Critico e filologo italiano (Tivoli 1921 - Roma 1989). Indagatore di tutto il nostro patrimonio letterario, dal Duecento al Novecento, P. ha dedicato molta parte del suo impegno di studioso all'opera dantesca.Come [...] trecentesca, 1957) al Quattrocento (Masuccio Guardati e la narrativa napoletana del Quattrocento, 1953), al Cinquecento (PietroAretino tra Rinascimento e Controriforma, 1948; Matteo Bandello, 1949; I fantasmi di Tancredi, 1972), all'Ottocento ...
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Si definiscono frasi infinitive quelle frasi (sia principali che subordinate) in cui il predicato è costituito da un verbo all’infinito. La frase infinitiva può comparire in varie costruzioni, e cioè: [...] (➔ focalizzazioni):
(30) Ma io ti ringrazio, Cristo, di aver tu sopportato che io sia mendico ne la servitù di due Papi (PietroAretino, Lettere, 20, p. 145)
(31) ... ed io più volentieri ad udirli me ne dimorarei, che esser io il dicitore (Bandello ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] più debole il collegamento fra l’origine regionale dello scrittore e il tipo di italiano che egli scrive. Il grande poligrafo PietroAretino, attivo prima a Roma poi a Venezia fra il 1517 e il 1556, scrive un italiano composito, brillante e libero ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] XXI, p. 111)
(68) … perché io tengo viva la sua verità, e ancora per esser io non pur Pietro ma un miracoloso mostro de gli uomini (PietroAretino, Lettere 18, p. 141)
Tale soggetto esplicito si trova di regola dopo l’infinito e ha solo funzione di ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] parte del XVI secolo si realizza una vera e propria letteratura furbesca (da Strazzola al Pistoia, da Matteo Franco a PietroAretino e ad Annibal Caro) che nel Ragionamento dello academico Aldeano sopra la poesia giocosa de’ Greci, de’ Latini, e de ...
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La corrispondenza epistolare comincia a diffondersi nella prima metà del Duecento, in concomitanza con la diffusione degli usi scritti del volgare, in seguito a due mutamenti di carattere materiale: l’inizio [...] in tipografia, sia nel senso che scrittori di fama iniziano a pubblicare i propri epistolari (esempi fortunati quelli di PietroAretino e di Annibal Caro) sia perché, sulla scorta dei formulari di epistolografia precedenti, nasce un nuovo genere, il ...
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] (Boccaccio, Dec. I, 7, 71-72)
(34) Ciò detto, il lume intrigandogli gli occhi, cedeva a le tenebre perpetue (PietroAretino, Lettere 3, 114)
Mentre, in lingua moderna, i pronomi ➔ clitici si realizzano in enclisi al gerundio, nei secoli passati il ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] a connotare socialmente e psicologicamente i personaggi, alla geniale contraffazione e ibridazione linguistica della Cortigiana di PietroAretino (pubblicata nel 1534), al dissacrante caleidoscopio dei linguaggi nel Candelaio di Giordano Bruno (1582 ...
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Le frasi relative (dette anche semplicemente relative) sono frasi subordinate (➔ subordinate, frasi) che hanno la peculiarità di modificare un elemento nominale (detto antecedente o, meno spesso, testa [...] sposi XXX)
(60) e forse uscirò d’impaccio per quella via che ne sono usciti mille altri infelici amanti (PietroAretino, La Cortigiana, scena V).
Cinque, Guglielmo (1978), La sintassi dei pronomi relativi “cui” e “quale” nell’italiano moderno ...
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La definizione di lingua pedantesca si basa sul fatto che proprio la lingua presiede alla costituzione della figura del Pedante in diverse commedie (e di differente area regionale) del Cinquecento (➔ Umanesimo [...] , 1529) di Francesco Belo – probabile fonte dei Cantici di Fidenzio di Camillo Scrofa – e poi dal Marescalco (1533) di PietroAretino fino al Candelaio (1582) di Giordano Bruno.
Contini (1976: 590) ha definito il pedantesco (e soprattutto la sua ...
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flagello
flagèllo (ant. fragèllo) s. m. [dal lat. flagellum, dim. di flagrum «sferza»]. – 1. Specie di sferza fatta di funicelle sparse di nodi o strisce di cuoio o filo metallico con palline di piombo all’estremità, usata un tempo come strumento...