SANCO
Nicola Turchi
. Divinità italica, del ciclo di Giove, garante del giuramento, il cui nome intero è Semo Sancus Dius Fidius. Semo richiama i Semones del carme arvalico e i semunu dell'iscrizione [...] locale del recinto serviano si chiamava appunto Sanqualis) dedicato nel 466 a. C. (la dedica cadeva il 5 giugno; cfr. Ovidio, Fasti, VI, 213 seg.), di cui sono note due particolarità rituali che bene si addicono a una divinità, del giuramento: aveva ...
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VERRIO Flacco (Verrius Flaccus)
Marco Galdi
Figlio di liberto, visse sotto Augusto e Tiberio e fu uno dei più rinomati maestri di grammatica. Augusto gli affidò l'istruzione dei nipoti Gaio e Lucio. [...] si sa se essi, quali ora si hanno, siano l'originale, ovvero un estratto dell'opera. Servirono indubbiamente di fonte a Ovidio.
L'opera principale di Verrio Flacco, De verborum significatu, una specie di lessico, o opera glossografica in cui erano ...
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. Antica divinità generata dai Romani. Il nome delle sue feste (Carmaria) non appare nei calendarî o negli emerologi, perché esse coincidevano con le calende di giugno; lo conosciamo però da un'iscrizione [...] suggere il sangue dei fanciulli; per tale tutela delle case ebbe il nome di dea cardinis, o anche di Cardea (cfr. Ovidio, Fast., VI, 101).
Bibl.: J. Marquardt, Röm. Staatsverwaltung, Lipsia 1873-1878, III, p. 341; Preller, Römische Mythologie, 3ª ed ...
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Nato a Roma nel 1595 e ivi morto nel 1624. Figlio del duca Giuliano, terzogenito di cinque fratelli, fu mandato a nove anni a Parma presso Ranuccio Farnese per attendere a studî filosofici, nei quali fece [...] dolore con modi e spunti convenienti a un'austera e meditativa tempra di scienziato. Nelle elegie latine imitò specialmente Ovidio.
Bibl.: Vita di V. Cesarini, nell'ed. delle sue poesie, Venezia 1669; N. Ratti, Memorie di quattro donne illustri ...
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SINERESI (gr. συναίρεσις "fusione")
Mario Pelaez
È il contrario della dieresi e per essa nel corpo della parola due vocali consecutive che si potrebbero pronunciare distinte e contare per due sillabe, [...] (faida). Ma non mancano casi in cui qualcuna di tali norme è violata, specialmente nei poeti antichi.
Bibl.: F. D'Ovidio, Dieresi e sineresi nella poesia italiana, in Versificazione italiana e arte ritmica medioevale, Milano 1910, pp. 1-62; a pp ...
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De vulgari eloquentia
Pier Giorgio Ricci
Pier Vincenzo Mengaldo
Tradizione Manoscritta. - Comprende solo cinque testi (Berlino, Staatsbibliothek, lat. folio 437 [B], ora conservato a Tübingen; Grenoble, [...] di costituzione testuale e interpretazione, col Witte, il Boehmer e il Moore fuori d'Italia, e con gl'italiani D'Ovidio e Rajna. Non più che un episodio circoscritto, senza risonanze degne di nota, appare la versione italiana che condusse sulla ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Dei magni, dei minuti e nuovi dei
Micol Perfigli
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il pantheon romano è un sistema flessibile e coerente, [...] mondo degli dèi è immaginato e descritto a partire da quello umano, secondo l’organizzazione della società o altrimenti della città, come racconta Ovidio: qua le case dei nobili, più in là i quartieri dei plebei.
Gli dèi magni
L’idea che gli dèi si ...
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EKPHRASIS (εκφρασις)
L. Faedo
In uno scritto retorico attribuito a Ermogene (II sec. d.C.), l'è. è definita «un discorso descrittivo che pone l'oggetto sotto gli occhi con efficacia» (Progym. 10, p. [...] ibid., VI, 20-40) e il Tempio di Augusto nelle Georgiche (III, 12-40), e inoltre le porte del palazzo del Sole in Ovidio (Met., II, 1-19). Anche il tempio della fantastica città di Taxila, narrata nell’Apollonio di Filostrato (Vit. Apoll., II, 20), è ...
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SANGUINACCI, Jacopo
Davide Esposito
– Figlio di Giovanni, nacque a Padova intorno al 1400.
Sulla sua vita, a fronte di una consistente mole di testi tramandata da un’articolata tradizione manoscritta, [...] a raggruppare tradizione classica e letteratura in volgare, seppure in uno scenario in cui, per quanto riguarda Omero, Virgilio e Ovidio, non si va oltre un generico riconoscimento di fama e gloria eterne come merito per i propri versi d’amore.
Il ...
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AZZOGUIDI, Baldassarre
Alfredo Cioni
Bolognese, nacque da una antica famiglia di parte geremea. I suoi maggiori, fin dal sec. XIV, avevano ottenuto cariche di gran conto: ambasciatori, capitani, lettori [...] 'azienda. Morto Pietro nel 1478, l'A. nel 1480 cessò l'attività, dopo aver pubblicato la seconda edizione delle opere di Ovidio. Non si conoscono le cause della cessazione: si può congetturare che l'esser rimasto solo, l'avere ormai Bologna più abili ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...