biscia
Angelo Adami
Propriamente indica il " serpe d'acqua ", ma è usato da D. come " serpente " in genere. Ricorre soltanto nella Commedia, quattro volte. In If IX 77 le anime dei dannati, immerse [...] rane innanzi a la nimica / biscia per l'acqua si dileguan tutte. La similitudine (a proposito della quale lo Scartazzini ricorda Ovidio Met. VI 371 " et modo tota cava submergere membra palude ") serve anche a sottolineare che il Messo, essendo una ...
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spietato
Aggettivo usato esclusivamente in poesia, con funzione sia attributiva che predicativa, nel significato fondamentale di " crudele ".
In alcuni luoghi della Commedia il termine assume un particolare [...] spietata.
L'aggettivo è talvolta in ipallage: in Pg XXXII 65 sono detti occhi spietati quelli di Argo, il guardiano di Io (cfr. Ovidio Met. I 568-747; cfr. anche Pg XXIX 94-96): vedi la parafrasi del Vandelli (" lo spietatamente vigile custode di Io ...
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prudente
Il valore esatto del termine è precisato dallo stesso D.: prudente, cioè savio: e a ciò essere si richiede buona memoria de le vedute cose, buona conoscenza de le presenti e buona provedenza [...] ). P. è dunque colui che sa rendersi subito conto di una situazione e prendere tempestivamente i provvedimenti necessari: tale Ovidio presenta Eaco vecchio... quando, avendo… quasi tutto lo popolo perduto, esso saviamente [si ricordi il savio del § 5 ...
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Letterato (n. Sutri 1517 circa - m. forse ivi 1572 circa), probabilmente appartenente a un ramo secondario della famiglia comitale romana. Visse i primi anni a Roma, ma dopo l'insuccesso della sua commedia [...] una tragedia (Edipo, 1556) e un commento all'Orlando furioso (1563, 1570), ma il suo nome è legato alla traduzione in ottave (non senza indebiti ampliamenti) delle Metamorfosi di Ovidio (1561), che ebbe numerose ristampe fino alla metà del sec. 19º. ...
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NALDI, Naldo
Umanista fiorentino, nato intorno al 1435, morto sotto il pontificato di Leone X. Quantunque amico del Ficino e del Poliziano, non pare riuscisse a entrare nelle grazie del Magnifico. Dovette [...] 1498.
Poeta fecondo in latino, ma fiacco e prolisso, compose tre libri di elegie, amorose e adulatorie, a specchio d'Ovidio, non senza venature petrarchesche; un libro di epigrammi; la Volaterrais, poema in esametri a esaltazione del Magnifico e di ...
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PANDROSO (Πάνδροσος, Pandrosus)
C. Gonnelli
Figlia di Cecrope e di Aglauro, sorella di Herse, Aglauro e Erisittone.
Secondo la tradizione più diffusa, Atena aveva affidato alle tre figlie di Cecrope [...] , protetto da un serpente per fuggire al quale si gettarono dall'acropoli; P. invece ubbidì al volere della dea.
Secondo Ovidio invece (Met., ii, 558) Aglauro riuscì a convincere entrambe le sorelle ad aprire la cista. Di P. si raccontava anche ...
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ECO
C. Caprino
Personificazione della ripercussione del suono.
Ninfa oreade, "antriade" per Euripide, talvolta è considerata naiade in riferimento al rumore delle acque montane e per la sua relazione [...] 'altra tradizione la dice unita a Pan, da cui ebbe figlie Iambe e Iunx. Secondo una tradizione alessandrina ripresa da Ovidio, E. amò Narciso senza esserne corrisposta, tanto da perire consunta, non rimanendo di lei che le ossa, che si pietrificarono ...
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ragna
Francesco Vagni
Il sostantivo femminile (latino aranea) vale semplicemente " ragno ", come in altri autori antichi (frequente la forma " aranea ") e in pochi dialetti attuali: " Essendo aranea [...] già mezza ragna, con riferimento alla nota metamorfosi della tessitrice lidia Aracne (v.) addotta da D. quale esempio di superbia punita (Ovidio Met. VI 140 ss.).
Il termine si trova in D. nel significato di " ragnatela ", ma col valore metaforico di ...
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Poetessa greca, nata o vissuta a Bisanzio nel sec. 3º a. C., moglie di Andromaco detto ϕιλόλογος, "il dotto", madre di Omero il Giovane, uno dei poeti della Pleiade tragica, e contemporanea di Anite; scrisse [...] suo inno a Posidone e 10 esametri di un carme Μνημοσύνη sull'infanzia di Zeus a Creta; niente delle ᾿Αραί, "Imprecazioni", genere nuovo, coltivato poi da Callimaco nell'Ibis, da Euforione e, fra i Romani, da Valerio Catone (le Dirae) e Ovidio (Ibis). ...
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POLISSENA (Πολυξένη, Polixĕne)
Francesco GABRIELI
Figlia di Priamo e di Ecuba. Già nelle Ciprie, come risulta da rappresentazioni figurate, si doveva narrare l'episodio che per primo la mette in relazione [...] Ditti e Darete; generalmente nota, e famosa per essere stata trattata da Euripide in due tragedie (Troiane ed Ecuba) e da Ovidio (Metam., XIII, 429-571), è solo la conclusione di quell'amore; ucciso Achille, i Greci alla presa di Troia immolano P ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...