TERRANDI, Bartolomeo di Francesco, detto Bartolomeo Bergamasco
di Anne Markham Schulz
Nato a Gandino in Val Seriana (Bergamo), non se ne conosce la data di nascita ma è certo che morì a Venezia poco prima [...] dalla terraferma. Come i ritratti pittoricidi Giorgione, l'effigie di Alvise Trevisan crea un'immagine provvisoria, una qualità che paradossalmente è l'antitesi dell'atemporalità e della permanenza che il genere dell'effigie doveva trasmettere. La ...
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TRICCA, Angiolo
Silvestra Bietoletti
Nacque a Borgo San Sepolcro il 7 febbraio 1817 da Francesco e da Annunziata Cerignani. Giovinetto, cominciò a studiare sotto la guida di Vincenzo Chialli, abile [...] Lucia de’ Magnoli, egli venne dichiarato antiquario e non più pittore, come invece era stato negli anni precedenti. A quell’epoca di gusto quattrocentesco e digenere storico come il Piero della Francesca ormai cieco in atto di dettare le regole di ...
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BRENNA (Brenda), Vincenzo
Stanislaw Lorentz
Figlio di Francesco, nacque a Firenze nel 1745 (Thieme-Becker), ma non si sa nulla della sua formazione ed è a Roma che lo troviamo, nel 1767, come autore, [...] romane e pompeiane, gare di quadrighe o scene digenere, firmati e datati 1783, oltre che vedute del palazzo della principessa Lubomirska a Wilanów nei pressi di Varsavia. Collaboratori del B. in Polonia furono i pittori Antonio Tombari, che si ...
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MARIANI, Cesare
Silvia Silvestri
– Nacque a Roma il 13 genn. 1826 da Pietro e da Maria Agnelletti. Il lavoro del padre, computista della famiglia Giustiniani, gli permise di risiedere nel palazzo nobiliare [...] il M. esordì favorevolmente alla Promotrice di Roma con quadretti digenere e piccole vedute; doveva appartenere Dovizielli in via Margutta, condividendo abitazione e studio con gli amici pittori B. Celentano, giunto a Roma da Napoli nel 1854, e ...
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CELENTANO, Bernardo
Pasqualina Spadini
Secondogenito di Vincenzo e di Giuseppa Belliazzi, nacque a Napoli il 23 febbr. 1835. Contro le tradizioni giuridiche della famiglia, rivelò sia da ragazzo una [...] relativo" (E. Retrosi, Alcune riflessioni sulla pittura digenere e ilverismo in Italia, in Arte e storia, IV [1885], p. 203), il C. studierà la prospettiva; sperimenterà tecniche pittoriche diverse come l'acquarello per ottenere trasparenze maggiori ...
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JOLI (Jolli), Antonio
Anna Coccioli Mastroviti
Figlio di Ludovico, nacque intorno al 1700 a Modena ove, secondo il Tiraboschi (pp. 229 s.), si formò nella bottega del pittore Raffaello Rinaldi detto [...] di Padova (1738) e Molza di Modena (1738-39) e per il teatro Pubblico di Reggio Emilia (1739).
Lo J., come in genere 402; L. Salerno, Pittoridi vedute in Italia: 1580-1830, Roma 1991, pp. 245-260; S. Marinelli, La veduta di Verona di A. J., in Verona ...
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STROBEL, Daniele
Roberto Cobianchi
Nacque a Parma il 30 marzo 1873, secondogenito di Pellegrino (Milano 1821 - Vignale 1895), naturalista, professore e dal 1891 rettore dell’Università di Parma per [...] che spesso eseguì personalmente (Rosati, 2005, p. 22), affermandosi così come uno dei migliori pittoridi questo genere (Marangoni, 1929, pp. 224-226). Significativamente, in un Autoritratto a pastello e biacca (Traversetolo, Museo Renato ...
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DELL'ACQUA, Cesare
Maddalena Malni Pascoletti
Figlio del giudice Andrea e di Caterina Lengo, nacque a Pirano (Istria) il 22 luglio 1821. Rimasto orfano del padre, nel 1826 si trasferì con la madre e [...] del secolo, sono strettamente imparentati con la sua produzione pittorica degli ultimi anni, costituita per lo più da quadretti digenere, sulla scia della tradizione fiamminga delle scenette di vita domestica, dei personaggi e dei fatti minuti colti ...
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BOMPIANI, Roberto
Piero Santi
Figlio di Domenico e di Serafina Bernardini, nacque a Roma il 10 febbr. 1821 da famiglia benestante, il che gli permise di dedicarsi all'arte, frequentando giovanissimo [...] dedicò anche alla scultura; e fu, fin dagli anni giovanili, essenzialmente pittore. Le notizie sulle prime opere del B. si riferiscono infatti a chiaramente individuare quella tendenza per la scena digenere, qui anche a sfondo moraleggiante, che ...
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BOLDINI, Giovanni
Luciano Caramel
Nacque a Ferrara il 31 dic. 1842, ottavo dei tredici figli del pittore Antonio e di Benvenuta Caleffi. Incominciò a disegnare molto presto, e a sedici anni era qualcosa [...] minuzia, quadri digenere - risentendo anche dell'influsso del Fortuny - e di costume (quali Omaggio a B., in Prose e articoli, Milano 1947, pp. 155-160; E. Cardona, B. pittoredi Verdi, in Il Ponte, VII (1951), pp. 1480-1487; Id., B. nel suo tempo, ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante una nozione che comprende in sé più specie...
famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel...