Per minoranze linguistiche si intendono gruppi di popolazione che parlano una lingua materna diversa da quella di una maggioranza: quest’ultima si identifica normalmente coi parlanti che hanno come lingua [...] storico in Italia, certamente tra i più variegati dell’Europa occidentale: esso comprende infatti idiomi di origine semitica (l’ebraico come lingua liturgica), indoeuropea a sé stante (greco, albanese e armeno come lingua liturgica), indoiranica ...
Leggi Tutto
Il presente è un tempo della ➔ coniugazione verbale il cui significato non si limita, come suggerisce il termine, a esprimere contemporaneità rispetto al momento dell’enunciazione, ma può anche denotare [...] S’elli dirà [che è migliore] la giudea [= la religione ebraica], io dirò ch’elli pecca contra la mia (Novellino, da il comportamento del condizionale presente. Coerentemente con la sua origine etimologica, in cui si riconosce una forma di passato ...
Leggi Tutto
Giudeo-italiano è un’etichetta ambigua perché può designare due fatti linguistici e culturali diversi, qualunque sia il rapporto ‘genetico’ tra loro, di continuità o di indipendenza. Da una parte c’è la [...] costituito dagli elementi romanzi, più difficili da individuare e da studiare rispetto a quelli di etimo ebraico e ai pochissimi di origine yiddish, il più importante dei quali è orsài, orzài «anniversario della morte di un congiunto; commemorazione ...
Leggi Tutto
Lingua degli Ebrei ashkenaziti, nata intorno al 10° sec., quando Ebrei provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale si stabilirono in Renania. Il termine deriva dal ted. jiddish, alterazione [...] ), sia forzata (come è stata in URSS), lo y. è minacciato di estinzione.
Origini e caratteristiche
La lingua y. adopera nella scrittura i caratteri ebraici, conformandosi all’uso semitico (omissione delle vocali), per le molte parole derivate dall ...
Leggi Tutto
Disciplina storica che studia le testimonianze scritte del passato, di qualsiasi tipo ed epoca, e i contesti socioculturali del loro uso, ricostruisce la storia delle forme grafiche, le decodifica, le [...] , e più di recente, nel campo di quella ebraica. Lo studio delle notazioni musicali è oggetto della p classica, testimoniata da epigrafi e papiri librari e documentari di origine prevalentemente egiziana (➔ papiro), è di struttura maiuscola, con forme ...
Leggi Tutto
Il complesso delle discipline linguistiche, filologiche, archeologiche, storiche e religiose, rivolte allo studio scientifico delle antiche e moderne civiltà dell’Oriente, includendo in questo termine [...] fra queste lingue e civiltà orientali risale al Medioevo: ebraico e arabo furono studiati fin dal 13° sec. sia ’etiopica, l’armena, la georgiana, nonché, data la loro origine, le culture delle comunità cristiane sorte in India, nell’Asia centrale ...
Leggi Tutto
Linguista di origine lettone (Liepāja 1923 - Cambridge, Massachusetts, 2018) naturalizzato statunitense. Professore emerito di linguistica al Massachusetts institute of technology, ha fornito imprescindibili [...] English (1968, con N. Chomsky), saggio fondamentale per l'evoluzione di questa disciplina.
Vita
Nato da una famiglia di religione ebraica trasferitasi a Riga nel 1929, risiede dal 1940 negli Stati Uniti, dove ha compiuto gli studi dapprima presso la ...
Leggi Tutto
Lingua ebraica postbiblica i cui inizi coincidono con quelli dell’era cristiana e il cui sviluppo si estende fino ai nostri giorni. In origine lingua d’uso, andò progressivamente restringendosi all’ambito [...] la fondazione dello Stato d’Israele nel 1948, ne è divenuta la lingua ufficiale. Nella fase recente si nota un influsso dell’ebraico biblico, concretizzato, per es., nel ritorno di norma alla desinenza -īm (e non più -īn) del plurale maschile; per il ...
Leggi Tutto
scriptio In paleografia e in epigrafia, s. continua, scrittura in cui le singole parole non sono separate mediante spazi o elementi di separazione.
Nella grafia ebraica e, per estensione, in altre grafie [...] di origine aramaica a base consonantica, s. plena, scrittura nella quale le vocali lunghe (e, eccezionalmente, le vocali brevi) sono indicate mediante lettere il cui valore primo è consonantico, in genere semivocalico e laringale. Per es., in ebraico ...
Leggi Tutto
WELLHAUSEN, Julius
Storico e filologo, nato a Hameln (Hannover) il 17 maggio 1844, morto a Gottinga il 7 gennaio 1918. Figlio di un pastore protestante, compì gli studî secondarî a Hannover, e nel 1862 [...] alle estreme conseguenze la teoria "documentaria" di K. von Graf, affermò l'origine tarda, exilica e post-exilica, della legislazione cultuale ebraica, insistette sul carattere composito del, Pentateuco e dei libri storici dell'Antico Testamento ...
Leggi Tutto
alleluia
allelùia s. m. [dal lat. alleluia, gr. ἀλληλούια, traslitt. dell’ebr. hallĕlū Yāh, hallĕlū «lodate» e Yāh, forma breve del nome proprio della divinità Yahweh nel monoteismo ebraico], invar. – Esclamazione di gioia in inni e orazioni...
purim
purìm s. m. [voce ebraica, Pūrīm, plur. di pūr «sorte»]. – Festa ebraica che, secondo il libro biblico di Ester, ricorda il giorno in cui gli Ebrei di Persia, sotto il regno di Serse, si salvarono dallo sterminio che il ministro Aman...