Filosofia
Redazione
Il rapporto tra filosofia e cinema
Filosofia del cinema, da una parte, ed estetica cinematografica, dall'altra, benché strettamente connesse e talora sovrapposte al punto che spesso [...] ). Questo vale, entro certi limiti, per l'arte in genere, e infatti anche l'arte astratta sta in rapporto con più nulla, poiché qui si tratta non tanto di cinema quanto dipittura, sia pure pittura che si serve del mezzo cinematografico.
Tuttavia il ...
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Divismo
Samuel Thomas
Il fenomeno del d. è direttamente legato alla cultura di massa del Novecento e, in origine, al medium per eccellenza di questa cultura, il cinema. Nel 19° sec. erano già emerse [...] di un'Eva futura, nata dalla sintesi tra la rappresentazione della donna offerta dalla cultura europea del 19° sec., e in particolare dalla pittura stesso, il suo genio individuale modella questo ruolo molto più profondamente di quanto avvenga negli ...
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Europa
Bruno Roberti
Paolo Marocco
Cinematografia
Caratteri di un cinema europeo
La faticosa ricerca di un'identità complessiva del prodotto cinematografico europeo, avvenuta nel quadro della travagliata [...] che si manifestava, in poesia come anche in pittura, nell'E. intellettuale di quel periodo. A partire dall'inizio degli di donare sollievo al pubblico afflitto dalla crisi economica. In genere venivano ritratte occasioni mondane: interni di alberghi ...
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Corea
Fernanda Moneta
Cinematografia
La cinematografia coreana, a causa delle vicende politiche che hanno segnato il Paese, almeno a partire dalla guerra civile degli anni Cinquanta, è risultata nettamente [...] 1963, noto come The flower girl) di Chon Sang In. In seguito si affermò il genere bellico e nel 1962 aprirono gli sea village) di Kim Su Yong, la cui messa in scena è costruita tenendo presente la tradizione della pittura paesaggistica asiatica. ...
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Belgio
La prima proiezione in B. del cinematografo Lumière avvenne a Bruxelles il 1° marzo 1896, ma nel Paese non si sviluppò subito una produzione nazionale, sebbene le premesse scientifiche del cinema [...] civique, entrambi del 1913, opere che segnarono l'avvio di un genere molto seguito in B., la 'commedia popolare'. Fin dall dai film sulla pittura (Regards sur la Belgique ancienne, 1936; Le monde de Paul Delvaux, 1946) a quelli di finzione (Symphonie ...
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Scorsese, Martin
Marco Pistoia
Regista e produttore cinematografico statunitense, di origine italiana, nato a New York il 17 novembre 1942. Esordiente negli anni Sessanta, S. si è presto imposto come [...] t live here anymore, anch'esso assimilabile al genere road movie, la protagonista è di nuovo una donna, Alice (la splendida Ellen per es. in Taxi driver. Il confronto con la pittura, e la riflessione su gesto pittorico e sguardo cinematografico, ...
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Arnheim, Rudolf
Daniele Dottorini
Psicologo, teorico del cinema e critico dell'arte tedesco, naturalizzato statunitense, nato a Berlino il 15 luglio 1904. Tra i maggiori rappresentanti della Gestaltpsychologie, [...] di riferimento negli studi sul cinema e sull'immagine in genere. Di famiglia ebrea, figlio di un fabbricante di media, ma anche la pittura, l'architettura, la musica). Il concetto a cui A. lavorava in quegli anni era quello di "pensiero visivo" ( ...
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Renoir, Jean
Marco Pistoia
Il grande gioco del cinema
Il regista Jean Renoir viene considerato tra i più grandi maestri dell’arte cinematografica: con i suoi film, realizzati in un arco di tempo che [...]
Proprio il mondo delle arti in tutti i suoi aspetti (pittura, musica, teatro) ebbe una straordinaria importanza nella sua opera quest’opera Renoir propone sia una ricostruzione di un genere fondamentale della storia dello spettacolo – appunto la ...
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Walsh, Raoul
Marco Pistoia
Attore e regista cinematografico statunitense, nato a New York l'11 marzo 1887 e morto a Simi Valley (California) il 31 dicembre 1980. Fra i maggiori registi del cinema americano, [...] di San Francesco Saverio e poi l'università di Seton Hall, nel New Jersey, dove seguì anche corsi teatrali. Trasferitosi in Europa e dedicatosi alla pittura summa del genere stesso, giunto ormai in una fase declinante. Una storia di amicizia tanto ...
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Barrymore, Lionel
Callisto Cosulich
Nome d'arte di Lionel Blythe, attore teatrale e cinematografico statunitense, nato a Filadelfia il 28 aprile 1878 e morto a Van Nuys (California) il 15 novembre 1954. [...] patria e in Gran Bretagna, e dal 1906 al 1909 studiò pittura a Parigi. Tornato a New York, riprese saltuariamente l'attività scatenò in una interpretazione di alto istrionismo, temperato da una vena d'ironia, inusuale nel genere horror. Nel periodo ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
genio1
gènio1 s. m. [dal lat. Genius, nome proprio della divinità tutelare, e fig. (come nome comune, genius) «inclinazione, disposizione»]. – 1. a. Nella mitologia pagana, lo spirito, buono o cattivo, che presiedeva al destino degli uomini...