Tra le caratteristiche principali della lingua dei media si rileva quella del riuso, ovvero della citazione (spesso non esplicita, la cosiddetta criptocitazione: Bazzanella 2004) di frasi, locuzioni, nomi [...] Verdi); “Casta diva” (Norma, di V. Bellini); Cavalleria rusticana (P. Mascagni); “Che gelida manina” (La bohème, di G. Puccini); ); Il sorpasso (D. Risi); Sussurri e grida (I. Bergman); Tempi moderni (C. Chaplin); Top gun (T. Scott); Torna a casa ...
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È detto presente storico il ➔ presente indicativo usato per fare riferimento a eventi anteriori al momento dell’enunciazione. Si tratta di un uso traslato, o metaforico, del presente (Bertinetto 1997), [...] , in (1) hanno valore perfettivo i verbi guardano e fanno, mentre ha valore imperfettivo c’è.
L’uso del presente storico pagato m’avea per quell’opera! (Da Ponte 1918: 1°, p. 134)
dove il presente introduce appunto azioni dall’esito aperto, ...
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Il termine deittici indica un insieme eterogeneo di forme linguistiche – avverbi, pronomi, verbi – per interpretare le quali occorre necessariamente fare riferimento ad alcune componenti della situazione [...] che separa l’entità alla quale si fa riferimento nella frase (i bambini, la stanza in questione) dal luogo in cui si con la mano] sulla destra (C. Andorno, Che cos’è la pragmatica linguistica, Roma, Carocci, 2005, p. 42).
L’espressione qui sulla ...
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Le locuzioni preposizionali sono combinazioni fisse di due o più parole (come davanti a, invece di, di fronte a, a causa di, da parte di, in relazione a, conformemente a) che costituiscono unità polirematiche [...] _xii/speeches/1955/documents/hf_p-xii_spe_19551025_pubblici-esercizi_ 1995: 42)
(14) ProSca fa la schifiltosa per via del pantano sotto i piedi (Ligabue 2005: 66)
(15) Lopez vedeva l’uomo di fronte (1988: 531) che «[c]on l’introduzione dell’articolo ...
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Tabu è una parola polinesiana («sacro, proibito»), spesso, ma impropriamente, pronunciata tabù, che designava originariamente una proibizione rituale riguardante oggetti o persone rivestiti di sacralità; [...] negativi o sgradevoli, sono i campi semantici relativi a stati Peto, datata tra il 44 e il 46 a.C. (Lettere ai familiari IX, xxii); vi si legge , Pietro (2005), Ragionamento. Dialogo, a cura di P. Procaccioli, Milano, Garzanti.
Aretino, Pietro (1969), ...
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Alessandro Manzoni ha esercitato, soprattutto con I promessi sposi, un influsso evidente sulla lingua italiana, letteraria e non letteraria. Questo influsso trova le sue ragioni prima di tutto nella sinergia [...] lì davanti, e per questo la chiamavano la Signora (I Malavoglia, in Verga 19792: 47)
che riprende un passo gran dame, nelle loro sale, non c’eran potute arrivare ( ibid.: 195)
cura di V. Della Valle & P. Trifone, Roma, Salerno Editrice, pp. 237 ...
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La storia del parlato filmico è intimamente legata, fin dai primordi del cinema sonoro, alla pratica del doppiaggio. La lingua doppiata, che è forse, indipendentemente dalla qualità dei risultati ottenuti, [...] hai ragione, sono d’accordo, ecc.; non c’è problema (no problem), e simili (dov , ti aspetto, ecc.; abuso di ti amo (I love you) anche per affetti che l’italiano esprimerebbe del cinema mondiale, a cura di G.P. Brunetta, Torino, Einaudi, 5 voll., ...
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I verba dicendi (espressione grammaticale latina che significa alla lettera «verbi del [o di] dire», analoga ad altre come verba iubendi «verbi del comandare») sono ➔ verbi che indicano azioni o processi [...] referente linguistico, un enunciato;
(c) un argomento che esprime i partecipanti all’evento, attraverso sintagmi Miscellanea di studi linguistici in onore di Walter Belardi, a cura di P. Cipriano, P. Di Giovine & M. Mancini, Roma, Il Calamo, 2 ...
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I modi del verbo sono sottoinsiemi di forme della ➔ coniugazione verbale caratterizzati da un complesso intreccio di proprietà semantiche, sintattiche e pragmatiche. Nel sistema verbale italiano si distinguono [...] amp; Salvi 1995: 50).
Anche tra i modi finiti ci sono gradi diversi di ordini (1 b.) o concedere permessi (1 c.), ma si ritrova anche negli altri modi usati Italiana (Padova, 25-27 settembre 1997), a cura di P. Benincà, A. Mioni & L. Vanelli, Roma ...
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I grafemi sono le unità grafiche elementari, non suddivisibili ulteriormente, che servono a riprodurre nello scritto i suoni di una lingua. Il termine, modellato sulla serie fonema, morfema, ecc., contiene [...] trasparente: 11 grafemi, infatti, hanno valore univoco (‹a› ‹b› ‹d› ‹f› ‹l› ‹m› ‹n› ‹p› ‹r› ‹t› ‹v›). Serianni (1997) classifica i restanti 10 in tre tipologie: polivalenti (‹e› ‹o› ‹i› ‹u› ‹c› ‹g› ‹s› ‹z›), diacritici (‹h› e, in certe combinazioni ...
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p, P
(pi, ant. o region. pe ‹pé›) s. f. o m. – Quindicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma (rimasta più o meno immutata nel tempo, salvo che in origine il semicerchio di destra non giungeva a saldarsi con l’asta verticale), derivata...
madre di tutti i diritti
loc. s.le f. La carta costituzionale, dalla quale discendono i diritti codificati. ◆ Quando Hammurabi, re di Babilonia nel XVIII secolo a.C., unificò sotto il suo scettro le città della regione, le sue leggi furono...