Vicino Oriente antico. Liste lessicali e tassonomie
Hermann Hunger
Alfonso Archi
Liste lessicali e tassonomie
Mesopotamia
di Hermann Hunge
Evoluzione delle liste lessicali
Le liste costituiscono un [...] la prima metà del II millennio; (c) dalla seconda metà del II millennio alla prima metà del I millennio.
a) In questo primo periodo della partie), in: Schaeffer, Claude F.A., Ugaritica, Paris, P. Geuthner, 1939-; v. V, 1968.
Pettinato 1982: Pettinato ...
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Tra le varietà regionali italiane, quella di Roma presenta alcune caratteristiche specifiche: da un lato si tratta, ormai da molti decenni, della varietà con cui tutti gli italiani vengono più spesso a [...] Achille & Stefinlongo 2008), della lenizione delle sorde /p/, /t/ e /k/, che tra due vocali come dialettale), di /d/ in lune[dː]ì, ecc., e, viceversa, lo scempiamento di /t Riflettere sulla lingua, a cura di C. Marello & G. Mondelli, Firenze ...
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Con francesismi si intendono i prestiti dal francese (i francesismi veri e propri, per la fase più antica della lingua detti anche, raramente, oitanismi dall’uso di designare il francese antico come lingua [...] Il dato aumenta se si considerano anche i francesismi assunti dai dialetti e quelli usciti della lingua italiana delle origini, diretto da P.G. Beltrami: http://tlio.ovi.cnr.it G. Holtus, M. Metzeltin & C. Schmitt, Tübingen, Niemayer, 8 voll ...
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L’acquisizione dell’italiano come lingua seconda (L2) è un processo graduale che si innesta sul processo di acquisizione, avviato in tenera età, di un’altra lingua (detta lingua prima o L1). L’italiano [...] eh amassa […] io ero bambino «hanno ammazzato le nostre madri e i nostri padri quando io ero bambino»). Oltre che per gli usi temporali, arabofoni la resa /b/ anche per /p/: broblema «problema»;
(c) la sonorizzazione di consonanti sorde, soprattutto ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] che «non si può dire che sia veramente lingua alcuna favella che non ha scrittore» (Bembo, 1966: I, cap. XIV, p. 110);
(c) le condizioni della diffusione libraria e del mercato editoriale dei primi decenni del Cinquecento (lo stesso Bembo era un ...
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Il testo narrativo è uno dei tipi fondamentali di testo riconosciuti dalle tipologie testuali (➔ testo, tipi di). Può essere definito come il risultato di un macroatto (➔ pragmatica) di narrazione, che [...] visto (Italo Calvino, Lezioni americane, Torino, Einaudi, 1988, p. 53)
Nella sua brevità, questo è un testo narrativo completo di enunciati presentativi ad hoc (ad es.: «tra i suoi soldati e la città / c’era il Piave»); lo stesso vale per le ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] se lo sarebbe posto per secoli, in Italia. Semmai, per essa c’è un problema di stile comunicativo, di miscela di sottigliezza e di a cura di L. Serianni & P. Trifone, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. 1° (I luoghi della codificazione), pp. 335-382.
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CECI, Luigi
Tullio De Mauro
Nacque ad Alatri (Frosinone) il 27 febbr. 1859 da Vincenzo e Maria Minocci.
Restò sempre molto legato alla sua terra: diventato accademico famoso, ad Alatri acquistò e restaurò [...] , sempre sul Giornale napoletano di filosofia elettere, VII (1883), ma già i suoi studi avevano subito una prima interruzione.
Nel 1882 il sindaco di Alatri, P. F. Cerica, offrì al C. la cattedra di latino e greco e l'incarico dell'insegnamento, di ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] da una frase passiva e rimanda al complemento d’agente):
(64) C’era ancora il bastimento attraverso al porto, affondato durante la guerra dai tedeschi per ostruirlo (Calvino, I racconti, p. 28)
ma anche nei casi in cui il soggetto si identifica con ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] all’inizio del XXI, continuano ad avere i prontuari di dubbi linguistici del tipo di 1968), De vulgari eloquentia, a cura di P.V. Mengaldo, Padova, Antenore.
Bembo, Pietro in Storia della linguistica, a cura di G.C. Lepschy, Bologna, il Mulino, vol. 2 ...
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p, P
(pi, ant. o region. pe ‹pé›) s. f. o m. – Quindicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma (rimasta più o meno immutata nel tempo, salvo che in origine il semicerchio di destra non giungeva a saldarsi con l’asta verticale), derivata...
madre di tutti i diritti
loc. s.le f. La carta costituzionale, dalla quale discendono i diritti codificati. ◆ Quando Hammurabi, re di Babilonia nel XVIII secolo a.C., unificò sotto il suo scettro le città della regione, le sue leggi furono...