popolo viola
(Popolo Viola), loc. s.le m. Movimento di protesta, autoconvocatosi mediante la rete sociale Facebook, che ha scelto il colore viola per distinguersi da ogni partitopolitico rappresentato [...] in Parlamento.
• Vigilia di polemiche per il No-B-day, la manifestazione anti Berlusconi di domani, la «prima autoconvocata della storia», che conta di portare in piazza un «popolo viola» di 350.000 persone ...
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Zelanda
Provincia dei Paesi Bassi, con capoluogo Middelburg. Alcune isole erano abitate in età preistorica da popolazioni di stirpe non germanica. Fino alle invasioni dei franchi per la Z. passò il commercio [...] contro gli spagnoli, Flessinga fu la prima città della Z. a liberarsi (1572), accogliendo i gueux (appartenenti al partitopolitico e religioso che iniziò il movimento antispagnolo nei Paesi Bassi), che occuparono anche Veere e ai quali dopo la ...
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non-elettore
(non elettore), s. m. Chi non sceglie con il proprio voto, chi non sostiene un partitopolitico.
• Fino ad un mese fa, il Pd veniva giudicato (dai suoi non-elettori) come la forza politica [...] del contrasto alla corruzione, il 41% del campione interpellato da Demos pensa che nessuna forza politica sia credibile. Ma, tra chi indica un partito, il M5S ottiene la netta maggioranza (31%): formata soprattutto dai propri sostenitori, ma anche da ...
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postdiessino
(post-diessino), agg. Successivo ai De-mocratici di Sinistra.
• la frattura che emerge nell’area postdiessina consentirebbe finalmente al gruppo dirigente democratico di mescolarsi davvero, [...] Medeot ‒ attacca [Laura] Fasiolo ‒ ha finalità importanti di carattere culturale, deve essere un laboratorio di idee e non un partitopolitico. Le decisioni vanno prese nelle sedi istituzionali e il direttivo del Pd si è espresso per Marco Rossi. Chi ...
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sindacalismo rivoluzionario
Tendenza politico-sindacale derivante dall’elaborazione del francese G. Sorel, che ebbe poi larga diffusione in altri Paesi, compresa l’Italia, e in originale radicalmente [...] del s.r., il sindacato era posto come unico agente del superamento del sistema capitalistico, sostituendosi anche al partitopolitico, rispetto a cui veniva esaltata l’azione diretta e spontanea delle masse. Al sindacato si assegnava dunque una ...
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capocrazia
s. f. (iron.) Il potere del capo di un partitopolitico.
• [tit.] Il male italiano della capocrazia [testo] [...] Sicché il capo capeggia ogni capitolo della vita associativa. Lui, soltanto [...] lui, nomina il gestore del sito web. Concede l’uso del simbolo. Autorizza manifestazioni e iniziative. Suggerisce modifiche al regolamento e allo statuto. Detta i temi da sottoporre a votazioni in rete. ...
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defalchizzazione
s. f. Contrasto operato all’interno di un partitopolitico nei confronti dei falchi, dei sostenitori dell’orientamento più drastico e intransigente.
• [Fabrizio] Cicchitto ha parlato [...] dare ad [Angelino] Alfano la possibilità di costruire un grande partito moderato, riformista e garantista». (Andrea Garibaldi, Corriere della Mari , Secolo XIX, 6 ottobre 2013, p. 4, Politica).
- Derivato dal v. tr. defalchizzare con l’aggiunta del ...
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Unione democratici per l'Europa (UDEUR)
Unione democratici per l’Europa
(UDEUR) Partitopolitico italiano, di ispirazione cristiano-democratica, attivo dal 1999 al 2010. Erede dell’Unione democratica [...] UDEUR fu fondata nel 1999 da C. Mastella. Dopo aver aderito nel 2000 alla coalizione di centrosinistra, nel 2005 il partito prese il nome di Alleanza popolare-UDEUR. A seguito della vittoria elettorale dell’Unione (2006), l’UDEUR partecipò al governo ...
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whig
Nella storia inglese tra 17° e 19° sec., denominazione del partitopolitico sorto in contrapposizione a quello tory. Mentre i tory rappresentavano la corrente dei partigiani del re, della Chiesa [...] prevalse con l’avvento della dinastia Hannover sul trono inglese (1714); dopo la riforma elettorale del 1832 si trasformò nel Partito liberale. Il termine w. è stato usato successivamente per indicare i liberali, mentre il termine tory ha definito i ...
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Sartre, Jean-Paul
J.-P. Sartre
1905
Nasce a Parigi
1929
Termina gli studi presso l’École normale supérieure, laureandosi in filosofia
1933-34
Si reca a Berlino con una borsa di studio
1945
Fonda [...] rivista Les temps modernes
1947
Fonda un nuovo partitopolitico, il Rassemblement démocratique révolutionnaire
1949
Si dimette dal RDR
1950
Lo scoppio della guerra in Corea lo avvicina al Partito comunista francese
1956
L’invasione dell’Ungheria ...
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partito2
partito2 s. m. [der. di partire «dividere»; propr. «ciò che è diviso, parte»]. – 1. a. Ciascuna delle soluzioni che si possono adottare nel caso di una scelta, o ciascuno dei mezzi di cui ci si può servire per raggiungere uno scopo,...
partito-rete
loc. s.le m. Partito politico caratterizzato da una struttura non verticistica e dall’apporto proveniente dalla sua organizzazione periferica. ◆ [Franco] Passuello, che viene dalle Acli, spiega che la salvezza sarà in un partito-rete,...