Spenser, Edmund
Raffaele Giglio
Poeta inglese (Londra 1552 circa - ivi 1599), attento lettore di classici greci (Omero, Esiodo, Platone, Teocrito), latini (Orazio, Virgilio, Ovidio), francesi (Du Bellay [...] e Marot) e, soprattutto, italiani. Della nostra letteratura studiò con intelligenza gli autori del Trecento e dell'Umanesimo che molto gli giovarono, insieme con il platonismo ficiniano, per l'attuazione ...
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Erisitone (Erisittone)
Clara Kraus
Personaggio mitico il cui nome ricorre in Pg XXIII 26, in una terzina nella quale D., sintetizzando una leggenda ampiamente trattata da Ovidio (Met. VIII 738-878), [...] le sue sostanze, si spinse al punto di vendere la propria figlia e infine prese a mangiare sé stesso (cfr. Ovidio Met. VIII 875-878 " vis tamen illa mali postquam consumpserat omnem / materiam... / ipse suos artus lacero divellere morsu / coepit, et ...
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invidiare [invidie, in rima, II singol. pres. cong.]
Nel senso proprio, costruito sia transitivamente - io non lo 'nvidio (If XXV 99), con riferimento a Ovidio che in un passo delle Metamorfosi ha dato [...] prova di particolare abilità poetica - sia, alla latina, con il dativo: Pd XVII 97 Non vo'... ch'a' tuoi vicini invidie, " non... volo quod habeas invidiam vel odium contra partem Nigrorum " (Benvenuto; ...
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Bella michi, video, bella parantur, ait
Secondo verso del poemetto ovidiano Remedia amoris, citato da D. in Vn XXV 9 come esempio di personificazione: Per Ovidio parla Amore, sì come se fosse persona [...] umana ... Bella michi, video, bella parantur, ait ...
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Oratore e maestro di retorica latino (m. 3 a. C.); spagnolo, amico di Seneca e con lui discepolo del retore Marullo; con Arellio Fusco fu maestro di Ovidio. Oratore solo di scuola, la sua vena oratoria [...] nei veri processi veniva a mancare ...
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adorezzare
. Per " esserci rezzo ", in Pg I 123 nelle edizioni del '21 e del Casella (dove adorezza, poco si dirada), secondo una congettura di F. D'Ovidio (Il Purgatorio e il suo preludio, Milano 1906), [...] ripresa da G. Vandelli, in " Studi d. " VI (1923) 45-98; nelle edizioni precedenti e ora nel Petrocchi si legge dove, ad orezza, poco si dirada (cfr. Orezza) ...
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La leggenda tessalica di E., figlio del re Triopa, ha le sue fonti precipue nell'inno callimacheo a Demetra e in Ovidio, Metamorfosi, VIII, 738-878. E. vuole a Dotio abbattere alberi in un bosco caro a [...] Demetra che, preso l'aspetto della propria sacerdotessa Nicippe, esorta E. a desistere, ma inutilmente; riprende allora la dea il proprio divino aspetto e pronuncia oscure minacce: E. è preso, in seguito ...
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TROESMIS (Troesmis)
Roberto Paribeni
Antica città della Mesia Inferiore in riva al Danubio presso il moderno villaggio di Igliţa (Romania). La città è ricordata già da Ovidio. Il legato di Mesia L. Pomponio [...] Flacco nell'anno 15 d. C. la ricuperò dai Geti che l'avevano di sorpresa occupata. Nelle iscrizioni rinvenute sono frequenti invero le menzioni di governatori e di ufficiali e soldati di varie legioni, ...
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Galatea
Clara Kraus
Ninfa del mare, il cui nome ricorre in Eg IV 78, nel corso della concisa rievocazione di un episodio mitico ampiamente trattato da Ovidio (Met. XIII 750-897): innamorata di un giovinetto [...] siculo, di nome Aci, G. viene sorpresa, mentre si trova con lui in una grotta dell'Etna, da Polifemo, il quale, a sua volta innamorato della ninfa, sfoga il suo furore uccidendo il giovane con un masso. ...
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Scrittore e commediografo, nato a Parigi verso il 1600 e morto ivi il 6 novembre 1658. Fu facile traduttore dei latini (Cicerone, Ovidio, Tito Livio, ecc.), che gli giovarono per la sua attività di storiografo, [...] ma soprattutto per il suo teatro, in cui richiamò soggetti romani e politici con uno stile semplice e delicato. Incontrarono il gusto del tempo, per il loro tono patetico e fantastico, le sue "tragicommedie" ...
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moralizzazione
moraliżżazióne s. f. [der. di moralizzare]. – 1. L’azione e l’effetto del moralizzare: intensa, efficace m.; m. della vita pubblica. 2. Procedimento ermeneutico – praticato soprattutto nella cultura medievale – attraverso il...
anguipede
anguìpede agg. e s. m. [dal lat. anguĭpes -ĕdis, comp. di anguis «serpe» e pes pedis «piede»]. – Propr., che ha serpenti per piedi; epiteto dato già da Ovidio ai giganti che tentarono la scalata al cielo, immaginati con i piedi tortuosi...