ammalato
. In If XXIX 71, per indicare i falsari, la cui pena consiste appunto in varie malattie (per altri riferimenti a questa condizione dei falsari, cfr. li spedali / di Valdichiana al v. 46, e al [...] tutto infermo di Egina, assunto come termine di paragone). Nel v. 63 c'è un esplicito richiamo a Ovidio; e il v. 72 li ammalati, / che non potean levar le lor persone, riecheggia l'ovidiano " inde graves multi nequeunt consurgere " (Met. vii 570). ...
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Uomo politico romano (64 a. C. - 8 d. C.). Fautore di Bruto e di Cassio e perciò proscritto nel 43, combatté al fianco di Cassio nella battaglia di Filippi; passò poi dalla parte dei vincitori; Ottaviano [...] di Sallustio, e in seconde nozze Calpurnia. Fu poeta, oratore ed erudito e raccolse intorno a sé molti poeti, tra cui Tibullo, Ligdamo, Sulpicia, Ovidio. Gli furono dedicati due panegirici, uno nel Catalepton virgiliano e uno nel Corpus Tibullianum. ...
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(gr. Κέρβερος) Favoloso cane della mitologia greca, custode dell’entrata dell’Ade. Compare per la prima volta nella Teogonia esiodea, dove è detto figlio di Tifone e di Echidna, fratello dell’Idra di Lerna [...] (poi comunemente tre). La descrizione del suo orribile aspetto è presente anche nell'Eneide di Virgilio e nelle Metamorfosi di Ovidio. Fu trascinato una volta sulla Terra da Eracle. Nel culto, l’elemento rituale più connesso con C. era la focaccia ...
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GUASTI, Cesare
Guido MAZZONI
Nato a Prato in Toscana il 4 settembre 1822, morto a Firenze il 12 febbraio 1889.
Da tipografo, nella stamperia paterna, seppe innalzarsi a dotto illustratore della sua [...] pratese (1844), il Calendario pratese (1846-1851) e altre ricerche e pubblicazioni di testi (tra i quali importante l'Ovidio Maggiore del Simintendi, trecentista pratese). Poi allargò il campo dei suoi studî a tutta la Toscana; ma sempre diede opera ...
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Iride (Iri)
Clara Kraus
Figura mitica, figlia di Taumante e di Elettra, messaggera degli dei, in particolare di Giunone, era identificata già dagli antichi con l'arcobaleno.
L'identificazione è spiegabile, [...] Buti, nel senso che si riteneva essere quell'arco la strada da lei percorsa per raggiungere la terra dal cielo (cfr. Ovidio Met. I 270 ss., XI 585-632, in partic. 589-591 " induitur velamina mille colorum / Iris, et arcuato caelum curvamine signans ...
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(gr. Εὐρυδίκη) Nella mitologia greca, ninfa o figlia di Apollo; sposa di Orfeo, muore per il morso di un serpente. Orfeo ottiene di poterla ricondurre fra i vivi purché non si volga a guardarla prima [...] ’Ade, ma, quasi sulla soglia, si volta, ed E. gli è tolta per sempre.
La leggenda, cantata da Virgilio e da Ovidio, si ritrova in diverse opere drammatiche e musicali, ispirate al mito di Orfeo, alcune delle quali hanno per titolo Euridice, come la ...
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Poeta, nato a Perugia nel 1509, morto nel 1553. Tenne importanti cariche pubbliche: fu governatore di alcune città e ambasciatore a Urbino; ebbe dimora in Roma e ne conobbe, con poco profitto, la corte, [...] come risulta dal suo arguto capitolo sul Noncovelle ("niente affatto"). Fu traduttore di poeti classici (Virgilio, Orazio, Ovidio, Apuleio) e incominciò un bel poemetto mitologico, la Favola di Psiche. Dettò rime di vario argomento: amorose, ...
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Stazio, Publio Papinio
Ettore Paratore
D. ricorda S. già in Cv IV XXV 6 come lo dolce poeta. Si sarebbe tentati di pensare che così definendolo egli alludesse alle Silvae. Ma del poeta egli ignorava [...] Ed è stato già notato come il nome di Alcmeone, adoperato da D. in entrambi i luoghi, manchi in tutti i luoghi di Virgilio, Ovidio e S. in cui si accenna al luttuoso evento; perciò è da supporre che D. lo abbia attinto da qualche scolio di Virgilio o ...
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Giapeto (Iapeto)
Clara Kraus
Titano, figlio del Cielo e della Terra, che a sua volta fu padre di più figli, a uno dei quali, Prometeo, la mitologia antica attribuiva la creazione dell'uomo. A tale proposito [...] il nome di G. ricorre in Cv IV XV 8, nel passo in cui D. riporta in traduzione i versi di Ovidio (Met. I 78-83) relativi alla mondiale constituzione e contenenti la duplice teoria che l'uomo fosse creato da un seme divino e dalla recente terra, che ...
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JOUVANCY, Joseph de (latinizzato in Iuvencius)
Giuseppe Castellani
Latinista ed erudito, nato a Parigi il 14 settembre 1643, morto a Roma il 29 maggio 1719. A sedici anni entrò fra i gesuiti. Fu professore [...] da ricordare l'Appendix de Diis et heroibus poeticis, apparsa la prima volta nell'edizione romana delle Metamorfosi di Ovidio (1704); 2 volumi di Discorsi accademici, raccolti da N. Le Jay (Parigi 1701); drammi, poesie d'occasione, traduzioni in ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...