Proust, Marcel
Alberto Beretta Anguissola
Rivivere il tempo perduto
La grandezza e l’originalità dello scrittore francese Marcel Proust nascono da una singolare mescolanza di due poetiche opposte: una [...] , e può solo essere di tanto in tanto intravista, in modo intuitivo, come in un lampo fugace? Questo è il problema di fronte John Ruskin, cultore di arti figurative e maestro di un pensiero che, pur collocando l’arte al vertice delle attività umane, ...
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sentimento
Rappresentazione cosciente di eventi emotivamente significativi, e quindi percezione, esperienza soggettiva delle emozioni. Nel pensiero antico il s. non viene riconosciuto come sfera autonoma [...] la fede: Dio sensibile al cuore e non alla ragione» (Pensieri, 278). Alla base di questa concezione vi è la distinzione tra s. morale, un impulso che consente di distinguere in modo intuitivo e immediato il bene dal male e di operare le valutazioni ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Maria Conforti
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
In senso lato, il programma di Hilbert consiste nel progetto di codificare tutta la [...] un’assiomatizzazione della geometria euclidea rimuovendo il significato intuitivo che attribuiamo alle comuni nozioni geometriche di punto in una conferenza a Zurigo, Axiomatisches Denken (Pensiero assiomatico, 1918).
La teoria della dimostrazione si ...
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intelletto
Stefano De Luca
Insieme delle facoltà mentali che ci permettono di pensare e di giudicare
Se nel linguaggio comune intelletto e ragione sono termini sinonimi, nella storia del pensiero filosofico [...] la vita nel suo movimento
L'intelletto come facoltà intuitiva
Per Platone l'intelletto (nòus) è la facoltà che ragione? La ragione, per Kant, è anch'essa una facoltà del pensiero logico, come l'intelletto, ma pretende di fare a meno dell'esperienza ...
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Ricerche logiche (Logische Untersuchungen)
Ricerche logiche
(Logische Untersuchungen) Opera (1900-1901) di E. Husserl, pubblicata in due volumi: 1°, Prolegomeni alla logica pura (Prolegomena zur reinen [...] «del giudicare». Nella ricerca sulla dottrina della verità (6), la possibilità di cogliere intuitivamente gli oggetti ideali concerne sia gli atti del pensiero sia le intuizioni categoriali che le rendono possibili. In essi si rivela il «riempimento ...
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intuizione
Rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto, che può essere inteso o come semplice presenza dell’oggetto alla mente, o come immedesimazione del soggetto nell’oggetto. Già [...] nelle pagine in cui afferma la superiorità della scienza intuitiva. I due diversi significati d’i. sono poi chiaramente come propria della creazione e della fruizione estetica, il pensiero di Bergson, che riconosce nell’i. una forma privilegiata ...
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simbolizzazione
Processo psichico che porta alla formazione di simboli, nonché al concepimento e all’espressione di nozioni, concetti, sentimenti, ecc. mediante simboli.
Il simbolo nella psicoanalisi
I [...] mentale, infatti, J. Piaget riconosce già al livello della seconda fase (2°÷7° anno) una forma di pensiero rappresentativo-intuitivo che rende possibile la sostituzione di un oggetto o di un’azione mediante segni (simboli). Lo stesso apprendimento ...
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Mohanty, Jitendra Nath
Mohanty, Jitendra Nāth
Filosofo indiano (n. Cuttack, Orissa, 1928). Dopo un’educazione tradizionale (volta allo studio soprattutto del sanscrito e del Navyanyāya), ha insegnato [...] , ha rifiutato l’opposizione (che critica in Husserl, Heidegger, Rorty) fra un pensiero occidentale intellettuale e uno indiano (o ‘orientale’) mistico, intuitivo o pratico e utilizzato il Navyanyāya come esempio di una filosofia indiana attenta a ...
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noesi
Dal gr. νόησις, der. di νοέω «penso». Atto dell’intelletto (gr. νοῦς) o conoscenza intellettiva che Aristotele (in quanto essa è «appercezione unitaria dell’essenza», o, in altri termini, sapere [...] intuitivo, apprensione mediata di un «noema» o «concetto») distingue dal sapere discorsivo (gr. διάυοια) che compone e dispone perfetta unità e forma propria dell’autocoscienza di Dio, «pensiero di pensiero». Nella fenomenologia di Husserl la n. è l’ ...
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pensiero
pensièro (ant. pensière, pensièri, e pensèro, pensère, pensèri) s. m. [dal provenz. pensier, der. del lat. pensare «pensare»]. – 1. a. La facoltà del pensare, cioè l’attività psichica mediante la quale l’uomo acquista coscienza di...
tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo...