Poeta, portoghese, nato a Coimbra il 4 marzo 1869. Unisce lo studio per i classici latini alla simpatia sentimentale e formale per i parnassiani e i simbolisti. L'abbondanza musicale e la preziosità acuita [...] della metrica e della rima sono la maggiore preoccupazione della sua musa. I colori, i suoni, le squisitezze d'un paesaggio o d'una voce sono le sue note più riuscite. Nella sua attività feconda, si ricordano ...
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Poeta argentino (Chivilcoy 1862 - Buenos Aires 1947) tra i più rappresentativi precursori del Modernismo. Nei Sonetos (1888) e Bajorrelieves (1895) è evidente l'influsso esercitato su di lui dai parnassiani. [...] La ricerca formale e il gusto per la mitologia si accentuano in Atlántida conquistada (1906), Las ánforas y las urnas (1923) e ne El sueño de una noche de invierno (1928) ...
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Poeta romeno (Cîmpina, BraŞov, 1911 - Bucarest 1991). Esordì nel 1934 con la raccolta di versi Inimi sub săbii ("Cuori sotto la spada"), caratterizzata da uno stile composito, con influssi parnassiani [...] ed ermetici. La produzione successiva (Ceea ce nu se uită "Quello che non si scorda", 1945; Poeme de pace Şi de luptă "Poemi di pace e di lotta", 1950; Surisul Hiroshimei, 1959, trad. it. Il sorriso di ...
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Musicista, nato ad Ambert (Puy-de-Dôme) il 18 gennaio 1841, morto a Patigi il 13 settembre 1894. Studiò legge, ma appassionato per l'arte, frequentò i poeti parnassiani, il Verlaine, il pittore Manet, [...] gli allievi di César Franck. Nel 1882 si dedicò interamente alla musica. Scelto dal Lamoureux come istruttore dei cori, ebbe occasione di conoscere e studiare le opere di Wagner e soprattutto il Lohengrin ...
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Poeta ungherese (Arad 1886 - Budapest 1928). Collaborò con varî giornali e fu tra i principali rappresentanti del gruppo della rivista progressista Nyugat ("Occidente"). Già dalla prima raccolta Hajnali [...] szerenád ("Serenata all'alba", 1913) emergono i toni parnassiani e impressionisti che caratterizzeranno tutta la sua produzione poetica (Lomha gályán "Su galea pigra", 1917; Az öröm illan "La gioia fugge", 1922; Lélektől lélekig "Dall'anima all'anima ...
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GOVONI, Corrado
Poeta, nato a Tamara (Ferrara), il 28 ottobre 1884. Dopo avere a lungo vissuto quietamente nella sua campagna ferrarese, si è dal 1926 stabilito a Roma.
I sonetti Le fiale (Firenze 1903), [...] sostanzialmente parnassiani e dannunziani, hanno qua e là motivi, come poi furon chiamati, crepuscolari; e in pieno mondo crepuscolare si è con Armonia in grigio et in silenzio (Firenze 1903) e con Fuochi d'artifizio (Palermo 1905). Il desiderio di ...
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Poeta serbo (Belgrado 1876 - Zagabria 1938). Studiò legge a Parigi e abbracciò la carriera diplomatica; fu tra l'altro ambasciatore a Roma (1927-33). La sua scarna produzione poetica (Pesme "Poesie", 1903; [...] Nove pesme "Nuove poesie", 1912), che ha nei parnassiani e nei simbolisti i suoi modelli, si distingue per la raffinatezza metrica e stilistica. Lo scetticismo e il pessimismo della sua ispirazione si attenuano nei versi di argomento patriottico (Sa ...
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Scrittrice brasiliana (Rio de Janeiro 1902 - ivi 1964). Maestra, creò nel 1934 la prima biblioteca per l'infanzia del Brasile. Sensibile alle correnti letterarie contemporanee, seppe far convivere nella [...] sua poesia forme ermetiche e metri tradizionali medievaleggianti. Autrice di versi parnassiani (Espectros, 1919) e simbolisti (Nunca mais ... e poemas dos poemas, 1923; Viagem, 1939; Vaga música, 1942; Mar absoluto, 1945; Doze noturnos da Holanda, ...
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Poeta russo, appartenente al gruppo dei decadenti simbolisti (1856-1909). Tradusse metricamente tutto Euripide e poesie di Orazio. Ma oltre che agli antichi volse lo studio ai moderni, e tradusse, tra [...] l'altro, dai parnassiani, da Baudelaire e Verlaine. Nella sua poesia originale è forte l'eco di Mallarmé. La sua raccolta principale porta il titolo: Il cofano di cipresso. Scrisse anche una tragedia, Tamira Citareda, rappresentata postuma nel 1915.
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RODENBACH, Georges
Mario Bonfantini
Letterato belga, nato a Tournai il 16 luglio 1855, morto a Parigi il 25 dicembre 1898. Fu dapprima avvocato, con buoni successi; si dedicò quindi esclusivamente alle [...] lettere, nel gruppo di giovani poeti della Jeune Belgique. Seguì i parnassiani, poi sentì profondamente l'influsso di Verlaine e del simbolismo. Stabilitosi a Parigi, dal 1887, si fece una sua maniera di derivazione simbolista, tutta raffinatezze "in ...
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parnassianismo
(o parnassianéṡimo) s. m. [der. di parnassiano]. – Nome con cui si designa l’esperienza poetica della scuola parnassiana e la corrente letteraria europea che ne deriva nella seconda metà del sec. 19°.
poeta
poèta s. m. (f. -éssa) [dal lat. pŏēta, gr. ποιητής, der. di ποιέω «fare, produrre»] (pl. m. -i, ant. -e). – 1. Chi compone o ha composto poesie, autore di opere poetiche: i p. greci, latini; i p. dell’Ottocento; certi poete in lingua...