Pittore (Padova 1588 - Venezia 1648). Allievo del tizianesco D. Mazza, continuò in maniera spesso accademica la grande tradizione cinquecentesca, rimanendo estraneo alle nuove tendenze della pittura veneta; mediante l'eccezionale virtuosismo, raggiunse spesso un modellato sicuro e un cromatismo prezioso. Tra le sue opere più notevoli a Venezia: Nozze di Cana nella Scuola di S. Marco (1622), la Madonna ...
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Pittore (Venezia 1613 circa - Vicenza 1678), allievo del Padovanino; subì anche influssi bolognesi. Decoratore gustoso, nelle tele di soggetto profano (per es. La suonatrice e la Donna col guanto, pinacoteca [...] di Vicenza) rivela una fresca vena narrativa ...
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Pittore (Padova 1604 o 1605 - ivi 1679). Agli insegnamenti del tizianesco Padovanino unì gli influssi di D. Fetti, di J. Lijs e di B. Strozzi (Salvataggio miracoloso, Malamocco, parrocchiale). Fu notevole [...] ritrattista (ritratto di dama del Kunsthistorisches Museum di Vienna; Menichina della Galleria nazionale d'arte antica a Roma, già attribuita al Velázquez) ...
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Pittore (Vicenza 1603 - Venezia 1678), spesso indicato dalla critica come P. Muttoni. Formatosi con il Padovanino, guardò alle innovazioni caravaggesche, attraverso D. Fetti, C. Saraceni e J. Le Clerc. [...] Esperto copista e restauratore di quadri veneti cinquecenteschi, ne reinterpretò i temi in dipinti dal colore acceso e dalla luminosità contrastata, vicini agli esiti di F. Maffei. Sue opere sono conservate ...
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Pittore (Padova 1614 - Venezia 1687). Dopo avere viaggiato in Italia e in Europa, si stabilì definitivamente a Venezia. Subì gli influssi del Padovanino e di Pietro da Cortona, ma studiò anche l'arte di [...] Raffaello, Michelangelo, A. Carracci e Tiziano. Particolarmente famose le sue opere di soggetto mitologico (Diana e Atteone, Berlino, Staatliche Museen); dipinse anche quadri di soggetto religioso e storico ...
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Pittore. Nacque probabilmente a Padova tra il 1604 e il 1605, e a Padova morì nel 1679. Discepolo del Padovanino, fu il primo maestro del Seicento veneto a congiungere alla tradizione, rappresentata dall'arte [...] Roma, altra tipica opera del F. Del quale ricorderemo ancora, alla Borghese, una Venere nuda, in piedi, attribuita un tempo al Padovanino e allo stesso Tiziano. Va ricordato che alla sua scuola numerosa, da lui tenuta a Padova nel 1653 e certo anche ...
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LEONI, Ottavio
Valentina Sapienza
Nacque a Roma da Ludovico (Baglione, p. 321), orefice, medaglista e ritrattista in cera, impiegato alla Zecca pontificia nel 1574 (Rizzo, 1999, p. 33) e originario [...] di Padova (da cui i soprannomi di "Padovano vecchio" per sé e di "Padovanino" per il L.: Solinas, p. 243). L'anno di nascita del L. resta ancora uno dei punti oscuri della sua biografia. Ci si potrebbe affidare a Baglione (p. 322), unico biografo ...
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Pittore e incisore. Nacque a Pieve di Soligo (Treviso) nel 1654, vi morì nel 1726. Fu messo a studiare a Venezia presso il dilettante sebenicese Domenico Difnico, da cui apprese i modi dei cosiddetti naturalisti, [...] tipo Loth e Zanchi, modi che rischiarò con lo studio dei buoni seguaci del Padovanino, in maniera da poter competere, e con vantaggio, per il sugoso pennelleggiare e il focoso comporre, con il più lodato discendente di questa scuola tradizionalista: ...
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FORABOSCO (Ferrabosco, Ferabosco), Girolamo
Bernard Aikema
Figlio di Zorzi e di Marina Frizzieri, nacque a Venezia nel 1605 e qui fu battezzato il 24 novembre (Moretti, 1986). Visse e operò quasi ininterrottamente [...] se secondo alcuni va interpretata come "1626" (Roio, 1989). Il quadro si ispira chiaramente all'opera di A. Varotari, detto il Padovanino, ma rivela anche un'eco dello stile di T. Tinelli. Quest'ultimo, secondo una fonte del XVII secolo (un elenco di ...
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