva al destino degli uomini...