Scienza greco-romana. La filosofia della Natura tra VI e V secolo
Giulio Lucchetta
La filosofia della Natura tra VI e V secolo
Problemi di metodo
Nel Libro I della Metafisica, Aristotele traccia un [...] di dirlo né di pensarlo. Infatti non si può né dire né pensare ciò che non è» (DK 28 B 8, 9-13). Parmenide è fatto partecipe di una verità filosofica abbagliante, che riguarda non soltanto il modo di essere della totalità ma il modo di conoscerla e ...
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eternità La durata senza fine del tempo.
I Greci la intesero come infinita estensione nel tempo, che non ha avuto inizio e non avrà termine; ma già secondo Parmenide e poi secondo i neoplatonici, l’e. [...] è piuttosto un puro presente.
Nella Sacra Scrittura l’e. spesso significa lunga durata e serie di secoli; ma attribuita a Dio esclude principio e fine e successione; e in tal senso passa in Agostino e ...
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Scuola filosofica greca, fondata, secondo la tradizione, in Elea, nella Magna Grecia, da Senofane da Colofone, rapsodo ionico del 6° sec. a.C. Ma il suo maggior rappresentante e il vero fondatore della [...] . Caratteristica fondamentale è la differenza profonda posta da Parmenide tra il mondo sensibile, molteplice e mutevole, regno del divenire e dell’apparenza (che quindi non si può dire che sia), e il mondo intelligibile, oggetto della ragione ...
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Il neoplatonismo
Sviluppi filosofici nel pensiero pagano fra III e IV secolo
Elena Gritti
La vita di Costantino coincide con il momento in cui la filosofia greca, dominata dal neoplatonismo, conosce [...] . 6,1-6 (sui primi tre dialoghi); Procl., in Ti. I, pp. 12,30-14,1 e in Prm. I 641,10-644,7 (su Timeo e Parmenide). Cfr. A.J. Festugière, L’ordre de lecture des dialogues de Platon aux Ve-VIe siècle, in Museum Helveticum, 26 (1969), 4, pp. 281-296; B ...
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Il Rinascimento. La rinascita del platonismo
Michael J.B. Allen
La rinascita del platonismo
Platone e il suo più noto interprete, Plotino, il fondatore del neoplatonismo, furono fra i più importanti [...] affrettatamente il compito che gli era stato commissionato (è il caso di Giorgio di Trebisonda per le Leggi e il Parmenide). In un primo momento, l'interesse si rivolse soprattutto ai dialoghi socratici, quali il Fedone, il Critone e l'Apologia ...
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Scienza greco-romana. Scetticismo e critica della conoscenza scientifica
Jim R. Hankinson
Scetticismo e critica della conoscenza scientifica
Con le sue riflessioni sui limiti della conoscenza umana, [...] prova è pertinente nel giudicare queste controversie? E come deve essere valutata? Alla metà del V sec. a.C., Parmenide argomentava, su basi semantiche e metafisiche, che qualsiasi cambiamento è impossibile e che ciò che esiste esisterà per sempre e ...
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Scienza greco-romana. Filosofia della Natura nella Tarda Antichita
Christian Wildberg
Filosofia della Natura
Durante la Tarda Antichità (200 ca.-700 d.C.) l’Impero romano e i paesi vicini subirono [...] per mezzo di un unico modello è rilevante e merita di essere ricordato.
L’eternità del mondo
Fin dal celebre poema di Parmenide sulla Natura i filosofi greci sono d’accordo nel ritenere che l’Universo materiale, nella sua forma attuale o in un lungo ...
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esperienza
Stefano De Luca
Conoscenza personale e diretta di una situazione
Per esperienza si intende, nel linguaggio comune, qualsiasi forma di conoscenza derivante dalla partecipazione personale a [...] esperienza sensibile e mai come esperimento ‒ è stata al centro della riflessione critica dei più grandi filosofi greci. Parmenide (6°- 5° secolo a.C.) e Platone ne sottolinearono il carattere ingannevole e superficiale: dall'esperienza dei sensi ...
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Diritto
Denominazione genericamente usata nelle leggi e nelle discipline giuridiche per indicare organismi e istituti caratterizzati dalla presenza di interessi e finalità più o meno superindividuali, [...] in società che operano nel mercato delle operazioni e dei servizi portuali.
Filosofia
Ciò che è, sinonimo di essere. Tra i presocratici, Parmenide considerò l’essere (εἶναι) l’unica realtà vera. Di qui il termine di ὄν «quel che è», in assoluto, e ...
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Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La [...] secondo proprio del filosofo, cioè del sapiente che, oltre le apparenze, conosce la vera natura delle cose. Con Parmenide di Elea, si ha una netta distinzione, anzi contrapposizione, di verità e opinione, correlativa di una valutazione della realtà ...
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eleatismo
s. m. [der. di eleatico]. – Scuola filosofica greca, sorta in Elèa, città della Magna Grecia, alla fine del sec. 6° a. C., che ebbe come rappresentanti Parmenide, Zenone e Melisso; la sua dottrina fondamentale, concernente la differenza...
spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano...