CANAVESIO, Giovanni
Giovanni Romano
Se ne ignora la data di nascita, ma non deve cadere lontano dal 1425-30 perché il C. risulta già documentato a Pinerolo nel 1450 come "magister iohannes canavexii [...] nell'entroterra nizzardo; non possediamo documenti d'altro genere che lo riguardino e tanto meno ci sono prove 1482, ha fatto sospettare l'esistenza di due pittoridi uguale nome, magari in rapporto di parentela, visto che ambedue risultano pinerolesi ...
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DALL'OCA BIANCA, Angelo Carlo
Marina Miraglia
Figlio di Giuseppe e di Beatrice Resi, nacque il 31 marzo 1858 a Verona ove fu battezzato nella parrocchia di S. Anastasia. Il padre, verniciatore, aveva [...] Boito al "vero" fotografico nei confronti della pittura digenere. Indipendentemente dagli esiti e dalla qualità - non certo trascurabile - delle sue fotografie, è interessante notare come il pittore si rivolga al fotografo perché gli fornisca, più ...
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PASTORIS, Federico
Matteo Piccioni
– Nacque nel maggio del 1837 ad Asti, da Paolo e da Giulia Teresa Micheletti, figlia di Irene Lagrange, nipote del noto matematico. Suo nonno Carlo Luigi Pastoris, [...] Tissot (Maggio Serra, 1981). L’opera unisce indagine storica medievale e soggetto digenere, che caratterizzano la cifra stilistica di Pastoris. Giovanni Camerana, amico intimo del pittore, dedicò all’opera nel 1867 la poesia Sul quadro “I signori ...
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PASCOLI, Lione
Serenella Rolfi Ožvald
PASCOLI, Lione (Leone). – Nacque a Perugia il 3 maggio 1674, da Giandomenico e Maria Ippolita Mariottini, entrambi appartenenti a «onorate famiglie perugine» (Comolli, [...] , Benedetto Luti; un consistente numero di dipinti digeneredi Antonio Amorosi, e paesaggi di Pieter van Bloemen, Gaspar van Wittel II, Roma 1788, pp. 116-124; B. Orsini, Memorie de’ pittori perugini del secolo XVIII, Perugia 1806, p. 9; B. Gamba, in ...
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CARRACCI, Annibale
Donald Posner
Figlio di Antonio, nacque a Bologna nel 1560 (fu battezzato il 3 novembre); era fratello minore di Agostino. Secondo il Malvasia (Felsina pittrice, Bologna 1678, I) [...] ., dopo aver lasciato Bologna, non si dedicò più alla pittura digenere, per quanto sia possibile che alcuni suoi disegni per le famose stato uno dei più validi pittori-incisori del tardo Cinquecento.
Il C. era di temperamento melanconico ed ebbe seri ...
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FARUFFINI, Federico
Anna Finocchi
Nacque il 12 ag. 1833 a Sesto San Giovanni (Milano) da Paolo, farmacista, che vi si era stabilito dal 1822, e da Giuseppa Albini. Nel 1848 fu mandato dal padre a studiare [...] n. 343). La stessa volontà sta anche nella decisione di dedicarsi alla fotografia per costituire un repertorio di scene digenere con figure in costume ciociaro da vendere ai pittori in sostituzione dei più costosi modelli viventi. Nel 1868 vendette ...
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CODAZZI (Codacci, Codazzo, Codozo, Codagora, Codaora, Codahorra), Viviano
Giuseppe Scavizzi
Nacque a Bergamo da Maffeo, anch'egli bergamasco, fra il 1603 e il 1604, nonostante un documento del 1657 [...] decisamente un innovatore. Se si considera infatti non tanto la sua opera di quadraturista quanto quella dipittoredi vedute, appare chiaro che il C. inaugura un genere che si differenzia da tutte le tradizioni anteriori, basato su una visione ...
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BRENNA (Brenda), Vincenzo
Stanislaw Lorentz
Figlio di Francesco, nacque a Firenze nel 1745 (Thieme-Becker), ma non si sa nulla della sua formazione ed è a Roma che lo troviamo, nel 1767, come autore, [...] romane e pompeiane, gare di quadrighe o scene digenere, firmati e datati 1783, oltre che vedute del palazzo della principessa Lubomirska a Wilanów nei pressi di Varsavia. Collaboratori del B. in Polonia furono i pittori Antonio Tombari, che si ...
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CELENTANO, Bernardo
Pasqualina Spadini
Secondogenito di Vincenzo e di Giuseppa Belliazzi, nacque a Napoli il 23 febbr. 1835. Contro le tradizioni giuridiche della famiglia, rivelò sia da ragazzo una [...] relativo" (E. Retrosi, Alcune riflessioni sulla pittura digenere e ilverismo in Italia, in Arte e storia, IV [1885], p. 203), il C. studierà la prospettiva; sperimenterà tecniche pittoriche diverse come l'acquarello per ottenere trasparenze maggiori ...
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JOLI (Jolli), Antonio
Anna Coccioli Mastroviti
Figlio di Ludovico, nacque intorno al 1700 a Modena ove, secondo il Tiraboschi (pp. 229 s.), si formò nella bottega del pittore Raffaello Rinaldi detto [...] di Padova (1738) e Molza di Modena (1738-39) e per il teatro Pubblico di Reggio Emilia (1739).
Lo J., come in genere 402; L. Salerno, Pittoridi vedute in Italia: 1580-1830, Roma 1991, pp. 245-260; S. Marinelli, La veduta di Verona di A. J., in Verona ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel...